LA VOCE DEI POVERI: La VdP maggio 1960

(senza titolo)

Nel nostro mondo moderno chiedere la carità per i poveri, sembra quasi di fare un qualcosa fuori tempo, da Medioevo o giù di lì e è molte volte considerata come un'azione indegna, offensiva della civiltà di oggi che sembra cosi sensibile ormai ai grandi problemi di giustizia sociale.
E' certamente dovere di Amore cristiano fondamentale ricercare una convivenza umana sistemata secondo giustizia, E ogni cristiano superando egoismi e paure, deve compromettersi per sincerità di Amore fraterno e per coerenza alla propria Fede, nell'affermare i fondamentali diritti dell'esistere umano.
Ma intanto i poveri, anche se è vero che non ci dovrebbero essere, ci sono. Accanto a noi c'è gente che soffre: i poveri, ammalati, infelici, vecchi... Gente, che non ha e non trova lavoro. Che non ha nutrimento sufficiente, senza casa o con fitti impossibili... Il nostro impegno sta qui: sensibilizzare la nostra e l'altrui coscienza al problema della sofferenza del prossimo. Combattiamo il male alla radice: il chiuderci in noi stessi, barricati dietro le difese del nostro benessere, tagliando fuori gli altri. Bisogna guardare la gente che ci cammina accanto, anche se noi andiamo in automobile.
E' doveroso rendersi conto se si soffre nella casa o nell'appartamento accanto. E' giusto essere a conoscenza delle situazioni di miseria e di sofferenza della propria città.
E bisogna leggere i giornali non per provare il piacere del disgusto per i fatti della cronaca nera e la sensazione drammatica per gli incidenti stradali e per le rivoluzioni e terremoti con morti e feriti in qua e là per il mondo. Cerchiamo di sensibilizzarci alla pena che travaglia questo povero mondo per parteciparla fraternamente con cuore libero e aperto, accogliendo tutto il tremendo mistero della sofferenza umana in modo cristiano cioè nella Fede per portarlo a Dio perchè non cada nel vuoto e nella disperazione,
E vorremmo rimediare a tutte le ingiustizie - e sono cosi tante e moltiplicano in misure spaventose le sofferenze del mondo - cominciando a riparare le nostre, partendo dall'ingiustizia di non accettare e non accogliere con serenità e Amore, la sofferenza, la povertà, la miseria degli altri, nel nostro benessere e concedendo almeno le briciole che cadono dalla nostra tavola.
E cercare di detergere una lacrima dagli occhi di chi soffre. Dare un po' più da mangiare a chi non ne ha assai. Un lenzuolo per dormire più pulito. Una medicina che sollevi una malattia. Pagare la bolletta dell'acqua e della luce a chi l'hanno tagliata. Aiutare a soffrire di meno chi ha la terribile miseria di essere ormai un peso per tutti. E anche a dare un bicchiere di vino a chi non ha altra maniera di farsi coraggio per sopportare il vuoto della propria esistenza.
Esiste questa gente, anche se ci dà noia. Non possiamo ignorarla. Non è giusto dire: "ci pensi chi ci deve pensare".
Per quale motivo lei, signora, crede di non essere in dovere di pensarci?


La Redazione

Maria, Madre di Dio

"... Egli ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote".
(Lc.1,53)
E' un grosso mistero ma pure è vero che le scelte di Dio cadono sempre dove è ricchezza divina e povertà umana. Egli depone il Suo Mistero infinito dove è il vuoto di ogni validità umana. «La pietra che i costruttori hanno rigettato è diventata pietra angolare» (Lc. 20,17).
E non per disprezzo di ciò che gli uomini giudicano valore e cosa preziosa, importante, ma per Amore di serena libertà nel donare Se stesso. Chi ama non sopporta di essere condizionato nel suo dono, né tollera difficoltà all'espansione del cuore. Dio disprezza le ricchezze e ciò che gli uomini giudicano importante, perchè impediscono a Lui e a tutti di essere serenamente e liberamente disponibili. Ostacolano la pura libertà dell'Amore. E quindi creano resistenze e opposizioni alle Sue scelte divine e non Gli permettono di espandersi nel suo dono infinito di Amore secondo la misura del Suo Cuore.
Dio non può rassegnarsi a essere in noi in concessioni delimitate, recintate e difese dai nostri rigidi egoismi ed interessi. Dio relegato in qualche angolo più o meno oscuro di noi stessi con precise proibizioni di varcarne la soglia, non è più Dio ma solo un povero recluso condannato a morire d'inedia.
Chi vuole veri e sinceri rapporti con Dio, vuole cioè che Dio realizzi interamente il Suo Mistero di Grazia, sia cioè veramente Dio, nella propria esistenza, bisogna che Gli conceda piena e perfetta libertà.
Allora si capisce quanto la povertà sia condizione essenziale per i nostri sinceri rapporti con Dio. Si scopre che solo la povertà è ricchezza capace di conquistare il Suo Cuore.
Povertà di tutto, cioè sincero possesso di se stessi in perfetta Verità per serena e pura libertà da validità e importanze più o meno fittizie e vane.
Verginale povertà incontaminata anche dall'ombra stessa di falsificazioni posticce, immacolata per libera accoglienza di sé e di tutto secondo la Verità essenziale di tutte le cose.
La povertà, secondo il Vangelo, è il possedersi chiaro ed aperto per quello che si è senza truccature e infingimenti, coperture e nascondimenti capaci di mascherare anche a noi stessi quello che veramente siamo. E' lo specchiarsi sereno e tranquillo nella viva Immagine e il ritrovarsi nella dolce Rassomiglianza, in modo immediato e perfetto, di Chi ci ha pensati e creati, E' il vederci realmente e con piena gioia e secondo Verità così come si è visti, senza che lo sguardo sia impedito da nulla, da Chi vede con chiarezza totale e misura con giudizio perfetto, il vero valore dell'esistere umano.
La povertà: offerta di se stessi immediata. Disponibilità per un essere pronti per completa libertà. Poter credere fino in fondo e fidarsi, perchè tutto va bene quando non si devono fare i conti del «conviene o no», con niente e con nessuno e tanto meno con se stessi. La povertà è come verginità sempre pronta all'Amore e degna di Lui perchè può essere sempre liberamente amata e scelta ed eletta per ogni Mistero di Grazia. E perchè nel ricevere il Dono anche della ricchezza più grande, rimane vergine e pura, anzi ancora di più perché perfetta povertà ricchissima di Chi è padrone di tutto.
Di questa povertà che ha incantato il Cuore di Dio è impossibile parlarne fra noi e tanto più è impossibile trovarla od ottenerla fra noi. Ma è stata però almeno per una volta qui sulla terra nata tra gli uomini, pianta buona del nostro povero campo sopraffatto di rovi e di spine.
L'ha preparata la perfezione stessa di Dio per poter amare così tanto gli uomini da arrivare a prendere da una loro Donna, Carne e Sangue per farsi Uomo fra gli uomini. E questa Donna 1'ha resa libera da tutto ciò che appesantisce la vita umana soffocandola e deformandola dall'Immagine e Somiglianza di Lui; libera dal peccato e da tutto quello che è ricchezza falsa degli uomini. Immacolata e povera.
Immacolata povertà perchè Dio trovi la libera purezza originaria dell'esistere umano. Immacolata povertà perchè possa essere finalmente Lui solo ricchezza, perchè Lui solo è l'unica vera ricchezza.
E' adorabile scoprire in Maria la povertà di tutto quello che noi tutti cerchiamo, con ansia tormentata e spietata. Siamo vinti e sopraffatti dalla paura del vuoto e riempiamo la nostra solitudine di tutto e poi ci nascondiamo sotto la montagna delle nostre «ricchezze» e ci sembra di essere importanti e ci pare di essere al sicuro contro il richiamo spiacevole alla nostra essenziale Verità. Ci chiudiamo tutti nella prigione dorata del nostro egoismo e là dentro ci sentiamo protetti e difesi dall' essere presi nella violenza del vento che "soffia dove vuole e non sai di dove viene e non sai dove va". (Giov. 3,8).
E Dio ci trova sempre meno liberi davanti a Lui. Meno liberi di quella libertà tutta Luce di Verità copiata sulla Sua libertà infinita.
L'ha trovata un giorno questa libertà in una povera fanciulla di circa 16 anni. In Lei ha visto l'Immacolata purezza della libertà da Lui consegnata agli uomini, attuata e vissuta per una vera povertà scelta e amata come unica e suprema ricchezza.
E Le ha inviato un Arcangelo a chiedere a quella immacolata libertà se voleva donarsi all'infinita Libertà di Dio perchè finalmente l'Amore cominciasse a fiorire sulla terra. E dopo quel «sì» la nostra libertà la possiamo trovare soltanto in quell'Amore e la nostra Verità è sempre e soltanto in quella libertà.


don Sirio

Povertà di Gesù Cristo

La povertà di Gesù Cristo, come tutto ciò che riguarda la sua Persona, è un mistero di Dio. Si profana questo mistero sfruttandolo come tema di propaganda o di intenerimento, lo si volatizza pretendendo di conformarlo ai nostri calcoli umani. Si può soltanto mettersi di fronte al Signore e, nel modo più semplice, il più poveramente possibile, guardarlo e ascoltarlo, pregarlo di sapere intendere e comprendere.

Gesù nella povertà
Gesù nasce povero, vive povero, muore povero. In una povertà che non è teatrale, ma lo classifica fra coloro che nulla protegge e, vivendo alla mercé delle circostanze, si trovano da un giorno all' altro esposti al peggiore spogliamento. Un provvedimento amministrativo lo farà nascere fuori dalla casa della sua famiglia; la poca importanza dei suoi genitori chiuderà loro la porta di un albergo pieno di gente; e la sua culla è una mangiatoia, in una stalla. Tale è il segno al quale lo riconoscono quelli che, per i primi, lo scoprono; e sono, anch'essi, poveri: «Un nuovo nato avvolto in panni e coricato in una mangiatoia» (Luca 21,2). Per anni, a Nazareth, è un lavoratore come gli altri. Quando si farà conoscere fra gli uomini, vive, senza affettazione, come un povero; senza nulla di suo, né casa né beni, sussiste via via di elemosina e di lavoro; in parte, probabilmente, della pesca dei suoi discepoli, e in buona parte, in ogni modo, della generosità di qualche donna pia che lo segue. Conduce una esistenza dura, conosce la fame, la sete, la fatica, il rischio degli ospiti accoglienti, e delle porte che si richiudono,
Se egli non rifiuta nessuno e conta degli amici carissimi che vivono agiatamente, non è affascinato dalla ricchezza e dona la maggior parte del suo tempo e del suo interesse ai poveri, ai malati, ai piccoli.
Non vive nella zona privilegiata della umanità, quella in cui la posizione e i beni mettono al riparo dall'infelicità; ma giorno dopo giorno, ovunque vada, lo attende lo stesso spettacolo, lo assediano le stesse grida, la miseria dei miserabili, le piaghe e le infermità, tutti i decadimenti dell'umanità.
Dato che non fa mostra della sua povertà, Gesù non si compiace per la miseria. Proclama beati i poveri, gli afflitti, gli affamati, ma non può sopportare di vedere una madre piangere il suo bambino, e moltiplica i pani per impedire ad una folla di patire la fame. Non concede dunque valore in sé alla privazione ed allo spogliamento; non esalta il povero perché il povero non possiede nulla, ma perchè è capace di ricevere tutto. Lui stesso non si fa scrupoli di essere invitato e trattato con larghezza, ad abitare in case amiche, ed attorniarsi, lui e i suoi, di dedizioni attente. Muore senza lasciare nulla, ma è sepolto in una tomba sontuosa. La povertà non è per lui una regola da seguire alla lettera, un programma impossibile a modificarsi. E' ariosa ma è totale, poiché è il suo stesso essere.




Jacques Guillet
(dalla rivista "Christus" ott. 59)


O mio Dio

O mio Dio
dall' alto del cielo benedici il mio capo
che di peccati è tanto ammalato
purifica il mio corpo e l' anima mia,
prego anche Te, Vergin Maria!


In ginocchio ti supplico, o mio Gesù
fa che io ti ami sempre di più
e nel mio cuore entri il tuo Amore,
dei suoi peccati ha tanto dolore.

E Tu, o Vergine Immacolata,
che da tutte le anime sei vocata
degna tu sei la sposa del Signore,
a tutti quanti apri il tuo cuore.

Piena di bontà Tu sei, o divina,
di tutti i popoli sei la Regina.




(un vecchio operaio che non va mai in Chiesa)

Santa Maria

Santa Maria, Madre di Dio,
conservatemi un cuore di fanciullo, puro e limpido come acqua di sorgente.
Ottenetemi un cuore semplice che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze: un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione: un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male. Formatemi un cuore dolce e umile, che ami senza esigere di essere riamato, contento di scomparire in altri cuori sacrificandosi davanti al Vostro Figlio Divino: un cuore grande e indomabile cosi che nessuna ingratitudine lo possa chiudere e nessuna indifferenza lo possa stancare: un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, ferito dal Suo amore con una piaga che non rimargini se non in cielo.



P. L. de Grandmaison

Questo povero mondo

• Nella seduta del 28 aprile di Palazzo Madama, un senatore ha grugnito contro un altro della parte opposta: «Sei un suino verticale» e sono scesi nell'emiciclo a fare ai pugni.

• Nell'Iran ai primi di maggio ci sono state cinque esecuzioni alla pena di morte per scoraggiare ogni tentativo di rovesciare il governo durante l'assenza dello Scià partito per una serie di viaggi in Svezia, Belgio, Austria.

• Dato che Tony Armstrong, marito di Magaret, bisogna che sia un personaggio, i suoi biografi hanno scritto fra l'altro, che la mania che Tony aveva da ragazzo di salire sugli alberi, era un «complesso da scoiattolo» e del non essere riuscito a laurearsi in architettura, ne parlano come di "decisione eroica, ispirata dal destino" e dato che è un fotografo parlano del matrimonio come "qualcosa di nuovo nella storia moderna per 1'alleanza fra 1'arte e la monarchia" e «la fotografia, viene giudicata, una delle più belle arti di oggi». La cerimonia e la luna di miele di Margaret sono costate 110 milioni di lire.

• In un congresso sui problemi dell'alimentazione il dott. Aykroyd ha detto: "l'alimentazione di gran parte della popolazione mondiale è insufficiente quantitativamente e qualitativamente". Il dott. Fleish di Losanna ha detto: «Signori, almeno dalle nostri parti, non è la sottoalimentazione a minacciarci, ma la sovralimentazione fino al punto che le Compagnie di assicurazione cominciano a calcolare l'entità delle rate in base al numero dei chili dell'assicurato».

• Per un' inchiesta sulle elemosine che vengono fatte nelle chiese di Torino, un parroco ha dichiarato: «nelle borse dei sacrestani, si trovano per lo più monete da 10 lire, qualcuna da 50, poche da 100. I fogli da 500 e da 1.000 capitano soltanto, nelle solennità, alle parrocchie ricche. Rovesciare i sacchetti è sempre una sorpresa: c'è di tutto, dai bottoni alle monete fuori uso».

• Il giorno della morte di Chessman nella camera a gas, Marlon Brando ha dichiarato che farà un film sulle vicende di quel povero disgraziato, e lui ne sarà l'interprete principale.

• Nei campi cintati dal filo spinato, i minatori negri del Sud Africa vivono in agglomerati composti da soli uomini, hanno ogni assistenza compresa quella medica, ma non hanno diritto nemmeno a considerarsi esseri umani; non sono nulla più di un cavallo che ha una stalla decorosa e una mangiatoia fornita.

• Una recente statistica inglese dimostra che una persona su sette in Inghilterra non fa mai il bagno, l'inglese ordinario lo fa una volta alla settimana e il londinese due volte.

• E' stato giustamente scritto che gli incidenti stradali diminuiranno soltanto quando la gente si persuaderà che guidare un auto o una moto, non è gesto più eroico e motivo di maggior amor proprio, che mettersi le scarpe ogni mattina.

• Il papa Giovanni XXIII in un discorso del 3 maggio u. s. ha detto: «Milioni di esseri umani nel mondo soffrono la fame. Altri pur non essendo affamati, non hanno la possibilità di consumare in quantità sufficiente gli alimenti di cui abbisognano. Questi i fatti. Devono essere resi noti, devono essere predicati sui tetti, secondo il detto evangelico».

• Il 70% della produzione di vino in Italia del 1959 è ancora giacente nelle cantine. In questi ultimi anni in America vengono, ogni anno, distrutte milioni di tonnellate di patate e la raccolta del grano e del cotone crea il gravissimo problema dei magazzini per le eccedenze del prodotto.


• In un discorso il Cancelliere Adenauer ha detto: «uno dei fatti più riprovevoli della Germania di oggi è che la media delle nascite è pericolosamente bassa. La Germania, ha detto, è il quarto paese nel mondo con la natalità più bassa, dopo la Svezia, 1'Inghilterra e il Belgio.



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