Presentazione e programma

immagine:  Presentazione e programma Già da molto tempo, sono mesi, stavo rimuginando l'idea di una pubblicazione periodica sia pure ridotta e povera, che riflettesse, con fedeltà e sincerità, la vita operaia di Viareggio.
Quell'esperienza che ho vissuta in tre anni di lavoro e poi in altri tre di contatto quotidiano con gli operai, mi hanno sensibilizzato ai problemi della condizione operaia, scoprendomi doveri di presenza, di partecipazione e d'intervento per tentare qualcosa che valga un miglioramento di rapporti, un clima più sereno, una dignità umana più rispettata, una valutazione del lavoro più sentita.
A tutto questo, più altre finalità strettamente cristiane e sacerdotali, ho mirato con la mia vita di prete operaio. E è per lavorare ancora a questi scopi, che ho pensato a una pubblicazione ordinata a raccogliere tutti i problemi su un piano umano della condizione operaia, per dire una parola serena capace di illuminare situazioni buie, liberare da soffocazioni ingiuste, sollevare un po' di fiducia e di speranza, allargare visuali e prospettive al di là dei limiti d'interessi personali ed egoistici.
Vi sono grossi problemi di educazione, di formazione al vero spirito operaio, che è doveroso affrontare. E sta il fatto che questa preoccupazione di educarsi al concetto della dignità della propria persona e del proprio lavoro, gli operai devono sostenerla con la loro buona volontà, perchè nell'azienda tutto il problema è soltanto problema di produzione al massimo e con la minore spesa possibile. Tutto il resto va bene sempre, quando si china la schiena e si dice sempre che è cotta.
Ho pensato che un prete che vive nel mondo operaio ha il dovere di occuparsi di questi problemi. Non sono qui per celebrare Messe nelle aziende e per dare Benedizioni o amministrare Sacramenti: sono qui perchè tutti i problemi dei fratelli operai siano anche problemi di un prete e quindi della Chiesa. Perchè tutta la loro sofferenza e fatica quotidiana sia sofferta anche da un prete e dalla Chiesa.
Perchè tutto questo sia vero non soltanto su un piano soprannaturale e invisibile, ma in modo concreto ed effettivo anche su un piano di testimonianza ho creduto che il modo migliore era lavorare con serietà e responsabilità alla stampatura di un foglio che rendesse visibile e responsabile a tutti i livelli questa presenza e questa partecipazione.
Può darsi che sempre più io venga a risultare dalla parte dei poveri e sembrerà che sempre più si aggravi un'impressione di polemica contro i ricchi e i padroni: non credo, perchè sarà sempre vero che quando si cerca la Verità e la Giustizia con sincerità e disinteresse, non si cerca mai per gli uni o per gli altri, si cerca per tutti.
D'altra parte Gesù Cristo diceva che ciò che vi è stato detto in un orecchio ditelo sui tetti, e a voler essere testimonianza di Lui, come ci ha comandato, è inevitabile trovarsi intruppati coi poveri e coi deboli.
E Pio XII diceva già nel '42: «la Chiesa non può ignorare o non vedere che l'operaio nello sforzo di migliorare la sua condizione si urta contro qualche congegno, che lungi dall'essere conforme alla natura, contrasta con l'ordine di Dio e con lo scopo che Egli ha assegnato ai beni terreni. Chi e soprattutto quale sacerdote o cristiano potrebbe restare sordo al grido che si solleva dal profondo e che in un mondo già fatto giusto da Dio, invoca giustizia e fratellanza dagli uomini? Ciò sarebbe un colpevole, ingiustificabile silenzio».

* * * * *

Ho pensato d'intitolare questo foglio che vorrebbe, ogni mese, essere seguito e letto da tutti i lavoratori della zona di Viareggio, «il nostro lavoro». E' perchè questo foglio vorrebbe essere una pubblicazione di tutti i lavoratori, di chi lavora, cioè di chiunque è impegnato in una prestazione della propria attività alle dipendenze di aziende piccole o grandi che siano.
E' vero che io non sono più nella condizione operaia. Ormai è già molto che non ho le ossa rotte alla sera per la fatica dei lavoro in cantiere, i calli mi sono spariti dalle mani e il libretto di lavoro, eccolo lì davanti, sulla mia scrivania, rimasto solo un ricordo e una nostalgia.
D'altra parte però anche se non posso più lavorare materialmente, se non sono più un prete operaio, un prete cioè che fa la vita operaia a tutti i livelli, sono rimasto totalmente aperto ai problemi operai, appassionatamente sensibile a tutto ciò che riguarda i lavoratori. E' per questa sincerità che mi sento giustificato a considerare il vostro lavoro ancora come mio lavoro: è di qui il titolo di questo foglio: il nostro lavoro.
Mi pare d'altra parte di potermi sentire nella condizione migliore per occuparmi di tutti i vostri problemi di lavoratori.
Penso di avere una preparazione spirituale e sacerdotale che mi renda aperto a una totale amicizia con tutti gli operai. Ho una esperienza di lavoro pagata di persona, vissuta per lunghi anni nella condizione operaia più completa. Mi trovo attualmente a vivere in piena povertà e non solo materialmente, ma anche da un punto di vista d'importanza personale veramente a zero. E forse è per questa mia situazione di povertà e di nessuna importanza, nemmeno ecclesiasticamente, che sento di avere una indipendenza e una libertà quasi illimitata nei confronti di tutti. Soltanto la mia Fede cristiana mi determina, ma questa mi spinge sempre più verso i poveri e i lavoratori.
Ho anche del tempo disponibile fin che voglio e spero anche qualche capacità di vedere serenamente i problemi e trattarli con onestà e compiutezza.
Allora ho deciso di rientrare nel mondo operaio, assumendone tutti i problemi, le difficoltà, le sofferenze: e non in modo silenzioso, nascosto, vissuto soltanto davanti a Dio, ma scoperto, coraggioso e responsabile attraverso questo foglio sul quale vorrei vivere ancora e seriamente «il nostro lavoro».

* * * * *

Di che cosa si vuole occupare questo foglio mensile.
Vi sono già riviste e pubblicazioni sui problemi operai e di lavoro. D'altra parte è risaputo che in generale gli operai non hanno gran voglia di leggere e ne hanno anche poco tempo.
Tutto questo è vero, ma è vero anche che esistono problemi che devono stare a cuore agli operai. E questi problemi vanno trattati e bisogna cercare di risolverli, perchè ne va di mezzo il bene di ciascun operaio e della classe operaia nel suo insieme.
Sono sei anni che sono qui in ambiente operaio. E ci vuol poco a notare che la forza unitaria del mondo operaio si è andata sempre più sbriciolando in interessi individuali.
I frazionamenti sindacali, poi le delusioni, la possibilità di farsi strada da soli, la tentazione della sistemazione, la pressione padronale, la paura del licenziamento, la difficoltà di nuovo impiego ecc. hanno fatto sì che questa visione unitaria, questa solidarietà sia andata indebolendosi e forse vada indebolendosi sempre più.
Eppure vi sono terreni comuni sui quali tutti possono e devono convenire. Interessi identici. Basi fondamentali d'accordo. Elementi d'unione.
E' doveroso, almeno a me sembra, cercare d'interessare gli operai di un'azienda ai problemi, ai fatti agli avvenimenti di un'altra azienda, di tutte le aziende. Se non altro su un piano d'informazione.
Questo foglio vorrebbe raccogliere tutte le notizie interessanti le diverse aziende e comunicarle a tutto l'ambiente operaio della città. Molte cose (mentalità, modi di trattare, situazioni non simpatiche, prepotenze, ingiustizie ecc. e anche lodevoli iniziative, mentalità aperte, sensibilità doverose ecc.) non devono rimanere dentro i cancelli e tanto meno fra le pareti di un ufficio e quindi nel gozzo di un povero disgraziato costretto a ingollare. Vi deve essere un foglio che raccoglie e, con un criterio di giudizio schiettamente umano, deve narrare come stanno le cose e dire: questo ci sembra fatto male e questo bene, così sì e così no.
L'unione si fa attraverso l'interessamento vicendevole. La simpatia si ottiene affrontando con coraggio le cose. E il rispetto si ha a non avere paura della verità. Allora è facile anche ottenere un clima di comprensione e di Amore fra gli uomini e quindi anche fra i lavoratori e datori di lavoro.
Può darsi che giudichiate tutto questo ideale irrealizzabile: però rimane doveroso fare qualche cosa, tentare.
Sta il fatto che questo foglio non si occuperà di questioni e di problemi sindacali. Non va mai bene fare ciò che possono e devono fare gli altri. I sindacati sono l'organizzazione essenziale del mondo operaio. L'operaio che si rispetta deve affidarsi al proprio sindacato e viverne tutta l'attività con serietà, impegno e disciplina, nella fiducia che il sindacato cerchi unicamente il bene della classe operaia.
Credo che nessun operaio in tutti questi anni che sono qui può dire che io mi sono occupato di sindacalismo, che ho cercato di fare qualcosa di pertinenza dei sindacati, che mi sono pronunciato per un sindacato o per un altro. E tanto più poi per problemi politici e di partito.
A ciascuno il suo compito e la sua attività. Ho sempre pensato che il fatto che ero un prete, e un prete nel mondo operaio, mi comportava soltanto una cosa: fare il prete e basta.
Questo foglio vorrei che fosse un po' come un cuore aperto: sempre pronto ad accogliere ogni sofferenza, ogni ingiustizia. Come un'anima sensibile capace di partecipare ogni problema. Come occhi attenti ai quali niente sfugge o passa inosservato. Vorrei che fosse una scuola che insegna materie fondamentali come la giustizia e l'Amore e la pace fra tutti. Vorrei che fosse come un libro aperto dove tutti possano leggere che gli uomini sono tutti uguali, che il lavoro è diritto, dovere e dignità umana, che il danaro non deve fare dei mangiatutti...
Problemi umani, di dignità del lavoro e di rispetto della persona umana. Problemi di rapporto fra dirigenti e maestranze, fra impiegati e operai, Problemi di unione e di simpatia e di collaborazione fra i lavoratori di una stessa azienda e delle aziende fra loro: questo è il campo di lavoro di questa pubblicazione.

* * * * *

E' chiaro che tutta questa attività è possibile svolgerla a patto che io trovi collaborazione nel mondo operaio. Questo deve essere un foglio scritto dagli operai, se non materialmente, almeno da un punto di vista di collaborazione.
Non sempre posso riuscire a sapere cosa capita in questa o quell'azienda. E non è facile nemmeno venire a conoscenza di una ingiustizia perpetrata a un singolo operaio. Vi sono discorsi o modi di trattare usati nelle aziende non davvero simpatici, ma non è semplice conoscerli. Se uno ingolla una pillola amara e tace per non avere la possibilità di risentirsi, non ci si può far nulla. Se vogliamo fare qualcosa per migliorare le condizioni umane (e sono importanti non soltanto quelle economiche, gli operai non dovrebbero dimenticare che queste sono sempre una conseguenza di principi di valore umano affermati e difesi) se vogliamo fare qualcosa, bisogna denunziare ciò che non va, ciò che è fatto male ecc. e indicare il modo giusto di vedere e di risolvere i problemi.
La collaborazione. Ho bisogno di sapere le cose. E' logico che devono essere problemi seri, controllati e rispondenti a verità. Poi l'articolo da pubblicare viene da sé. E anche senza dire nomi e circostanze, tutto sarà molto chiaro e scoperto. E ciò che è detto a Betta si dice perchè intenda anche Nena.
Non mancherà tutta la discrezione e la riservatezza necessaria e in ogni modo la responsabilità di ciò che è pubblicato sarà esclusivamente mia.
Collaborazione quindi e interessamento per la diffusione del foglio. Vorrei che aveste l'impressione come di avere un amico che vi parla, a leggere queste due pagine. Un amico che vi racconta questa cosa o quest'altra, che si preoccupa di questo o di quest'altro problema, ma sempre da amico, con serenità e bontà, con serietà e senso di responsabilità in modo da meritare veramente una piena e totale fiducia.


don Sirio


in Il Nostro Lavoro: Il NL num unico novembre 1962 - Viareggio, Novembre 1962

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -