La vita che stiamo facendo ogni giorno, perduti e nascosti fra i braccianti agricoli dell'azienda dove lavoriamo ci aiuta a scoprire con nuova chiarezza e forza certe realtà del Vangelo, finora rimaste soltanto al livello di "parole". Diventano piano piano carne e sangue della nostra vita. Concretezza quotidiana di un'esistenza umana che, in questo, assomiglia alla normalità dell'esistenza della grande maggioranza degli uomini. "Se uno mi ama prenda la sua croce e mi segua", queste parole di Gesù, che ci raggiungono nel vivo del nostro doloroso e faticoso cammino di uomini come un invito ad andare avanti nella speranza, mi venivano in mente mentre salivo per le piagge dei campi carico di grossi fastelli di salci appena appena tagliati.
Ho pensato alla grande croce che ogni giorno gli uomini che lavorano devono portare sulle proprie spalle e - tante volte - anche sul cuore. A questa grande croce dei poveri, che essi portano con grande dignità, senza eccessivi lamenti, con impegno e serietà spesso davvero straordinari. La croce del pane guadagnato con la fatica di tante ore di lavoro, della casa, dei figli tirati avanti proprio per la fedeltà a questo peso di tutti i giorni. Ed è una fatica e un peso che essi portano non solo per se, ma anche per coloro che hanno pensato bene di scrollarsi di dosso questa croce che è di tutti e hanno cercato qualcuno che la portasse anche per loro. E l'hanno subito trovato: "i poveri li avrete sempre con voi". Sono proprio loro, i poveri, che hanno curvato le spalle e hanno preso su di se, come il Cristo, la croce quotidiana di chi ha preferito i palazzi lussuosi, le vesti sfarzose, il pane non sudato.
E anche se non lo sanno, essi, sono sempre con Lui, col Cristo, sui Suoi stessi passi, sullo stesso sentiero, perchè continuano il Suo stesso destino e, con Lui, preparano e fanno la salvezza del mondo.
Siamo molto felici che l'Amore di Dio ci abbia concesso la gioia di entrare a far parte di questo popolo, sentiamo che il nostro sacerdozio è stato arricchito, completato, inserito più profondamente nella "storia della salvezza" che di continuo" si svolge sulla terra. Questa croce che finalmente abbiamo ritrovato anche come preti di Gesù Cristo ci fa scendere nell'intimo del destino umano, arricchisce e rafforza il nostro cristianesimo, la nostra consacrazione all'Amore e al Servizio.
Siamo contenti di aver ritrovato la "nostra" Croce: l'avevamo perduta di vista, ci avevano anche detto che non era conveniente e giusto portarla, volerla riprendere sulle proprie spalle. Ora che invece ci è stato possibile riabbracciarla, abbiamo avuto l'immensa gioia di fare una scoperta che ci ricolma il cuore di felicità, su quella croce abbiamo ritrovato anche Lui, il Signore Gesù, che ci attendeva. "Far vedere il Cristo... Mio Dio quanti apostoli per parlare del Cristo, quanti pochi forse per viverLo!
Far vedere il Cristo, predicarLo in silenzio.. Lasciare che Tu viva la Tua incarnazione, lasciarTi vivere in noi la Tua vita."
Père Albert Peyriguère
i due don Beppe
in Popolo di Dio: PdD anno 2° gennaio 1969, Gennaio 1969
Luigi Sonnenfeld
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