Vorrei salire molto in alto

Vorrei salire molto in alto, Signore,
Sopra la mia città,
Sopra il Mondo,
Sopra il Tempo.
Vorrei purificare il mio sguardo e avere i Tuoi occhi.

Vedrei allora l'Universo, l'Umanità, la Storia, come li vede il Padre.
Vedrei in questa prodigiosa trasformazione della materia,
In questo perpetuo fermento di vita,
Il Tuo Corpo che nasce sotto il soffio dello Spirito.
Vedrei la bella, eterna Idea d'Amore di Tuo Padre che si realizza progressivamente:
Tutto ricapitolare in Te, le cose del cielo e quelle della terra.
E vedrei che, oggi come ieri, i minimi particolari vi partecipano:
Ogni uomo al suo posto,
Ogni gruppo
Ed ogni oggetto.
Vedrei quell'officina e quel cinema,
La discussione del contratto collettivo e il collocamento della fontanella.
Vedrei il prezzo del pane al calmiere e la comitiva di giovani che va a ballare.
Il bimbo che nasce ed il vecchio che muore.
Vedrei la minima particella di materia e il più piccolo palpito di vita,
L'amore e l'odio,
Il peccato e la grazia.
Commosso, comprenderei che dinanzi a me si svolge la Grande Avventura d'Amore iniziata all'alba del Mondo,
La Storia Sacra, che secondo la promessa non terminerà che nella gloria, dopo la risurrezione della carne.
Quando Ti presenterai dinanzi al Padre dicendo: tutto è compiuto, Io sono l'Alfa e l'Omega, l'Inizio e il Termine.
Comprenderei che tutto è unito insieme,
Che tutto non è che un unico movimento di tutta l'Umanità e di tutto l'Universo verso la Trinità, in Te e per Te, Signore.
Comprenderei che nulla è profano: cose, persone, avvenimenti,
Ma che, al contrario, tutto è consacrato all'inizio da Dio
E che tutto deve essere consacrato dall'uomo divinizzato.
Comprenderei che la mia vita, impercettibile palpito in questo Grande Corpo Totale,
E un tesoro indispensabile nel Progetto del Padre.
Allora, cadendo in ginocchio, ammirerei, Signore, il mistero
di questo Mondo Che, nonostante gli innumerevoli e orribili spropositi del
peccato,
E' un lungo palpito d'amore, verso l'Amore eterno.
Vorrei salire molto in alto, Signore,
Sopra la mia città,
Sopra il Mondo,
Sopra il Tempo.
Vorrei purificare il mio sguardo e avere i Tuoi occhi.




MICHAEL QUOIST
(da «Preghiere» - Ed. Marietti)



in La Voce dei Poveri: La VdP settembre 1961, Settembre 1961

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