Prima di andare a scuola, aveva provato il peso della sua pelle nera, sapeva di appartenere a una razza inferiore. Conobbe l'amicizia di due bambini bianchi, ma fu impossibile continuarla... I genitori impedivano non con ostilità, ma con scuse, che il piccolo Martin giocasse coi loro bambini. Seduto sulle ginocchia della madre, seppe del loro peccato, della loro maledizione, "cominciò a raccontarmi della schiavitù, e come vi fu posto termine con la guerra civile. Il Sud, per legge, assegnava una separazione fra bianchi e negri nelle scuole, i ristoranti, i teatri e i quartieri cittadini... non perché questo rientrasse in un ordine naturale, ma perché lo volevano i bianchi". Suo padre - pastore della chiesa battista - aveva condotto una lunga lotta, prima della nascita di Martin, in favore della comunità negra di Atlanta.
"Su questo sfondo familiare, non c'è da meravigliarsi che anch'io abbia imparato a detestare la segregazione, che consideravo assurda da un punto di vista razionale e ingiustificabile moralmente".
Nasce ad Atlanta il 15 gennaio 1929 in una famiglia della classe media. Si laurea in teologia a venticinque anni. Risvegliatosi in quel tempo dal sonno dogmatico che lo rendeva inadeguato sia per la chiesa sia per la vita personale, si convinse che la storia è una serie di conflitti non riconciliati e che l'esistenza dell'uomo è piena di angoscia e minacciata dalla mancanza di significato. Mentre la definitiva risposta cristiana non si trova in alcuna di queste asserzioni esistenzialistiche, vi è molto che il teologo può usare per descrivere il vero stato dell'esistenza umana. In questo tempo il giovane teologo acquista sempre più interesse e si impegna nei problemi sociali. Vedeva come i sistemi di segregazione finivano nello sfruttamento del negro, come pure del bianco povero.
Il tempo della ricerca
Nella sua ricerca fu immediatamente influenzato dal Vangelo: "Il Vangelo riguarda l'uomo intero, non soltanto il suo benessere spirituale, ma anche quello materiale. Qualsiasi religione che professa interesse per l'anima dell'uomo e non si preoccupa ugualmente dei tuguri che dannano l'uomo, delle condizioni economiche che lo paralizzano, di quelle sociali che lo storpiano, è una religione spiritualmente moribonda che aspetta le sue esequie".
In questo tempo quasi dispera della forza dell'amore per risolvere i problemi sociali. L'offrire l'altra guancia e l'amare i nemici gli sembrava valido solo nei conflitti di individui con altri individui, ma non quando gruppi sociali e nazioni sono in conflitto. Nella conoscenza della filosofia di Gandhi il suo scetticismo sulla capacità dell'amore diminuì gradatamente e arrivò a vedere per la prima volta che la dottrina cristiana dell'amore operante col metodo gandhiano della nonviolenza era una delle armi più potenti a disposizione degli oppressi nella loro lotta per la libertà.
Una donna coraggiosa
Nel 1954 sposa Coretta Scott, sua compagna di studi; una sposa cristiana degna di lui:"Mio marito diceva spesso ai suoi figli - quattro erano i figli di Martin e di Coretta - che un uomo il quale non sa per cosa morire non è preparato a vivere. Diceva anche che l'importante non è vivere a lungo, ma vivere pienamente. Sapeva che in qualsiasi momento la sua vita poteva essere abbreviata e noi prevedevamo questa possibilità".
In questo stesso anno è pastore battista a Montgomery (Alabama): in questa comunità dopo pochi mesi ha un'esperienza che gli servì come chiarimento di idee sulla non violenza più di tutti i libri che aveva letto. Il primo dicembre 1955 una giovane negra viene imprigionata per essersi rifiutata di cedere il posto in autobus a un bianco. Tutti i negri della città sono invitati da Martin a boicottare il servizio degli autobus. Per 382 giorni cinquantamila negri vanno a piedi cantando: "Andrò a piedi sulle mie due gambe fino all'avvento del Regno! Andrò a piedi sulle mie due gambe fino a che mio fratello mi darà la mano!". Le società gerenti devono capitolare abolendo la segregazione negli autobus. Per vendetta la casa del pastore viene fatta saltare. Coretta trema per Martin: "Ma se il Signore ci ha posto alla testa del movimento, abbiamo noi il diritto di ritirarci?". Mai il giovane pastore si è ritirato: anche dopo essere stato pugnalato mortalmente nel 1958 da una donna negra. Non ha incertezze per il rischio della sua vita, teme per quella della sposa e dei suoi figli. Ma è Coretta che gli dà coraggio: "Noi siamo nelle mani del Signore. Tutti al Suo servizio per il compito che ci ha affidato. Bisogna continuare, Martin".
Io sogno ancora
Martin continua sulla via dell'amore e della sofferenza. E' arrestato o imprigionato ad Albany in Georgia mentre guida una campagna di manifestazioni nonviolente contro la segregazione nei ristoranti. Libero per il riscatto pagato da uno sconosciuto (e la campagna fallisce!). Nel 1963, dopo avere sfidato insieme ai suoi fratelli negri disarmati i manganelli e i cani della polizia, finisce in prigione con tremila suoi compagni. Dal carcere di Birmingham è liberato dallo stesso presidente Kennedy. I segregazionisti debbono venire a patti ed accordare l'integrazione nelle scuole, biblioteche, ristoranti e molti altri edifici pubblici.
Il 28 agosto guida una marcia su Washington di 250 mila persone provenienti, in tutti gli stati dell'Unione. Gli estremisti fanno saltare l'appartamento da cui King e i suoi collaboratori dirigono le operazioni, per questa volta è salvo: quattro bambine negre sono uccise da una bomba e altri bambini trucidati dalla polizia. Nel 1964 riceve il Nobel per la pace. Nel 1965 a Selma è a capo di numerose manifestazioni di piazza per il riconoscimento del diritto di voto ai negri. Viene malmenato perché vuole una stanza in un albergo "per soli bianchi". Nel 1966 vive a Chicago fra i baraccati negri e conduce una campagna per rivendicare i loro diritti civili, sociali, economici. Mentre parla in un parco gli viene lanciato contro un coltello. Nel 1967 si schiera e manifesta contro la guerra nel Vietnam: "Una nazione che continua, anno per anno, a spendere per difendersi militarmente, piuttosto che per migliorare la vita dei suoi uomini, è ai margini della morte spirituale".
Assassinato
Il mercoledì 4 aprile 1968, alle 18,01, Martin Luther King è assassinato con un colpo di fucile a Memphis, dove si era recato per preparare una "marcia di poveri". Una marcia di quei poveri negri americani che non sono mai stati una massa di assassini. Non hanno mai ucciso bambini di una scuola domenicale, non hanno mai impiccato uomini bianchi ad alberi che portano strani frutti. Non sono mai stati gli autori incappucciati di violenze, che linciano gli esseri umani secondo la loro volontà e li annegano secondo il loro capriccio.
Il mondo buio, disperato, confuso e ammalato dei vigliacchi e degli assassini ha respinto questo uomo cristiano che alcuni anni prima aveva detto: "Se un giorno mi troverete assassinato, io non voglio essere vendicato con la violenza ma con l'amore".
don Rolando
in Popolo di Dio: PdD anno 1° dicembre 1968, Dicembre 1968
Luigi Sonnenfeld
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