"Riferite ciò che avete visto e udito: «i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi ci sentono, i morti risorgono, il Vangelo è annunciato ai poveri e beato colui per il quale io non sarò occasione di scandalo". (Lc. 7, 22-23)
Ci permettiamo riportare una lettera indirizzata dal Patriarca di Venezia, Mons. Luciani, a tutti i fedeli della diocesi. E subito dopo alcune riflessioni che ci sono venute su, raccolte dalla nostra Fede, dalla nostra scelta cristiana e dalla concretezza del nostro impegno sacerdotale.
Non è assolutamente per stabilire un confronto, e tanto meno per spirito polemico, che ci permettiamo di mettere accanto alle premure pastorali di un Vescovo le nostre povere e semplici riflessioni.
Ne va di mezzo l'evangelizzazione e cioè la presentazione della Parola e del Mistero di Cristo alla gente in mezzo alla quale viviamo, in questo nostro tempo, e pensiamo che almeno una complementarietà di apporti diversi sia indispensabile per una autenticità di annuncio evangelico.
D'altra parte nella lettera del Vescovo di Venezia avvertiamo affermazioni che con tutta la buona volontà non riusciamo ad accogliere nella nostra Fede, avvertendovi una visione alquanto limitata del Cristianesimo, anche se comprendiamo a seguito di tutta una forse più che giustificata apprensione e preoccupazione.
Ma se fatti, avvenimenti, comportamenti, persone, gruppi, ecc. possono suscitare perplessità e anche profonda sofferenza non si può e non si deve, per quanto è possibile, alle inevitabili parzialità di cui tutti siamo sospettabili, rischiare incompletezze o insufficienze di evangelizzazione.
Le nostre riflessioni non vogliono essere una risposta, tant'è vero che del testo della lettera è stato recepito l'insieme e non le singole affermazioni o respinte le diverse problematiche: sono semplicemente un tentare di respirare di nuovo con libertà a pieni polmoni, dopo la lettura della lettera, quella Fede che è apertura infinita di conoscenza e di Amore a Dio e di partecipazione totale alla esistenza umana, nella realtà e nel Mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, Figlio di Dio e di Maria, fratello nostro e di tutti gli uomini, primizia dei viventi, l'uomo nuovo di un'umanità nuova, nella storia e nell' eternità.
in Lotta come Amore: LcA febbraio 1973, Febbraio 1973
Luigi Sonnenfeld
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