Fame e sete di giustizia

Una delle posizioni più precise e più impegnative, più dichiaratamente cristiane che possiamo prendere oggi è probabilmente quella della nonviolenza. Perché è un porsi di fronte dentro ai problemi del mondo in maniera unicamente cristiana, sulla linea che arriva fino all'assurdo - e qui vi è la garanzia del suo essere cristiana - di annunciare, gridare, lottare appassionatamente, ma senza difendersi e senza ferire, preferendo morire che uccidere.
II nonviolento per convinzione è sempre necessariamente un rivoluzionario, uno che ha fame e sete di giustizia, un operatore di pace, un mite, un violento nel rapire il Regno dei Cieli. Le realtà apparentemente contrastanti possono coincidere nell'annuncio cristiano nel quale tutto acquista una fisionomia nuova, ma unitaria, nata da quella perenne novità di esistenza che è Gesù Cristo.
Questo porsi del cristianesimo come vita nuova ci interessa in tutti i suoi aspetti, specialmente in tutto ciò che costringe ad operare scelte che dimostrino agli altri chi siamo.
Vorremmo cominciare a riflettere seriamente sulla nonviolenza così come abbiamo fatto finora sulla povertà, la verginità, il lavoro - realtà che vi offriamo attraverso la nostra vita e le nostre riflessioni.
Cominceremo pubblicando brani di articoli e notizie apparsi nel Catholic Worker pubblicato a New York del quale quella grande donna che è Dorothy Day è tuttora l'animatrice.
Intorno al giornale si è creato un vasto movimento oggi più che mai personalmente impegnato in chiare posizioni prese su problemi sociali e sulla guerra del Vietnam da loro totalmente e coraggiosamente rifiutata: parte dei giovani membri di questo movimento sono in prigione (le sentenze sono quasi tutte di tre anni) per avere bruciato le cartoline precetto.
Alterneremo queste esperienze di vita vissuta e pagata con riflessioni nostre e di chiunque vorrà inviarle.


"Il momento più drammatico della Conferenza Internazionale degli Obiettori di Coscienza (WRI) tenuta in Pensilvania il_25/28 agosto 1969, è stata la partecipazione della maggior parte degli aderenti al processo di Robert Eaton, uno dei membri più impegnati del WRI.
Essi si recarono a Filadelfia dove furono raggiunti da altre 200 persone: parte entrarono nell'aula con Eaton, altri formarono una lunga fila silenziosa che circondò l'edificio. Eaton che si era recato a Saigon e a Hanoi con lo yacht Phoenix a portare medicinali per le vittime civili della guerra, era imputato di avere rispedito la cartolina precetto e di essersi rifiutato di collaborare in qualsiasi modo col Sistema di Servizio Selettivo.
La sentenza fu di tre anni di carcere.
Eaton, un membro del movimento quaqquero, dichiarò, prima della sentenza, di rinunciare a qualsiasi classificazione religiosa o professionale che potesse essergli motivo di privilegio.
Martin Niemoller, VicePresidente del WRI, noto per i suoi otto anni di campo di concentramento ai tempi di Hitler, era accanto a Eaton; l'avvocato difensore gli domandò se la presente situazione americana avesse qualche somiglianza con la Germania di Hitler. La risposta di Niemoller fu che negli Stati Uniti vi è ancora libertà di religione e di parola. Aggiunge che se molti giovani tedeschi avessero preso la posiziono di Eaton nel periodo nazista, Hitler non avrebbe potuto formare un esercito conquistatore.
II Segretario Generale dei Pacifisti Buddisti Vietnamiti fece una dichiarazione durante il processo dicendo: "come vietnamita e buddista mi sento vicino a lui perché egli è il simbolo dell'amicizia e della riconciliazione fra il Vietnam e gli Stati Uniti quando questa guerra sarà finita."
L'ultimo commento in favore di Eaton fu fatto da Prasad: "come il diritto alla vita, anche quello di non toglierla è un diritto umano fondamentale... nella vita di una persona coraggiosa e cosciente ci sono momenti in cui la disobbedienza civile sembra essere l'unica strada da prendere."
Alla fine del processo i membri della conferenza ripresero le discussioni sul grande tema della pace. Una gran parte dello spazio fu dedicata al tema della Rivoluzione, anima della nonviolenza. Fu sottolineato che essa doveva non tanto mirare al raggiungimento, quanto alla sua diffusione a tutti gli strati della popolazione attraverso la distruzione dei centri di potere economici o politici.
Fu sottolineata l'importanza della purezza dei mezzi da usarsi, puri in ogni circostanza e in qualsiasi luogo per potere portare a termine, con spirito di amore e vera liberazione gli ideali che animano la rivoluzione."
(dal Catholic Worker - settembre 1969 - New York)

in Popolo di Dio: PdD anno 2° dicembre 1969, Dicembre 1969

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