Problema serio e importante in questa azienda che conta un centinaio di maestranze, fra operai e operaie, è lo spirito di unione, l'intesa, la considerazione vicendevole in modo che i problemi di un operaio o di un gruppo di operai siano problemi di tutti.
Sbriciolare la compattezza operaia, così fondamentale per salvaguardare gli interessi di tutti, nella ricerca di interessi individuali, non è spirito fraterno e solidale ricerca di giustizia.
Chi lavora in particolari condizioni favorevoli, per macchinario capace di maggiore produzione, per attrezzatura più moderna ecc., non deve ritenersi fortunato perché può guadagnare di più e non è giusto che questo maggiore guadagno personale gli impedisca di vedere tutto un problema umano di considerazione e di apprezzamento nei confronti dei compagni di lavoro che faticano e lavorano di più e guadagnano di meno.
Il macchinario nuovo, maggiorando assai la produzione, comporta un aumento di guadagno per l'azienda. Tutta l'azienda deve poter godere di questo miglioramento e non devono goderne soltanto il principale e gli addetti al nuovo macchinario.
E' interesse del dirigente creare posizioni di privilegio per un operaio o per un gruppo di operai e generalmente questi privilegi, con qualche fuori busta, possono essere mantenuti senza troppo sacrificio economico. E l'interessato porta a casa qualche biglietto da mille di più.
E' una vecchia storia sempre nuova e sempre dolorosa perché nasce e è alimentata dal solito egoismo, questa mala pianta annidata nel cuore dell'uomo.
E molte volte un egoismo per mantenersi e riuscire nei suoi scopi crea e mantiene e favorisce altri egoismi. E' una storia anche questa vecchia e sempre nuova.
Gli operai devono sapere guardare più lontano dell'interesse immediato, se vogliono il loro vero bene, e devono anche saper guardare accanto, a chi lavora sotto lo stesso tetto, legato alla stessa catena: anche per gli altri da quelle ore di lavoro deve uscire il necessario per la propria famiglia. E questo necessario cresce continuamente e quello che si porta a casa con la busta della quindicina non è mai sufficiente a provvedere a tutto questo «necessario».
E chi ha la casa propria e magari il pezzetto di terra se non altro per l'insalata e le cipolle, non deve dimenticare che chi dalla busta della quindicina deve togliere, prima d'arrivare a casa, l'affitto, ci fa un bel buco. E comprare tutto fino al prezzemolo e allo spicchio d'aglio, in capo al mese, spesso vuol dire fare dei debiti.
La solidarietà vuol dire rendersi conto dei problemi altrui, farli propri e fare di tutto per risolverli.
E' la coscienza di ogni operaio che può renderlo capace di solidarietà, d'intesa, di accordo con tutti i compagni di lavoro e deve essere una coscienza sana e onesta perché la busta sotto banco può essere sempre offerta e sarà sempre una tremenda tentazione.
E' chiaro che questo non è problema soltanto né in modo particolare dell'Azienda Pavimenti Apuani: ma abbiamo approfittato di certe situazioni particolari di questa azienda per scrivere di un doloroso problema generale, vera piaga del mondo operaio.
in Il Nostro Lavoro: Il NL num. unico gennaio 1963 - Viareggio, Gennaio 1963
Luigi Sonnenfeld
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