La Parola di Dio è per oggi

Leggiamo una pagina di Sacra Scrittura, di Vangelo: avviene ogni domenica nelle chiese, nei gruppi di spiritualità e d'impegno cristiano, nella meditazione e riflessione individuale.
E' una Parola antica, di secoli e millenni. E' stata pronunciata in tempi e condizioni enormemente diversi dai nostri tempi e dalla nostra vita. E' stata scritta a seguito di interpretazioni di persone e di comunità che hanno fatta loro la Parola, vi hanno consentito e l'hanno vissuta fino a rac-contarne e scriverne l'esperienza.
E' pensiero di Dio fatto parola nella vita e nello scritto di altri, certamente credenti, che con sincerità e fedeltà hanno trasmesso l'accoglienza della manifestazione di Dio, riversandovi tutta la loro fede e il loro amore per quella Parola e cioè per il pensiero e la volontà di Dio.
Così è anche della Parola dì Gesù, anzi tanto più perché la Sua Parola è carne viva, esistenza concreta. E' Parola, cioè, da potersi toccare con mano, capace di offrire esperienza che, a sua volta, comunicata e annunciata dall'evangelizzazione apostolica ha creato altra esperienza, altra concretezza esistenziale, quella delle prime comunità cristiane.
La Parola scritta, quella che noi leggiamo, è stata parola pronunciata a viva voce in mezzo a degli ascoltatori che l'hanno accolta, vi hanno creduto e hanno cercato di renderla vita, esistenza quotidiana, giudizio per il tempo e la storia di quel momento, indicazione precisa, inequivocabile di respinta e di scelte, costruzione di vita nuova, diversa, cioè di una vita che nasceva direttamente da quella Parola. La manifestazione della parola come Parola di Dio ha, dunque, fra le caratteristiche essenziali, anche questa: dev'essere Parola che cade nell'oggi, scende nella realtà concreta del momento e produce i segni visibili di una vita nuova. Crea e mette in luce, cioè, un rapporto tra il pensiero di Dio, la sua volontà, il suo mistero d'amore e l'oggi, il momento presente, 1'attualità che viene vissuta. Rivelazione di questo rapporto è la Parola scritta della Bibbia, in particolare del Vangelo.
La Parola di Dio scritta, che leggiamo, come fu mezzo di conoscenza di Dio agli uomini, quando fu pronunciata e quando fu scritta, è di nuovo mezzo, aiuto, strumento, luce, grazia di conoscenza di Dio per noi che l'ascoltiamo o la leggiamo nel nostro momento storico. La cosa importante è decisiva è che quella Parola, letta o ascoltata in questo nostro momento, incida veramente e costruisca vita, modo di esistenza, mentalità e concretezza nuova, sempre più nuova. La Parola di Dio è creatrice, oppure non è Parola di Dio: è chiacchierare d'uomo o di uomini, ecclesiastici o no che siano.
E' responsabilità nostra, di credenti, rendere di oggi la Parola di Dio. Sentirla e farla sentire bruciare nella carne viva, affrontare la sua esigenza e le sue richieste, dilatare il cuore per il coraggio e la speranza che infonde anche se è spinta irresistibile alla compromissione e al rischio.
E' impegno di annuncio - di evangelizzazione - che non può essere sforzo nozionistico legato alla conoscenza di formule dogmatiche o di regole morali.
Evangelizzare è calare, è mettere dentro la vita la Parola di Dio davanti alla quale si è provocati a dire di sì, se la fede illumina a dire di sì, o a dire di no, se vince la vigliaccheria o la sopraffazione della paura per scelte troppo diverse e impegnative.
Ci sono molte cose di fondamentale importanza che spesso mancano nella proclamazione della Parola di Dio: dottrina, preparazione, autenticità, fedeltà, coerenza, ecc., tutte componenti di non poca importanza per una Parola che dovrebbe manifestare la Parola di Dio. Ciò che più manca è il legame tra la rivelazione dell'amore di Dio e i profondi problemi della vita, l'oggi storico, il momento attuale contenente l'esistenza umana nel suo groviglio di angosce e di ricerche.
L'ostacolo maggiore, forse, sta nel rigirare tra le mani questa Parola, sciacquarla e risciacquarla nella bocca, dirla rimescolata ad un'infinità di parole, discorrerci intorno. Viene fuori un parolume in cui la Parola è semplicemente introvabile, irriconoscibile, mentre anche l'oggi scompare. Ne risulta una Parola senza tempo e senza luogo che non è né del cielo né della terra, tanto meno degli ascoltatori. Tant'è vero che questi stanno diminuendo paurosamente fino a creare il problema della gente cui rivolgere la Parola.
L'evangelizzazione, dunque, non può perdere il suo significato e la sua essenziale caratterizzazione profetica pena il suo slavarsi in un cianciare inutile e vuoto, anche se forbito di disquisizioni esegetiche e teologiche e potenziato dalle più pregevoli strategie pastorali. Essa deve seguire le indicazioni e i modi dell'attualizzazione della Parola quando fu pronunciata, quando poi fu scritta.
A Nazareth, nella prima evangelizzazione di Gesù, egli, nella sinagoga si alza a leggere la Scrittura. «Gli fu presentato il rotolo di Isaia, e svolto che l'ebbe trovò il passo dov'era scritto: lo Spi-rito del Signore è su di me,... Arrotolato quindi il volume, lo restituì all'inserviente e si sedette. Gli sguardi di tutti i presenti erano fissi su di lui. Ed egli cominciò a dir loro: Oggi si è adempiuta questa scrittura in mezzo a voi» (Luca 4,14 ss.).
Possiamo affrontare, in conclusione, la «lettura» della Parola di Dio non tanto come un dato critico da attualizzare, ma come qualcosa di diverso, di più. E' sorgente di ispirazione, è forza che sostiene nel cammino, ne orienta le scelte e spinge a farle diventare esistenza quotidiana, accolta come ambiente o momento in cui l'uomo vive in comunione con Gesù Cristo e si lascia salvare in Lui e per Lui. .
Il criterio di interpretazione, senza voler sminuire l'importanza di una seria analisi scientifica, è il quotidiano vissuto e amato in comunità di vita in semplicità di accoglienza e di proposta, per una presenza di rottura e di opposizione alle strutture del male che contrastano e ostacolano l'incontro con Dio. Questa realtà si costruisce, si chiarifica e si espande in dialogo permanente con Cristo che ne illumina i risvolti più profondi e mostra la vera dimensione dei contrasti che ne rallentano lo sviluppo e il cui superamento diventa sorgente di luce e di impegno.
L'emergere di una comunità nella quale la presenza della Parola di Dio si esprime nella vita è criterio di lettura viva nella Bibbia. La vita umana trasformata è interpretazione vissuta della Parola di Dio; essa è non solo l'ambiente per accoglierla ma anche chiave di «lettura» globale sempre rinnovata e rinnovantesi della Scrittura.
Solo così è possibile che Cristo nella sua Parola, sia vivo e vivente in mezzo a noi, in questo nostro mondo nel quale stiamo vivendo in questo momento.
L'interpretazione, la «lettura» più ricca è l'uomo che vive.


La Redazione


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1973, Ottobre 1973

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