Così sogniamo la Chiesa

E' un problema ormai chiaro e scoperto nella Chiesa del nostro tempo: avvertiamo tutti - quelli a cui interessa cogliere i segni dei tempi - quella forza violenta che imperversa nella Chiesa e nel mondo in tentazione spietata di separazione e di allontanamento della Chiesa e degli uomini fra i quali la Chiesa deve vivere nell'offerta incessante della continuità del Mistero di Cristo nella storia.
Imperversa nella Chiesa bloccando gli uomini di Chiesa in chiusure statiche, assurde, rimediate spesso soltanto con aperture a ponte levatoio, buone forse a chiudere di più.
Imperversa terribile questa forza di tentazione di allontanamento e di separazione fra gli uomini nei confronti della Chiesa, con indifferentismi spaventosi, con l'accentuarsi sempre più incontenibile di posizioni riformistiche di violenza senza limiti, con paganesimi fatti di religione del danaro e di individualismi fino alla disumanità.
S'impone, è urgente, è appassionatamente sincerità di Amore cristiano alla Chiesa e al mondo, cercare di resistere a questa forza di dissoluzione che sconvolge il Popolo di Dio. E cercare di riprendere sulle spalle, ma specialmente nell'anima, questa terribile Croce dell'Amore fra gli uomini, anche se forse vuol dire morirvi sopra dissanguati.
Quello che bisogna fare, o almeno tentare di fare per questa riunificazione della Chiesa e del mondo, è che chi ha una visione religiosa della vita umana e sente e accetta come proprio destino di essere vivo nella realtà del mondo secondo il Mistero di Cristo, deve rendersi conto che tocca a lui iniziare e portare avanti, a costo di tutto, (compresa la Croce) questo infinito dovere di Amore.
E questa, noi pensiamo, è la Vocazione fondamentale della Chiesa.
Gli uomini di Chiesa (il papa, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i cristiani vivi) bisogna che abbiano il santo coraggio di dire: dobbiamo cominciare noi. E iniziare seriamente e responsabilmente una ricomposizione, una riunificazione, in se stessi e nella istituzione che è la Chiesa, fra Mistero Cristiano ed esistenza umana. Fino al punto che la loro esistenza umana sia tutta Mistero Cristiano, spiegabile cioè e giustificabile soltanto con il Gesù Cristo del Vangelo fino ad esserne lettura non in pagine di libro, ma in quelle della vita di tutti i giorni. E fino al punto che il loro essere Chiesa e uomini di Chiesa sia tutto il Mistero Cristiano calato, dentro, incarnato nella concretezza, nella realtà della vita del mondo, degli uomini.
Ormai - chi ne dubita ancora? - non è più possibile l'incontro e la riunificazione sul nostro pezzo di terra conquistato a prezzo di spaventosa fatica di secoli e spesso a tutta rimessa del Regno di Dio, come possono essere le nostre posizioni ecclesiastiche, le nostre mentalità pretesche, le nostre tradizioni devozionalistiche - quell'insieme di cose, cioè, che nella storia hanno accozzato quella razza a parte che è il mondo degli uomini di chiesa. Questo fulcro intorno al quale abbiamo fatto girare, come abbiamo voluto, la storia e gli uomini - e Dio ce ne perdoni - ormai non può essere più punto d'incontro. Dobbiamo aspettare ancora dell'altro tempo per convincercene?
E non è possibile nemmeno - e Dio ce ne guardi col Miracolo del suo Spirito Santo - che l'incontro e la riunificazione della Chiesa e del mondo possa avvenire annullando la distinzione da parte degli uomini della Chiesa cercando di diventare e di essere uomini di mondo. Non si riconcilia la Chiesa con gli uomini fra i quali la Chiesa è e per i quali la Chiesa deve essere la continua presenza di Cristo in tutto il suo Mistero, livellando gli uomini di Chiesa, che sono chiamati ad essere uomini di Dio, sul piano degli uomini del mondo.
Perché è terribilmente assurdo nel modo più assoluto - e è disgrazia tremenda per la Chiesa, per gli uomini e per noi, che molti fra noi preti lo dimentichino - che per far crescere i valori umani sia inevitabile ridimensionare quelli cristiani e lasciar cadere quelli sacerdotali o abbandonare addirittura la Chiesa.
Non può essere modo cristiano, e nemmeno può essere considerato onesto e serio tentativo di riconciliazione della Chiesa e degli uomini, andare loro incontro meno sacerdoti, meno uomini di Dio. Ogni volta che questo avviene, chi ci rimette è Dio fra gli uomini, e cioè sono gli uomini, l'umanità nel suo bisogno infinito di Dio, di Gesù Cristo.
Se non altro perché staccare una mano dalla Croce per tenderla, va bene, a patto però che subito dopo si rinchiodi alla Croce, perché diversamente l'umanità rimane senza braccia aperte, costrette ad un abbraccio infinito.
Sono tante tristezza le storie dei nostri tempi (come di tutti i tempi) che raccontano di ricerche di incarnazione, di partecipazione dell'esistenza umana, di tentativo d'incontro e di riconciliazione con gli uomini dentro cui si vive, perché sono come un camminare che non è un andare verso da dove si è partiti. Il Cristianesimo è una via per il ritorno. Il Vangelo ne è testimonianza chiarissima dall'Annunciazione a Nazareth al monte degli Olivi per l'Ascensione. "Io vado a Colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda, dove vai?".
E tanto meno siamo d'accordo con quella ricerca di contatto con l'umanità del nostro tempo pagata a prezzo di valori cristiani e sacerdotali, a sorvolamenti più o meno disinvolti di verità fondamentali del Vangelo, a mitigazioni e raddolcimenti di testimonianza di quello che è Cristo. Anche se il tutto può essere presentato a seguito di ricerche dottrinali raffinatissime e modernissime. O anche se causato e quasi costretto dall'oscurantismo ottuso e pesante di uomini di Chiesa. E nemmeno - anche se con tutta la comprensione - per andare incontro a problematiche personali o esistenziali del clero: vita borghese, professionismo, benessere, sposarsi, ecc
Il terreno adatto, quello giusto, dove sia possibile l'incontro e l'abbraccio di Dio e degli uomini e quindi la riconciliazione fra la Chiesa e il mondo, superando gli abissi che li separano, non può essere messo insieme dagli uomini, congegnato dalla sapienza umana, frutto di compromessi e intrallazzi.
Ma perché la Chiesa da secoli e da millenni fatica così tanto, usando di tutte le risorse immaginabili e possibili, non rifiutandosi a qualsiasi mezzo, ricorrendo e sperando in ogni cosa a portata di mano, per presentarsi mistero di Dio, predicare il Vangelo, conquistare gli uomini a Cristo e non si mette una buona volta ad essere semplicemente Gesù Cristo, da Betlem fino al Calvario?
Il papa: Gesù Cristo. Ogni vescovo: Gesù Cristo. Ogni sacerdote: Gesù Cristo. Gli uomini di Chiesa: Gesù Cristo......
Ma non, intendiamoci bene, quel Gesù Cristo di cui si dice: il papa è il vicario di Cristo. E i vescovi sono i successori degli apostoli. E i sacerdoti sono i ministri di Dio ecc. Ma la realtà concreta fatta modo di vita, condizione di esistenza pratica, esemplificazione visibile, testimonianza esperimentabile, indicazione evidente.... tutto insomma in modo tale da far pensare a Gesù Cristo e attrarre a Lui o inquietare per via di Lui.
C'impressiona tanto dolorosamente che ciò che la Chiesa sta cercando nel suo rinnovamento, purificandosi da ciò che 1'appesantisce e l'annebbia e realizzando ciò che l'attualizza e la progredisce, risulti - e anche molto scopertamente - cercato per spinta a seguito dei tempi, per togliere via qualcosa che ormai è semplicemente assurdo o ridicolo mantenere, per un essere più sciolta e disinvolta.
Ancora stiamo aspettando - una riforma qualsiasi, una purificazione in qualche modo, una crescita di valori ecc. a causa di Gesù Cristo. Così che si possa vedere che Gesù Cristo è determinante nella Chiesa.
Vogliamo che questo avvenga nella Chiesa, assolutamente. Perché è giusto che avvenga: crediamo fermamente che la Chiesa è Gesù Cristo che continua ad essere vivente fra gli uomini, come realtà di Redenzione, pensiero e volontà di Dio, indicazione concreta del come Dio vuole che sia la vita dei figli di Dio. L'annuncio della Parola, la santificazione dei Sacramenti, la continuità della vita storica di Cristo: questa è la Chiesa.
La fedeltà dell'annuncio della Parola è indiscutibile.
La santificazione attraverso i Sacramenti è inesauribile.
La continuità della vita storica, come racconto vivente della vita di Gesù Cristo: qui la realtà della Chiesa nella sua storia fino alla sua realtà di oggi è disorientante, sgomenta e angoscia.
Delude penosamente.
E per tanti motivi: è ovvio, ma anche perché noi crediamo fermamente e risolutamente che l'incontro e la riconciliazione della Chiesa e degli uomini avverrà soltanto e in proporzione a quanto la Chiesa sarà Gesù di Betlem, di Nazareth, della Galilea, della Giudea. Dio fatto Uomo. La Chiesa anch'essa e più che sia possibile vero Dio e vero Uomo.
E' urgente e assolutamente indispensabile che accanto al Vangelo di Gesù Cristo possa essere scritto un altro libro, il Vangelo della Chiesa di Cristo.
Perché gli uomini del nostro tempo torneranno alla lettura del Vangelo di Cristo, dopo aver letto quello della Chiesa.
Non sappiamo se questo è sognare un mondo di fantasmi e di fate o invece un sognare ciò che sognava Gesù nei lunghi anni di Nazareth. Poi lungo le strade sassose e assolate della Galilea. La notte sul lago. Sotto il cielo dolce e appassionato di Gerusalemme. E quando guardava le moltitudini intorno a sé e le sentiva come pecore senza pastore.
E a questo sogno ci doveva credere perdutamente anche quando agonizzava e moriva sulla croce.


La Comunità


in Popolo di Dio: PdD anno 2° aprile-maggio 1969, Aprile 1969

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