Battesimo: una scelta da famiglia cristiana

E' il Sacramento della consacrazione di una vita a Dio in Cristo. Un'esistenza, che dal suo inizio, dalla nascita, fino al suo concludersi, la morte, entra nel possesso pieno, assoluto di Dio e non secondo programmazioni e misure di questo e di quello, di un tipo di fede, di spiritualità, di devozione, ma di Gesù Cristo.
E Gesù Cristo è il chiaro .rapporto secondo un pensiero molto preciso e scelte inequivocabili (per chi non vuol giocare al giocherello della saggezza e della prudenza umana col Vangelo) con Dio.
Questo possesso di Dio che è già reale e concreto nel fatto che Lui è il creatore e padrone assoluto di tutte le cose, viene concretizzato in una scelta, in una decisione di accoglienza di Lui nella realtà di una vita e di una dedizione quindi di questa vita al suo Mistero e cioè al suo Pensiero, alla sua programmazione di rapporto con l'umanità, al suo Amore.
Il battesimo è questa scelta di specificazione di una vita, è questa qualificazione che avviene col concretizzarsi di una comunione piena e totale fra una vita e Dio: questa comunione è già avvenuta, è già stata vissuta e perfettamente compiuta in Gesù Cristo: il battesimo la rinnova, la continua, è segno e realtà della sua resurrezione, della sua presenza attiva e vivente e visibile fra gli uomini, per il semplice motivo che il battesimo fa «il cristiano».
Il che non vuol dire conferire al battezzato il biglietto d'ingresso al paradiso, con significazioni penetrate, a seguito di tutto un insegnamento e una prassi pastorale, nella religiosità popolare ed ecclesiale, quasi di esclusività, e quindi di privilegio, inevitabilmente tendente a concludersi in un rito, a una significazione magica, producente da se stessa l'effetto desiderato, svuotando così il battesimo di tutto il suo valore di costruzione di vita, d'esistenza cristiana, individuale e comunitaria.
Il battesimo fa cristiana una vita, la coinvolge in tutto il Mistero di Cristo, la travolge nei suoi rapporti con Dio, di appartenenza totale a Lui e nei suoi rapporti con l'umanità in una consacrazione alla liberazione o alla redenzione dell'umanità tutta, assolutamente nessuno escluso, nemmeno il nemico. Si tratta di un'offerta di sé a Dio che Lui raccoglie e segna di sigillo irrevocabile, identico a quello col quale ha segnato il Figlio suo Gesù Cristo.
Il se stesso viene completamente superato, risucchiato e disperso a camminare nelle vie infinite di Dio, senza più una motivazione personale, una possibilità d'iniziativa personale, se non in relazione ad una ricerca di una sempre più totale fedeltà, di una risposta di crescente coerenza a questo essere creatura di Dio, uomo e donna segnati indelebilmente nella propria vita da un destino cristiano.
Il battesimo, è chiaro, significa e comporta una scelta, una scelta di motivazione esistenziale e di metodo di vita, esattamente come in Cristo, realizzata per costruire un vivere umano dove Dio ha preminenza e antecedenza assoluta, non soltanto, ma dove Dio diventa ed è a pieno diritto. il costruttore di quel vivere, fino ad esserne la spiegazione, la giustificazione e in una misura tale che al di fuori di Lui e di Cristo, quella vita non potrebbe che risultare un assurdo, senza senso, una pazzia.
Perché affrontare la vita e tentare di viverla a seguito di un altro che te la chiede tutta, te la impegna fino anche a limiti estremi, quelli che si dilatano al mondo intero, entrano nei valori invisibili, si allargano oltre la morte e si perdono nell'infinito che è Dio, sempre, ma specialmente ai nostri tempi, è semplicemente una pazzia. Sia che il problema si guardi da .destra, dal centro, da sinistra, da dentro o fuori la Chiesa.
E possiamo dir questo per lunga e faticosissima esperienza, nonostante tutti i limiti e le mediocrità d'impegno cristiano e sacerdotale. ;
Lasciamo da parte il problema del battesimo a bambini o a persone adulte. E' tutto un discorso che in questo momento non c'interessa, tanto più che noi siamo convinti della legittimità della decisione da parte dei genitori di battezzare il loro figlio sullo stesso piano della decisione di comunicargli la vita.
Nelle considerazioni che stiamo facendo e anche a seguito della nostra sia pur limitata esperienza, noi intendiamo approfondire il problema del battesimo a bambini centrandolo in una ricerca di maggiore responsabilizzazione dei genitori e non tanto riferendoci alla decisione del battesimo, quanto alla scelta di famiglia cristiana che la decisione di battezzare il proprio figlio comporta per la famiglia.
Ciò che conta e decide della sincerità (giudichiamo essenziale per un sacramento questa sincerità e cioè non cerimonia, non rito, non liturgia,ecc., ma atto di Fede e quindi realtà di scelta fatta davanti a Dio e quindi estremamente responsabilizzata) per questa sincerità nel battesimo a bambini è condizionante (non vogliamo discutere, per carità, sulla validità o non del sacramento) è indispensabile la coscienza chiara, illuminata, decisa dei genitori.
Il battesimo dei propri figli è scelta e decisione e volontà di famiglia cristiana autentica, scopertamente in ricerca continua e appassionata di fedeltà a Cristo, pagando tutto quello che c'è da pagare per realizzare una famiglia che sia veramente e totalmente comunità familiare in nome di Dio in Cristo, in questo nostro mondo, tra le braccia di questa nostra civiltà, dentro la bambagia che spesso sono le parrocchie e il devozionalismo imperante.
Perché è semplicemente inconcepibile che una famiglia battezzi i figli e non cerchi con ogni buona volontà di realizzare l'ambiente dove questo battesimo si troverà a cominciare e, per gli anni più decisivi della vita, ad essere vissuto, come comunità costruita sulla Parola di Cristo come un'esistenza segnata da Lui e dominata dalla sua presenza.
E' di qui che il problema del battesimo si sposta, o meglio introduce e obbliga al problema della famiglia cristiana.
Pensiamo che quando si celebra un battesimo, il padre e la madre e quindi gli sposi e il loro matrimonio e tutta la comunità familiare, viene battezzata, immersa di nuovo nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, in una coscientizzazione sempre maggiore per una ricerca sempre più intensa di sincerità cristiana.
La nascita di un figlio in una famiglia cristiana, non verniciata ma sostanziata di cristianesimo a tutti i livelli e senza compromessi, in una chiara e libera impostazione di Fede, oltre logicamente a tutto il valore umano realtà di vita e Amore fatto carne, che vuol dire e è un figlio, comporta e realizza un ritrovarsi a faccia a faccia con Dio, scopertamente davanti a Cristo, perché quel figlio e ogni figlio e tutti i figli ripropongono - e a volte, lo sappiamo bene in maniera drammatica da quanto enorme è il problema in questi nostri tempi - ripropongono il problema di una scelta cristiana di vita e non più soltanto per sé stessi, ma per altri e nientemeno per dei figli.
Il battesimo amministrato a bambini ha il suo immenso valore e la sua grandissima importanza perché costringe la famiglia cosciente del cosa vuol dire «cristiano» e onesta per non accettare un cristianesimo di maniera, devozionale, tradizionalistico, ma cogliendolo responsabilmente nella Parola di Dio e nel profondo della propria coscienza, costringe, per una inevitabile coerenza, a cercare di essere autenticamente famiglia cristiana.
Tanto più che la gravità della decisione di dare il battesimo o no che pesa sulla famiglia non è tanto nel sacramento che viene amministrato o no, quanto nella scelta di ambiente e di tipo di educazione che inevitabilmente deve essere compiuta (e dove questa scelta non è fatta non si può parlare di famiglia).
Ciò che conta con responsabilità terribile è che nella propria famiglia i figli abbiano possibilità di respirare serenamente in un clima di chiarezza, di sincerità, di coerenza.
Se la famiglia battezza i figli, vuol dire semplicemente che la famiglia intende di essere cristiana e ne realizzerà una ricerca di autenticità nella quale è giusto coinvolgere i figli e cioè tutta la comunità familiare, costi quello che vuol costare, in se stessa, in relazione ai parenti, all'ambiente di vita, alla cultura, alla civiltà, agli impegni umani, sociali, politici, ecc.
Se la famiglia battezza i figli e non ha e non intende affrontare questa ricerca di cristianesimo e ne abbandona la formazione e la coscientizzazione alla comunità, parrocchiale o no, alla scuola, alla Chiesa, ecc. realizzerà in loro disorientamenti, smarrimenti e più che tutto un clima di falsità, di superficialità capace anche di squilibri gravissimi.
E' preferibile la famiglia che non riconoscendosi sinceramente comunità cristiana da potere, con sincerità e responsabilità, consacrare a Dio e a Cristo, in una destinazione esistenziale cristiana, se stessa e i propri figli, non chiedere alla Chiesa il sacramento del battesimo.
Sarà sempre una famiglia dove si respira una sincerità, una chiarezza di idee, un clima di libertà, di coerenza.
Pensiamo che sia più facile che fiorisca una scelta di cristianesimo e quindi del battesimo, nel figlio divenuto adulto, in questa famiglia, piuttosto che maturi una scelta cristiana attraverso una presa di coscienza personale del battesimo ricevuto e cresciuto in una famiglia cristiana ma senza una serietà di cristianesimo.
Noi diciamo chiaramente e senza annebbiamenti che la decisione di battezzare il proprio bambino non è tanto una scelta in relazione a lui, ma piuttosto una scelta cristiana della famiglia, un decidersi alla vita cristiana, con tutto quello che vuol dire per una famiglia.
E' chiaro che un prospettare il battesimo con queste chiarezze sconcerta, sgomenta e spesso fino a rasentare la paura: ma si tratta dell'accogliere Dio e di entrare in comunione con Lui secondo tutto il Mistero di Cristo, che si specificherà poi e si compirà attraverso gli altri sacramenti e attraverso il terribile e misterioso sacramento della vita.
E' ovvio che la prassi pastorale dei battesimi in massa impedisce una coscientizzazione cosi profonda.
Bisogna avere il coraggio (e sempre più matura questa inevitabilità) di non tenere più in considerazione le statistiche, le percentuali al cento per cento, il numero delle pagine dei registri della parrocchia, ecc....
Dobbiamo tutti, Chiesa di Cristo, riprendere la sua esortazione e cominciare a credere che la sua Parola è dato di intenderla «a quelli che hanno orecchi per intendere» perché: «non a tutti è concesso di conoscere i Misteri di Dio».
Probabilmente la pastorale della sacramentalizzazione di massa, ha fatto il suo tempo, diversamente dalla evangelizzazione che sempre più deve diventare ed essere annuncio e testimonianza a misura di umanità.


don Sirio


in Lotta come Amore: LcA settembre 1973, Settembre 1973

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