PREMESSA
Le tabelle salariali riportate nei contratti collettivi di lavoro, esprimono "valori minimi" retributivi, cioè la paga base, al di sotto dei quali, in sede applicativa ed in via teorica, non è possibile scendere.
Indicano cioè quel minimo di retribuzione oraria che e stato possibile concordare tra Sindacato e Controparte.
Anche senza una specifica competenza delle trattative, e facile supporre le innumerevoli argomentazioni che gli imprenditori esprimono, in qualsiasi situazione economica, per contenere al minimo possibile ciò che del reddito di lavoro, deve andare ai lavoratori.
I motivi più ricorrenti si riferiscono a criteri di economicità dei costi, possibilità di mercato, competitività o concorrenza, pressione fiscale. Non ci pare che sia un giusto sistema il fatto che, dall'altra parte del tavolo delle trattative, siano accomunati rappresentanti di aziende artigianali, cooperativistiche, piccola e media industria, grandi complessi industriali e monopoli.
Questa rappresentanza di differenti interessi gioca a tutto favore del grosso capitale: le piccole aziende, per comprensibili motivi di sopravvivenza, contribuiscono a mantenere bassi i minimi salariali.
Il diverso potere economico delle aziende esprime indubbiamente anche diversi valori di produttività, determinando i guadagni delle medesime aziende.
A fronte della situazione sopra accennata, i Sindacati adottano la contrattazione a "livello di azienda" al fine di creare dei "correttivi salariali" da aggiungere ai minimi contrattuali, mediante considerazioni particolari secondo le varie caratteristiche delle aziende, che ha già fornito risultati soddisfacenti.
Ci permettiamo (anche se non è il compito del nostro giornale) far presente ai Sindacati la necessità di aggiornamento culturale e tecnico dei propri rappresentanti aziendali e membri di CI., per proporre, nelle trattative di azienda, argomentazioni tecnicamente valide sotto il profilo umano, sociale ed economico, per il logico e rapido conseguimento dei traguardi prefissi.
IL CARO VITA
Ove la contrattazione venisse applicata genuinamente in questi termini, noteremmo che la spirale "salari-prezzi" non avrebbe motivo di lievitazione, poiché i valori di questa spirale aumentano sensibilmente, particolarmente per i generi di prima necessità, nel corso di aumenti salariali indiscriminati.
I valori dei correttivi salariali, in quanto espressi all'interno dell' azienda dì un determinato settore produttivistico, non producono alcuna spinta sui prezzi.
IL PROBLEMA UMANO
Ma non comprendiamo come l'Istituto degli "Scatti di Anzianità" venga così poco considerato dai Sindacati e, spesso, anche dagli stessi operai.
Sappiamo di aziende che ogni anno licenziano il personale per evitare la maturazione degli oneri relativi al salario differito: ma questa ragione non ci pare sufficiente a giustificare l'indifferenza dimostrata per questo congegno degli scatti paga.
E' pur vero che occorrono alcuni rinnovi contrattuali prima che l'istituto abbia raggiunto un grado dì sufficiente soddisfazione per i lavoratori e possa costituire effettivamente la "carriera salariale" degli operai, ma e anche vero che la sperequazione attualmente in atto fra le paghe e gli stipendi e dovuta principalmente agli scatti dì retribuzione che gli impiegati hanno {e da tempo) e gli operai no.
E' una strada, questa, che i lavoratori debbono percorrere decisamente, dato che questa integrazione - di importanza economica ed umana indiscutibile - può incrementare efficacemente il salario.
Rappresenta la via più appropriata per la quale l'imprenditore deve retribuire la maggiore esperienza che col passare degli anni il dipendente accumula e pone senza riserve al servizio dell'azienda, mettendo anche fine alla ingiusta situazione nella quale un operaio anziano ed un giovane inesperto vengono retribuiti con lo stesso metro.
Realizza, fra l'altro, anche una maggiore partecipazione degli operai al reddito, con appropriata forma di ridistribuzione economica che non può trasferirsi o trasformarsi in aumento di prezzi.
Il nostro discorso ha girato molto largo per giungere al punto, ma riteniamo che fosse necessario scrivere tutto quanto è stato scritto per renderlo, almeno crediamo, più comprensibile.
In definitiva, vuole essere un richiamo teso a potenziare il valore reale del salario, incrementandone il potere dì acquisto e salvaguardare anche le possibilità di vita di quelle categorie ormai improduttive degli invalidi e dei pensionati.
A. B.
in Il Nostro Lavoro: Il NL - Anno 2 - N° 3 Viareggio - Marzo 1964, Marzo 1964
Luigi Sonnenfeld
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