Lo Statuto dei lavoratori

PRO

Credo che leggi che favoriscono i lavoratori siano non solo utili ma necessarie.
Contro queste leggi alcuni sostengono che è bene che i lavoratori conquistino i loro diritti esclusivamente con le lotte sindacali.
Non mi pare che queste critiche siano giuste; secondo me, se una legge può favorire realmente i lavoratori, è senza dubbio bene lottare perchè venga fatta: oltretutto i padroni, in situazioni favorevoli per loro, non hanno mai perso l'occasione di ottenere qualche legge che li favorisce contro i dipendenti, e sarebbe quindi sciocco che i lavoratori rinunciassero alla possibilità di conseguire dei vantaggi e dei miglioramenti attraverso una legge.
Non è nemmeno vero che i rapporti padroni-dipendenti debbano essere regolati solo mediante la trattativa sindacale perchè si tratta di questioni riguardanti esclusivamente le categorie interessate.
A chi si oppone, per esempio, al progetto di legge per lo Statuto dei diritti dei lavoratori, sostenendo che i rapporti di vita nelle aziende sono materia contrattuale, sfugge la natura pubblica di questi rapporti: la tutela della sicurezza, della libertà, della dignità umana nelle aziende è un fatto di civiltà che investe tutta la società e tutti i cittadini: la condizione dell'operano nella fabbrica è una questione che si riflette sul modo di essere di una intera nazione, è una questione quindi di interesse fondamentale per l'intera collettività.
Che un industriale per rappresaglia possa licenziare tutti i sindacalisti della sua fabbrica è un problema che riguarda tutti i cittadini e non solo i lavoratori di quella fabbrica o di quella categoria; lottare per una legge che impedisca questa rappresaglia vuol dire lottare per la libertà sindacale nelle -fabbriche, ma vuol dire anche lottare per la dignità di tutti e la civiltà della nostra nazione.
Anche potendo ottenere lo stesso risultato con un accordo sindacale sarebbe più bello e più giusto che le rappresaglie e le discriminazioni fossero vietate con un provvedimento di legge, fatto in nome di tutto il popolo italiano.
E. V.


CONTRO

Le considerazioni che mi si offre di scrivere su tale argomento non possono essere necessariamente «contro», come potrebbe apparire dal titolo. Non nutro certamente preconcette ostilità nei confronti degli strumenti di tutela legislativa dei lavoratori, quando questi strumenti si rivelano indispensabili per il perseguimento di un interesse generale e pubblico.
Occorre pertanto richiamarci necessariamente ai principi sulla base dei quali soltanto è possibile concepire e realizzare, in termini di sostanziale autonomia del sindacato, la tutela dei lavoratori organizzati. Esemplificando, cito la proposta di riforma legislativa delle norme sul collocamento; la istituzione del Fondo per l'investimento del risparmio contrattuale dei lavoratori; la istituzione della Cassa per la formazione professionale.
Certamente non è accettabile che i problemi inerenti al rapporto di lavoro ed alla presenza dei lavoratori nell'impresa, siano oggetto di provvedimenti legislativi.
La contrattazione collettiva offre così ampie possibilità di regolare non soltanto gli aspetti remunerativi e normativi del rapporto di lavoro, ma anche le altre questioni riguardanti la presenza e l'azione del lavoratore nella fabbrica, in quanto tale od organizzato nel sindacato, che ogni altra regolamentazione di carattere legislativo finirebbe per mortificare proprio la libertà del lavoratore stesso.
Le soluzioni contrattuali, anche sulle condizioni di tutela dei lavoratori nell'azienda, rappresentano la via maestra per una più penetrante partecipazione dei lavoratori organizzati alla vita ed alla direzione dell'impresa nelle forme e nei modi liberamente stabiliti.
Alla luce di queste argomentazioni non può non risultare privo di realismo il proposito di risolvere questi complessi problemi attraverso la elaborazione di leggi..
Sono pertanto convinto che la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori possa essere più validamente e più efficacemente perseguita, per gli aspetti che strettamente riguardano la disciplina del rapporto di lavoro, sul terreno della libera contrattazione collettiva, e per gli aspetti che riguardano il progresso generale dei lavoratori, sul terreno della politica di sviluppo economico-sociale. Appare quindi più opportuna e più sicura la via del contratto collettivo anche per la definizione di concrete forme di tutela dei diritti e delle libertà dei lavoratori. Alcune di queste forme sono già previste in diversi contratti in materia di trattenute sindacali, permessi, comunicazioni sindacali, ecc.
Pertanto, argomenti del tipo: a) Libertà di comunicazioni sindacali, b) Libertà di riunione in fabbrica per scopi sindacali, c) la materia delle trattenute sindacali, d) la materia dei permessi sindacali, possono tranquillamente costituire oggetto di un accordo sindacale a livello in-terconfederale, facilmente rettificabile ove occorra, senza dover scomodare il legislatore che fisserebbe rigide norme le quali finirebbero, come spesso accade, per essere utilizzate a danno degli stessi lavoratori.






A. B.


in Il Nostro Lavoro: Il NL - Anno 2 - N. 6 Viareggio - Giugno 1964, Giugno 1964

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