Questa storia è stata raccontata semplicemente da un sacerdote che lavora in Brasile nella stessa regione dove ha vissuto Geremia - è una fra tante storie vere, che il mondo non conosce perché costituiscono il sale della terra e il fermento che fa lievitare la massa.
Brasile 1964.
Geremia era un ragazzo del sud del paese, e che visse poco tempo nel Nord-Est del Brasile, nella zona più difficile e di più siccità; nel Comune di Ferreiros Camutanga Itambé. Era un giovane di 25 anni, quando morì. Egli fu un cristiano senza conoscere, forse, la persona di Gesù Cristo. Il suo nome era Luis, ma gli hanno dato il sopranome di Geremia, il profeta.
Lui è arrivato al nordest nel '61, vive con e come contadino, lavorando la terra. Era di sinistra. E lui, osservando il popolo se n'è accorto che, era un popolo mistico, un popolo religioso .... e così egli lo accompagnava al lavoro, in chiesa.
Egli faceva le manifestazioni con loro. Dopo un po' di tempo, Geremia incominciò a predicare ed egli parlava come un inviato. Però, era uno che rispettava il popolo lasciandolo « fare» nel prendere le decisioni. Con il gruppo, quasi 500 contadini, egli va di paese in paese per «fare la giustizia» che i potenti della terra non volevano fare. E quando Geremia arrivava in un luogo e qualcuno gli diceva: «hanno distrutto la mia piantagione». Egli rispondeva: «che possiamo fare?». E il popolo suggeriva: «andiamo a piantare un'altra volta!».
E l'uomo che aveva perso la sua coltivazione diceva: «ma la mia piantagione già era alta tre palmi», e Geremia: «che possiamo fare?». Qualcuno rispondeva: «forse, ognuno potrebbe portare le piantine alte tre palmi, ciascuno ne porta una o due e noi le piantiamo nuovamente».
E il giorno seguente essi circondavano l'antica terra del povero, strappavano la canna che il ricco aveva piantato e il popolo cantando piantava di nuovo nella terra del povero e ancora una volta costruivano la 'vaca' del povero e i potenti, i ricchi proprietari, i padroni degli «engenhos» restavano pieni di rabbia di Geremia e del popolo e promettevano vendetta. E così questo uomo fece molte azioni. Egli sempre predicava per il popolo e annunziava un giorno differente in cui la giustizia avrebbe potuto regnare in questo mondo. Quasi alla fine della sua vita, all'inizio del '64, egli riceve una lettera di un gruppo di padroni di «engenhos» dicendo che volevano dialogare con lui - riguardo ad uno sciopero che era stato fatto. E il popolo diceva: «non andare, questi uomini sono traditori, sono come giuda». E lui rispondeva: «io vado, perché dobbiamo credere alle parole dell'uomo».
Due giorni prima dell'incontro, Geremia parte per Recife. Va in una gelateria con un amico, il Bira (che mi informò di questo particolare), va al cinema e dice: «oggi, io vedo il mio ultimo film ...». Prende il gelato e dice: «questo è l'ultimo gelato che prendo», Era molto tranquillo, molto sereno e contento. Lui ritorna al campo e nella veglia della sua morte, fa una festa con il popolo. Nell'ora della cena ci era poco alimento. In quel luogo mangiano spesso il «carà», una specie di patata, o radice. C'era poco carà e una grande folla, e lui ha spezzato il carà dando a ciascuno un pezzo, come ha fatto Gesù nell'ultima Cena. E così diceva: arriverà il giorno in cui ci sarà carà per tutti. E così ha salutato i suoi amici e ha fissato l'incontro alle 7 di mattina, del giorno seguente con tutto il groppo per accompagnarlo fino alla fattoria Oriente, la proprietà in cui era stato fissato l'incontro con il padrone. Davanti alla chiesa di Ferreiros lui ha fatto un discorso di arrivederci e ha chiesto a tutti di non entrare nella proprietà privata del padrone ma che guardassero la falsità dei ricchi di questo mondo e come i potenti trattano i poveri.
Davanti al cancello dell'«engenho» lui toglie la camicia bianca, taglia la canna, butta via il coltello (l'unica arma del povero), appende la camicia nella canna e entra dicendo: Pace. Dopo aver camminato 5 metri è stato mitragliato.
Così ammazzato crudelmente, il popolo non sapeva cosa fare. I «capangas» del signore dell'engenho hanno sparato contro il popolo e questo fuggì. Dopo sei anni, di questi fatti, quando si parla con il popolo si può sentire che tutte le parole di questo uomo come anche i suoi gesti sono ancora presenti nella loro vita e che loro conservano la sua foto che passa di mano in mano (di nascosto) perché lui è un uomo vietato al popolo, nessuno può dire il suo nome.
La sua storia è raccontata nei volantini popolari, conosciuta da poche persone.
Quando sono andato a celebrare la messa in questo posto e parlavo di santi, ho domandato se qualcuno voleva nominare un santo così ben voluto come la Vergine o S. Giuseppe. Ed. una persona tra di loro ha detto: San Geremia.
in Lotta come Amore: LcA gennaio 1973, Gennaio 1973
Luigi Sonnenfeld
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