Ma come stanno le cose?
Nel numero di Giugno de "Il nostro Lavoro" sotto il titolo "Il Fronte del Marmo", abbiamo esposto il nostro modesto parere sulla situazione economica dell'industria marmifera in ordine alla lotta che i lavoratori sostengono per il rinnovo del loro contratto nazionale.
Coscienti di aver esaminato il problema con obiettività, indirizzavamo anche agli industriali "seri" l'invito a dimostrare a fatti le loro sollecitazioni e le loro preoccupazioni per la sorte delle maestranze - costrette a sopportare gli enormi sacrifici derivanti dalla prolungata agitazione - affinché si escogitasse la maniera di riprendere le trattative così assurdamente interrotte ad opera della Confindustria.
Fino a questo momento però, nessun fatto nuovo è intervenuto nella vertenza ad avvicinare le parti, a rinnovare soprattutto la testarda posizione confindustriale che si rifiuta di dare regolare avvio alla trattativa, per cui, la dignitosa consapevolezza dei lavoratori del marmo non poteva esprimersi altrimenti che confermando l'ulteriore manifestazione di lotta con lo sciopero nei giorni 10, 11, 12 e 13 corrente mese.
Un fatto nuovo, veramente, c'è stato: si è trattato qua e là, di certi ridimensionamenti di personale di alcune aziende del Carrarese e della Versilia - certamente in contrasto con le affermazioni già riportate del Presidente dell'U.G.I.M.A. in materia di piena occupazione - e che tuttavia, restiamo fermamente convinti non aver niente a che fare con la situazione economica del settore, ma di essere piuttosto il risultato dell'operata automazione degli impianti produttivi.
Non siamo ancora riusciti a comprendere se questa nuova prodezza padronale sia più giustificata dalle imprescindibili ragioni economiche, piuttosto che da motivi strumentalistici della congiuntura. Secondo una certa logica imprenditoriale questo vuol essere un altro pezzo del mosaico dimostrativo della crisi(e non altro) per sollecitare interventi governativi a favore del settore.
Nonostante questo e i motivi di preoccupazione che sorgono da molte parti per l'andamento congiunturale in genere e dell'industria del marmo in particolare, abbiamo avuto la ventura di leggere sul quotidiano "La Nazione" dell'8/7 - notoriamente portavoce industriale - che le spedizioni di marmo da Carrara effettuate nell'arco di tempo che va da Gennaio a Maggio compreso, dell'anno in corso, ammontano a Tonnellate 154.662,9 con un aumento di 2.937 tonnellate rispetto allo stesso periodo dell'anno 1963.
Non ve n'era bisogno: ma ringraziamo "La Nazione" di aver portato il suo pensiero in appoggio alla nostra tesi.
Intanto il particolare interesse dei partiti al governo o all'opposizione provoca la crisi governativa. I prezzi sono in costante aumento, aggravando la situazione del bilancio familiare specialmente per i prestatori d'opera. Pare che ovunque sia terreno fecondo per l'affermazione della confusione e per il predominio di una parte sull'altra.
Se un insegnamento dobbiamo cogliere dalle attuali vicende economiche è che l'autonomia delle decisioni e dei comportamenti, quando si realizza soltanto sulla sollecitazione dell'interesse particolare e immediato e non si inserisce in una attenta valutazione dei bisogni e delle convenienze collettive, significa soltanto disordine, sperpero di risorse, inefficienza.
Quest'ultimo - ci perdoni la Confindustria - è il male che maggiormente affligge la classe imprenditoriale nostrana.
A. B.
in Il Nostro Lavoro: Il NL - Anno 2 - N. 7 Viareggio - Luglio 1964, Luglio 1964
Luigi Sonnenfeld
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