Abbiamo ricevuto con preghiera di pubblicazione questa lettera da gruppi di amici di Empoli. E' del novembre scorso, ma la sua attualità, in questi nostri giorni, è ancora più drammatica e urgente.
A S. E. Enrico Bartoletti,
Segretario della C.E.I. e, per suo mezzo a tutti i vescovi italiani.
Caro fratello,
si fa sempre più chiara in noi la convinzione che quel ferito sulla strada di Gerico, che solo il buon samaritano si fermò a curare, sia stato motivo di Giudizio su tutti gli altri che prima erano passati oltre senza fermarsi. Siamo convinti di ciò, perché crediamo che quello, come ogni povero, ogni sofferente, ogni oppresso, sia figura del Cristo. Gesù stesso, facendosi povero e morendo sulla Croce, ci ha detto che d'ora innanzi, prima della sua ultima venuta, ci sarebbe apparso non in vesti splendide, ma nell'affamato, nell'assetato, nel forestiero, nell'ignudo, nell'infermo; e solo se lo avessimo saputo riconoscere in quella anonima veste sarebbe stato per noi fonte di vita, motivo di salvezza.
Gli ultimi decenni ci hanno sicuramente insegnato che vedere il povero, l'oppresso solo all'angolo di una strada o alla porta di una chiesa è comodo, fin troppo comodo. Questi anni ci hanno insegnato a vederlo, più realisticamente, in intere classi sfruttate, in interi popoli privati dei loro diritti, minacciati dalla guerra, oppressi da nazioni potenti. Così che il nostro amore per il prossimo non può prescindere da queste realtà: una Carità che non è anche politica non è vera carità.
Senz'altro ci sono tante realtà, situazioni che richiedono una nostra attiva presa di coscienza e di posizione; ma in particolare una supera le altre in quanto a gravità. Questa è la realtà vietnamita, che preme sulle nostre coscienze vietandoci di essere tranquilli ed è come un colpo di scure sugli intricati nodi delle nostre distinzioni, dei nostri « ma ».., « però »..., costringendoci ad una precisa scelta.
Il nostro atteggiamento non può essere un generico NO alla guerra. La nostra richiesta di pace deve essere accompagnata da un'analisi reale della situazione, per cui dobbiamo, senza dubbio, riconoscere la violazione degli accordi di Ginevra da parte del Governo degli Stati Uniti (come attestano, tra l'altro i "Documenti del Pentagono"); denunciare i tremendi metodi di sterminio da esso cinicamente impiegati e il recente rifiuto di firmare immediatamente il trattato di pace; appoggiare quindi la giusta lotta del popolo vietnamita per l'indipendenza e la libertà della propria Nazione; riconoscere infine anche le complicità di noi cristiani, a partire dall'ossessiva propaganda anti-comunista, al tempo della divisione dei due Viet-Nam, fino alla dittatura oppressiva del cattolico Van Tieu.
Non son mancate, certo, iniziative di singoli gruppi di cattolici italiani, di Comunità di base, di organizzazioni come le ACLI; ma ancora è mancata una azione massima dilla popolazione cattolica, un pronunciamento deciso della Conferenza che unisce i Pastori della Chiesa Cattolica Italiana. Invitiamo Lei e, attraverso di Lei, tutti i Vescovi italiani a farsi promotori di tutto ciò.
E' l'ora che i cattolici cessino di far parte di quella cosiddetta "maggioranza silenziosa", in cui, nascondendosi dietro l'ormai comodo scudo dell' anti-comunismo, soffocano la Parola dell'Evangelo, rifiutandosi per un tale pregiudizio (quello dell' anticomunismo) di levare la propria voce contro la strage di un popolo.
E' perciò ormai necessario che tutta la Conferenza Episcopale ed ogni singolo vescovo nella propria diocesi si preoccupino di promuovere una reale informazione sulle vicende della guerra e si facciano, tra tutti i credenti, animatori di iniziative concrete per la pace; che inoltre esortino tutti i fratelli cattolici degli Stati Uniti a partecipare ai movimenti per la pace che in quel Paese si stanno così fortemente sviluppando; ed inviino, infine, una lettera al presidente R. Nixon perché tolga ogni indugio a firmare il trattato di pace.
Fraternamente La salutiamo.
Comunità di Empoli (insieme ad altre comunità e gruppi sacerdotali)
in Lotta come Amore: LcA gennaio 1973, Gennaio 1973
Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455