Cristianesimo: religione o scelta di vita?

Vorrei cercare di esprimere quello che è maturato in modo sempre più preciso nell'esperienza della mia vita cristiana e sacerdotale, nello scorrere quotidiano di un'esistenza molto legata in questi ultimi anni alla vita dei poveri e degli umili. La mia Fede in Cristo ne ha ricevuto un'impronta particolare, l'impegno e la missione sacerdotale si è spogliata di tante apparenze superflue, fino a radicarsi in alcune scelte essenziali., .
Mi sembra di aver compreso meglio, nella preghiera e nella vita, nell'ascolto della Parola di Dio e della parola dei miei fratelli, del loro vivere e del loro soffrire, il senso del Cristianesimo. Che cosa voglia dire veramente essere cristiano, discepolo di Cristo, incamminato sulla sua strada dietro ai suoi passi.
. Dico questo molto umilmente, sapendo bene che una conoscenza più chiara dela verità della propria vita non è altro che un carico maggiore di responsabilità.
C'è un cristianesimo che non riesco ad accettate (come del resto non lo accettano da tanto tempo i fratelli con cui è mescolata la mia vita) perché esso mi si è rivelato come una deformazione del messaggio evangelico, del lievito di Liberazione e di Amore che il Figlio di Dio è venuto a na-scondere nella pasta umana.
Deformazione che è come una paralisi che lentamente, attraverso i processi intricati della storia, ha finito per bloccare il corpo della Chiesa in molte sue parti, facendolo diventare un apparato complicato, dove i piccoli e i poveri non riescono più a scorgere il Volto del Padre. Un ingranaggio così carico .di esteriorità, di tradizioni, di saggezze e furbizie puramente umane, che ha finito per imprigionare il Cristo Signore fino a relegarlo su di un piedistallo davanti al quale i fedeli accendono le loro candele.
Questo cristianesimo-religione, complesso di riti, di cerimonie, di codici, di regole, di diritto canonico. di sacre burocrazie, mi si è rivelato sempre più estraneo al dono di Libertà. di Vita, di Resurrezione di cui Gesù Cristo ha ricamato la storia umana col suo nascere e il suo vivere nel mondo. .
Sono sicuro che Dio donandoci il suo Figlio ci ha realmente posti nella dimensione della Salvezza, perché in Lui ogni creatura trova la pienezza del proprio essere, la sua vera e perfetta identità, scopre che ha un Padre nei cieli, dei fratelli sulla terra, un passato e un futuro, un mondo di Giustizia e di Fraternità da far nascere. dal proprio cuore rinnovato, reso vivo di Vita Eterna da un Amore che non conosce ombra di egoismi.
La Fede nel Dio di Gesù Cristo, nel Dio vivente, diventa allora spinta fondamentale per una esistenza interamente vissuta nel servizio agli altri, nella lotta contro il potere delle tenebre, nella fedeltà a ciò che ognuno è chiamato ad essere fin dalla radice della propria persona, e cioè sale e luce per questo mondo.
Nell'annuncio del regno di Dio che viene a riempire la terra di una, creazione nuova.
A spezzare ogni catena di oppressione, ogni chiusura del cuore, ogni muro di divisione, di classe, di razza, di orgoglio, di casta per creare un popolo solo di fratelli perché figli di Dio.
Nella luce di questa Fede che è dono di Vita nuova, scelta di un'esistenza diversa perché nata dall'alto, dalla potenza dello Spirito, la realtà sacramentale del Battesimo, dell'Eucarestia, di tutti i segni della Grazia, diventa un atto di questa vita, un momento creatore di questa nuova crea-zione che Dio chiama all'esistenza da ogni punto della terra. Non è atto esteriore, cerimonia liturgica, apparenza di un culto trionfalistico e decoratore, ma momento semplice e puro della comunione meravigliosa con la Morte e la Resurrezione di Cristo, perché si compia incessantemente la Pasqua in ciascuno di noi, il passaggio dall'uomo vecchio allo uomo nuovo rivestito di Giustizia e di Verità.
L'essere cristiano, allora, non può significare appartenenza ad una «confessione religiosa» - I'unica vera fra le tante - ma una scelta di vivere sulla strada percorsa da Gesù Cristo, in obbedienza al suo invito liberatore: «venite con me ... io sono 1a via».
Così l'essere prete di questo Nuovo Patto di Amore fra Dio e l'Umanità non può significare diventare il custode del tempio, l'uomo della liturgia, il buon impiegato del regno di Dio: sarà senz'altro lo spalancare .il cuore e l'anima, la carne e il sangue, il proprio destino a tutto il Mistero di Dio per viverlo in comunione di Amore, di Liberazione, di Croce e di Resurrezione con gli uomini per i quali si è stati consacrati.
Cristianesimo quindi come scelta cosciente e profonda di un'esistenza nuova, costruita sulla roccia viva della Parola di Dio che è Cristo Gesù.
Un andare dietro a Lui, un cercarlo continuamente e appassionatamente su tutte le strade. un donarlo ai fratelli attraverso il grande sacramento della comunione, del prendere su di sé i pesi degli altri.
Cristianesimo come Amore pieno e totale, come terra nuova che emerge dal caos di una storia dominata così tanto dalla sopraffazione del denaro e della potenza, dell'egoismo ' e della divisione.
Cristianesimo come «essere di Cristo», vivere di Lui e in forza di questa appartenenza scoperta e chiara sentirsi donati a tutti, all'umanità povera, assetata e affamata di Libertà, di Giustizia, di Amicizia. Donati e perduti in questo mare della vita e della storia per testimoniare che Dio ha tanto amato il mondo fino a dare i suoi figli per la sua incessante marcia verso la Salvezza. .
E tutto questo viverlo e testimoniarlo completamente immersi nella fatica di ogni passo, senza paura di incamminarsi attraverso il deserto, per un esodo senza riposo, per un andare avanti senza difese e sicurezze, ma conservando nel cuore il sogno di una promessa che sarà sicuramente mantenuta. Una scelta di Fede non appoggiata a nessun privilegio particolare, sorretta dalla certezza che il Cristo Signore, nella concretezza storica della sua carne, ha vinto il regno della morte ed ha acceso il fuoco inestinguibile della sua Resurrezione.
Un'esistenza quindi veramente abbandonata al fluire del tempo in assoluta povertà, senza costruirsi ripari dalle tempeste e dalle paure, dalle solitudini e dalle amarezze ma sicura dell'Amore del Padre per ciascuno dei suoi figli. Amore che rimane garanzia di speranza e di forza nel lungo viaggio ne1 deserto dove bisogna avere il coraggio di restare e di vivere in chiara fedeltà a Colui che vi ci ha condotti.


don Beppe


in Lotta come Amore: LcA aprile 1973, Aprile 1973

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -