I vescovi del Brasile

«... Dobbiamo mettere in evidenza che non possiamo concepire la Chiesa come realtà separata dal mondo, come un ghetto isolato. La chiesa è al servizio del mondo, è orientata al mondo. In certo modo addirittura si identifica con esso, in quanto esprime quella dimensione di grazia e di amore di Dio insita nella realtà umana, che fa il mondo. E' questo e solo questo il luogo della salvezza di Dio che, di fatto, ama tutti gli uomini indistintamente. L'amore vivificante dello Spirito di Cristo opera nel cuore dell'umanità, lungo il vasto percorso della storia degli uomini. Potremmo essere assenti dal mondo? Come potremmo essergli indifferenti o contrari se non per combattere il peccato, la miseria, la schiavitù?
Insieme all'aspetto personale e interiore, non esiste liberazione totale dell'uomo che non implichi l'aspetto politico, che non presupponga un contesto economico e sociale. Per questo, la liberazione secondo i disegni del Padre si fa attraverso e in mezzo al popolo, dove si verifica la dimensione politico-sociale dell'uomo. Dio salva ogni uomo dentro un popolo, il popolo di Dio, oggetto del suo amore.
Come al tempo di Mosè, un popolo che cerca di promuovere se stesso e di scuotere il giogo della sua schiavitù, realizza un aspetto dei disegni di Dio, e anche senza saperlo chiaramente, diventa segno della salvezza che Dio opera in lui (cfr. Es. XII).
E' evidente che i detentori del potere schiavizzante, come il Faraone, non ammettono di riconoscere i valori salvifici nella lotta del popolo. Non vogliono vedere la presenza di Dio nell'indomita energia dei poveri. Ma questi, «i poveri di Javeh», sono il luogo privilegiato della rivelazione di Dio, la cattedra quotidiana della sua Parola, negli avvenimenti di ogni giorno, nella speranza che non illude, nelle aspirazioni di liberazione, di pace, di fraternità...
Dobbiamo riconoscere, con spirito di vera umiltà e penitenza, che la Chiesa non è sempre stata fedele alla sua missione profetica, al suo compito evangelico di stare sempre dalla parte del popolo. Quante volte, coinvolta nelle maglie dell'iniquità che anch'essa ha posto in questo mondo, la Chiesa ha fatto il gioco degli oppressori, ha favorito i potenti del denaro e della politica contro il bene comune, si è nascosta sotto maschere ingannatrici, per ingenuità o con cavilli, deformando dolorosamente il messaggio evangelico. Ma la Parola è data alla Chiesa in ogni momento della sua esistenza, perché si penta, si converta e torni "al suo primitivo fervore" (Apoc. 11,4).
Siamo convinti che questa è l'ora di scegliere Dio e il popolo. E' l'ora di essere fedeli alla nostra missione. Certamente, il prezzo della scelta è sempre stato la persecuzione camuffata da "servizio di Dio" (Giov. XVI, 2). Ma abbiamo chiara davanti a noi la strada da percorrere, quella stessa già percorsa dal Maestro nelle sue istruzioni missionarie ai discepoli, come racconta Matteo al cap. X del suo Vangelo.
Alla luce dunque delle nostra fede, e con la coscienza dell'ingiustizia che caratterizza le strutture economiche e sociali del nostro paese, entriamo in revisione profonda circa i nostri gesti di amore verso gli oppressi, la cui povertà è l'altra faccia della ricchezza dei loro oppressori...

(dal documento dei vescovi del nord-est brasiliano, del 6 maggio 1973)


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1973, Ottobre 1973

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