La Pasqua per noi cristiani è Dio fatto Uomo che porta a termine, a perfetto compimento, la sua partecipazione di tutta l'esistenza umana.
Si offre fino in fondo al nostro destino umano, l'accoglie totalmente e lo vive in tutte le sue conseguenze.
Dio vuole essere nostro fratello, compagno lungo la nostra strada, uno di noi e noi tutti insieme.
E siccome tutto il mondo è nella prepotenza, ha accettato di esserne sopraffatto e vinto. L'ingiustizia è la regola dei rapporti umani e ha voluto esserne vittima. L'egoismo è la forza che comanda nel mondo e Lui ha voluto subirne la violenza spietata. Il privilegio nel suo preteso diritto di assoluta conservazione, schiaccia ogni diritto altrui, perfino alla vita, e Gesù Cristo si è lasciato uccidere. Ha lasciato che cadesse ogni suo diritto anche ad un'ombra di dignità personale ed è stato giudicato e condannato come un malfattore. Si è lasciato mangiare tutta la libertà fino ai quattro chiodi che l'hanno inchiodato, mani e piedi, ad una croce.
Gli uomini hanno avuto ragione di Lui e ne hanno fatto tutto ciò che hanno voluto. Fino a che la morte l'ha preso nel suo mistero, liberandolo da questo tremendo destino dell'esistenza umana.
Perchè questa storia di Dio fatto Uomo fino a consumare tutta la vicenda umana senza niente di attenuato e di escluso?
E' difficile rispondere col nostro criterio umano, così ristretto e temporalistico, secondo il quale ci viene da giudicare tanto assurda questa storia, fin quasi a non poterla accettare.
Sta il fatto che Dio, nel suo esistere umano, piuttosto che togliere l'ingiustizia ha voluto subirla, anziché spazzar via la prepotenza ha scelto di esserne vittima, piuttosto che vincere ha preferito essere vinto. Invece che impedire la morte, ha acconsentito di morire... perchè?
Penso che Dio voglia che siano gli uomini a demolire ciò che gli uomini hanno male costruito, devono essere gli uomini a rimettere a posto ciò che gli uomini hanno guastato: l'ingiustizia è l'umanità che la deve abolire, la libertà sono gli uomini che la devono ottenere, il rispetto della dignità umana sono le istituzioni umane che la devono difendere e affermare...
Lui è voluto però essere presente e dare tutto il suo infinito aiuto, in questo sforzo spaventoso di liberazione. Si è lasciato coinvolgere dalla nostra storia, come da una fiumana travolgente, per essere accanto e dentro a chi cerca la giustizia, a chi opera secondo verità, a chi rispetta il prossimo, a chi lotta contro l'egismo, il privilegio, la materialità di ogni interesse personale, di popolo, di razza, ecc.
Quando lavoravo nella condizione operaia e vivevo tutta quella situazione spesso così disumana e ingiusta, sentivo meravigliosa ed esaltante la presenza di Gesù Cristo. L'avevo accanto, eravamo insieme, perchè scoprivo la condizione operaia come la condizione di esistenza umana nella quale Lui è venuto a vivere e a morire, nella quale Lui è venuto - secondo il modo da Lui scelto, quello dell'Amore e del sacrificio di se stesso - a soffrire l'ingiustizia, la prepotenza, il sacrificio, la passione e la morte, e la morte di crocifisso al proprio destino.
Questa presenza la sentivo - e la sento - motivo e spinta e forza a cercare la giustizia, il rispetto, il rapporto fraterno, la parità di diritti... proprio perchè Lui è morto vittima dell'ingiustizia, della prepotenza, della sopraffazione.
Perchè Gesù non ha voluto, morendovi dentro, convalidare una realtà sbagliata e perversa di esistenza umana, ma ottenere una liberazione chiara e perfetta.
E' per questo, per fedeltà a Lui, che il Cristiano deve essere il più impegnato nei problemi della giustizia, della libertà, della dignità umana. Ha tutti i doveri derivanti dai motivi umani per spingerlo e sostenerlo in questo impegno, più - e sono di valore infinito, se crede su! serio in Gesù Cristo - i doveri che gli vengono da Gesù Cristo stesso che ha sofferto per questa liberazione, fino alla morte di Croce.
Vorrei tanto che gli operai sapessero e sentissero che Gesù Cristo è con loro. E' in quella condizione spesso d'ingiustizia e di prepotenza, di sfruttamento e d'oppressione, è dove non è libertà e dignità umana.
Il suo sacrificio di Croce è dentro questa condizione umana a cercarvi una profonda liberazione.
E la sua Resurrezione dopo l'ingiustizia, la sopraffazione, la violenza che l'hanno portato alla morte di Croce, è garanzia di sicura speranza.
So bene che gli operai hanno perduto la fiducia in Gesù (quella fiducia che per esempio hanno avuto gli schiavi dei primi tempi del Cristianesimo, il povero popolo di quei tempi) e non soltanto non sperano nulla da Lui, ma lo sentono quasi nemico o come un ostacolo alla loro liberazione.
Ma la speranza comincia a nascere, in questi nostri tempi, di un chiarimento di questo angoscioso problema di rapporti fra mondo operaio e Gesù Cristo.
E' una grande fatica della storia, ma verrà il tempo in cui chi cerca la giustizia sentirà Gesù Cristo compagno, chi cercherà la libertà sarà confortato dalla potenza liberatrice della sua libertà, chi s'impegnerà perchè gli uomini abbiano tutti gli stessi diritti e doveri per una identica dignità umana, farà forza in Lui primo fra tutti i fratelli.
Vorrei augurarvi in questa Pasqua una Fede profonda in Gesù Cristo e nella validità del suo sacrificio sulla Croce e nella verità della sua Resurrezione.
Anche se non avete Fede e non mettete mai piede in Chiesa, cercate di pensare un momento a Lui: è più vostro di quello che potete immaginare e porta con sé per voi possibilità di giustizia e di libertà assai più di quello che potreste desiderare.
Buona Pasqua, fratelli, a voi e alle vostre famiglie.
don Sirio
in Il Nostro Lavoro: Il NL - Anno 2 - N° 3 Viareggio - Marzo 1964, Marzo 1964
Luigi Sonnenfeld
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