Seguire Gesù

Quante volte, non solo col desiderio, e col pensiero, ma anche con l'espressione, lo dico: voglio seguire Gesù! Penso che per seguirlo, non avrò più dove posare il capo, dove potermi fermare.
Ho nel cuore ancora tanto vivo il desiderio del monastero, potermi dare con tutta me stessa all'amore, alla gloria di Dio, senza essere distratta da altre cose.
La risposta che Gesù dà allo scriba, mi fa pensare che forse assieme a questo desiderio di donazione vi sia anche la ricerca della tana o del nido.
Camminare sulla sua orma vuol dire non sapere dove si va a finire, dove e quando ci si potrà riposare, seguire Lui vuol dire non avere nulla alle spalle, essere totalmente allo scoperto, e quindi preciso bersaglio per chi vuol colpire, esposti a tutti i giudizi, a tutte le critiche, con il rischio di inciampare ad ogni ostacolo perché nulla ti aiuta, nulla ti fa da paravento..
Ma Gesù ha percorso questa strada, ce la indica, non ci comanda nulla, ma ci preannuncia i pericoli, le difficoltà, la fatica, il peso.
Lui ha percorso questa strada e l'ha fatta per amore nostro.
Lui è stato bersaglio e motivo di critica, con la sua vita ha sconcertato, ma è andato fino in fondo.
Ha sentito il peso, la nausea, la fatica, ha avuto paura, ma ha continuato.
Ecco cosa dice a chi vuole seguirlo: preparati a camminare senza sapere dove andrai, e quando ti fermerai.
Solo una grande carica di fede, di amore, di speranza potrà permettere di intraprendere questo cammino, questa stupenda avventura!..
Un'altra risposta sconcertante al discepolo che domanda "Signore, prima permetti che vada a seppellire mio padre" (Mt. 8,21 ): "Seguimi e lascia che i morti seppelliscano i loro morti"...
La risposta allo scriba mette in guardia, sembra quasi voglia frenare il desiderio di seguirlo. Al discepolo "ordina" lascia tutto! Anche questo "dovere" (diremo noi) di dare sepoltura a una delle persone più care.. ma Gesù è chiaro "lascia che i morti seppelliscano i morti!".
Lui è la vita!, e quindi solo in Lui troveremo tutta la vita, anche ciò che si lascia.
Quante volte vorremmo che Lui ci desse un po' di tempo per sistemare le nostre cose, per fare magari un'esperienza che ci dovrebbe (secondo noi!) portare più vicino a Lui, anzi che dovrebbe insegnarci a servirlo meglio; intanto lasciamo che Lui cammini senza di noi.
Siamo sicuri di raggiungerlo ancora, siamo certi che Lui ci aspetti, che la nostra esperienza a Lui interessi?
Che il seguire Lui non sia piuttosto vivere ogni attimo della nostra giornata nell'amore e nella donazione più totale con tutta l'attenzione anche alle cose più insignificanti, magari col rischio di sentirci dire che perdiamo tempo, e che sono le cose più grandi, le lotte, le prese di posizione, ecc., che contano.. ma: la santità è fatta di piccole cose ed è una grande cosa.


Domenica


in Popolo di Dio: PdD anno 2° ottobre 1969, Ottobre 1969

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