Sono passati molti mesi, quasi un anno, dall'ultimo numero di questo nostro ciclostilato. Da un mese all'altro il tempo passa sempre più con una fretta impressionante e pur ripromettendoci ogni tanto di riprendere questa semplice e povera comunione con gli amici, è venuto fuori quasi un anno di silenzio.
Ma come sempre, il silenzio, cioè il raccoglierci, 1'approfondire, 1'interiorizzare le cose, non pensiamo che sia un vivere a vuoto e tanto meno irresponsabilizzare i nostri impegni per un tirarci da parte, pensare ai propri problemi e fregarcene di tutto il resto. Può darsi semmai che ci abbia giocato la pigrizia: la pigrizia materiale, quella che capita quando si ha l'impressione di aver già fatto, di aver già lavorato anche troppo fino a sentirsi giustificati a dichiararsi stanchi e riposare in pace la propria stanchezza. Ma assai più probabilmente ci ha giocati quella pigrizia che ci impedisce di uscire dall'insieme dei nostri problemi, dei nostri doveri, quelli immediati, quelli quotidiani, capaci di assorbirci totalmente, fino al punto da darci l'impressione e forse il convincimento di non essere tenuti ad altro: a guardare cioè al di là del proprio quotidiano, del giro (che è sempre terribilmente breve anche se fosse come 1'equatore) delle nostre responsabilità personali, delle spicciole richieste di ogni momento, anche e nonostante che ci mangino tutto il tempo.
Al di fuori di questi motivi (che possono essere precisati con una ricerca di maggiore impegno comunitario, di un lavoro pastorale che si sta facendo più intenso nella parrocchia, di un giro di amici sempre più pressante in casa nostra e specialmente di un lavoro manuale nella nostra officina concretamente molto più impegnativo e logorante...) oltre a questi motivi, non ve ne sono stati assolutamente altri che abbiano ostacolato questa nostra lettera agli amici fino ad un vuoto di quasi un anno.
Abbiamo tutta l'intenzione di riprendere l'invio di questi nostri fogli, più o meno periodicamente, ma certamente con buona fedeltà.
E' una comunione con tutti gli amici che stanno crescendo di anno in anno intorno alla nostra comunità, alla quale dobbiamo essere fedeli, non perchè queste nostre pagine possano significare qualcosa di importante in se stesse per il loro contenuto o per la loro testimonianza: significano soltanto un po' di amicizia, un incontrarci umile ed aperto, come arrivare a casa all'improvviso e dire eccomi qui. E starcene cinque minuti insieme, a parlare delle nostre cose.
E specialmente un modo di ricordarci, di essere vicini, a chi a noi pensa con affetto, a chi di noi ha la bontà di sentirci motivo di consolazione, di coraggio, a chi in noi (e è responsabilità terribile per la nostra comunità e gioia grandissima) trova un aiuto alla speranza, alla fiducia, una Testimonianza alla Fede.
E perchè no? Non ci dispiace affatto anche se può capitare che questi nostri fogli, espressione viva e sincera, del nostro pensiero e della nostra vita concreta, possano essere motivo di inquietudine e di preoccupazione per chi vorrebbe eccessivamente che tutto fosse liscio come le acque stagnanti, deferenza ed ossequio, come le cerimonie in cattedrale.
La cosa più importante da comunicare ai nostri amici è che la nostra comunità è andata crescendo durante questo anno. Attualmente siamo in otto: le due ragazze e sei preti.
E sempre ma specialmente ne sentiamo tutta l'infinita grazia di Dio nel ritrovarci comunità così numerosa e così unicamente animata da una ricerca di sincerità cristiana e di Regno di Dio, la sera, quando nella Cappella della nostra casa, celebriamo la Messa della comunità.
A poco a poco ci stiamo precisando in impegni personali capaci di realizzare la comunità, più a largo raggio che sia possibile, di Regno di Dio: dalla vita di comunità a quella parrocchiale e sempre più ad una partecipazione della vita operaia. Ci nasce tutto su dal cuore, quasi come da un'improvvisazione mossa e spinta dal bisogno di uscire dalla nebbiosità di una vita ecclesiale ormai troppo consunta e morta e dal desiderio di respirare a cuore aperto l'inesauribile novità del Mistero di Cristo, sicuramente capace, appena che ci trovi disponibili e pronti, di una pienezza di vita umana e cristiana, fino alle misure della sovrabbondanza.
Non sappiamo bene dove la strada sulla quale siamo incamminati ci porterà: intanto ci interessa di camminare insieme per essere argomento di speranza di Regno di Dio nel mondo, in questo nostro tempo.
Trovare come questa volontà di vivere il mistero di Cristo nel mondo, si attualizzi e si concretizzi, sarà la pena e la gioia di ogni giorno perchè è in questa ricerca, lo sappiamo bene, che può verificarsi e misurarsi la nostra sincerità personale e la validità della nostra comunità.
Sta il fatto che i tempi che stiamo vivendo e lo circostanze storiche che ci condizionano, respirano un'atmosfera narcotizzante di acquiescenza e di assuefazione, alla quale è terribilmente difficile resistere: una vita di comunità cristiana seria ed intensa spesso, vuol dire rompere in continuazione con l'esterno per ritrovare nella propria interiorità le spinte necessarie e le violenze insostituibili, ad un rinnovarsi incessante e appassionato di quei valori che trovano la loro spiegazione e giustificazione soltanto in Gesù Cristo. Tutto il resto non ha senso e Dio ci scampi dalla responsabilità di prospettarlo come Cristianesimo.
Offriamo questa nostra comunità alla Chiesa, agli amici e vorremmo al mondo intero, ma specialmente la offriamo a Gesù Cristo perchè il suo Amore ne faccia un segno, piccolo quanto si vuole, ma un segno vivo, della Sua Presenza nel mondo.
La Comunità
in Popolo di Dio: PdD anno 4° gennaio 1971, Gennaio 1971
Luigi Sonnenfeld
e-mail
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