Non è solo per il pane che si lavora,
perché il pane si può anche rubare
e si può rubare
anche qualcosa di più che il pane.
Ma si lavora
perché ognuno sia come una ruota
di vita nell'ingranaggio del mondo.
Si lavora perché ognuno capisca
dentro se stesso
il giorno e la notte
e la fatica delle stagioni,
la musica e l'amore
e le ragioni dell'Universo.
Si lavora
perché le nostre parole
abbiano un peso di verità,
nell'assemblea degli uomini.
Dal volume "I cavatori delle Alpi Apuane" Ed. La Nuova Europa
in Il Nostro Lavoro: Il NL - Anno 2 - N. 7 Viareggio - Luglio 1964, Luglio 1964
Luigi Sonnenfeld
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