In questi giorni sono apparsi su diversi giornali notizie e considerazioni e apprezzamenti vari a nostro riguardo e particolarmente in riferimento a due lettere unitamente inviate al Cardinale di Firenze e a don Mazzi, parroco dell'Isolotto.
Precisiamo che queste lettere avevano carattere assolutamente privato e sono state inviate agli interessati e a uno strettissimo giro di amici ai quali eravamo in dovere di comunicare il nostro atteggiamento e sulla riservatezza dei quali potevamo pensare di poter contare.
Non sappiamo in quale maniera i giornali siano venuti a conoscenza di queste lettere: certamente la riservatezza di qualche amico non è stata così assoluta come sarebbe stato doveroso che fosse (e ne siamo veramente dispiaciuti di questa incapacità a non buttare tutto sui giornali). Sta il fatto che noi non ne abbiamo nessuna responsabilità. t
I giornalisti si sa come sono: cercano il sensazionale, lo scandalistico, l'impressionante a costo di tutto e quando e dove non è possibile, forzano le cose in modo che non sia possibile che non susciti scalpore, contrasti, polemiche.
E' un male contro cui è inutile combattere.
Il miglior sistema è leggerli meno che sia possibile. E in ogni caso, rimanerne assolutamente liberi è indispensabile per l'uomo onesto.
Noi abbiamo inviato quelle due lettere (è stato ai primi di novembre) perché abbiamo sentito il dovere di esprimere la nostra umile opinione e ci è sembrato onesto offrire il nostro modesto parere per la soluzione migliore di tutta la crisi fiorentina senza che le confusioni successe impedissero un serio sviluppo dei valori emersi.
Abbiamo consigliato semplicemente che l'uomo non prevalesse sul problema che unicamente conta: quello del Regno di Dio.
E che poveri preti si permettano esprimere la propria sofferenza per tutta una situazione così appesantita e desiderino, anche chiedendo grossi sacrifici, uno schiarirsi per un tornare di tutti a quell'essere "servi inutili" di cui parla Gesù e quindi fratelli e cioè "una cosa sola" come Lui e il Padre, non si vede che ci possa essere qualcosa di sorprendente.
E che i soliti poveri preti possano osare di esprimere un giudizio e dare un consiglio ad un Vescovo e Cardinale, mossi unicamente dalla ricerca del bene della Chiesa, non si vede come tutto questo possa suscitare scalpore, creare sensazione, rischiare lo scandalo ecc. invece che essere considerato sincerità, Amore vero, fedeltà a tutta prova alla Chiesa, a meno che non si tratti del
pettegolezzo di giornali a sensazione e di lettori dallo scandalo facile, evidentemente poco abituati a "cercare prima di tutto il Regno dei Cieli", considerando tutto il resto soltanto un soprappiù buono solo ad appesantire e complicare fino a misure spaventose.
don Sirio
in Popolo di Dio: PdD anno 1° dicembre 1968, Dicembre 1968
Luigi Sonnenfeld
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