"Una fede che lotta" - il problema

Con umiltà e semplicità di cuore, chiaramente nella luce della Fede e nella coscienza di una responsabilità di testimonianza cristiana e di evangelizzazione, da sempre ci siamo posti davanti alle problematiche, così serie e profonde, del rapporto fra Cristianesimo e il tempo in cui viviamo.

La Fede oggi.
E' il problema che spinge ad esaminare con particolare attenzione la propria Fede, quella a seguito della quale, io, tu, noi crediamo, cercando di coglierne le motivazioni illuminanti, le argomentazioni più convincenti, ma specialmente per prendere coscienza del dono di Dio che nel destino della nostra vita ha accesa questa luce di Fede.
E perché è un dono di Dio, la Fede, più che ogni altro valore, responsabilizza ad un diffondersi, ad un offrirsi, ad un comunicarsi: cioè costringe ad una realtà di servizio nei confronti della Fede stessa che è luce per illuminare fuoco per essere acceso ed accendere, lievito per lievitare, salvezza che deve salvare...
Tanto più oggi chi ha il dono della Fede e ha compiuto una scelta cristiana e sacerdotale per la motivazione della propria esistenza, deve richiamarsi a questa urgenza e provarla appassionatamente nella propria vita, di impegnarsi in un giocare interamente se stesso nei modi e nelle misure che la ricerca di autenticità nella propria Fede gli dà di scoprire nella quotidianità della vita e nelle grandi problematiche della storia.

La Fede oggi.
E' una costatazione, può anche essere soltanto un'impressione, ma per noi è gravissimo problema che il presentarsi della Chiesa in tutta la sua complessità teologica, liturgica, pastorale, risulti sempre più, nel giudizio popolare e specialmente nella sensibilità della gioventù del nostro tempo, come una realtà estraniata, separata, disincarnata dalle concretezze della vita e dalla spietatezza dei suoi problemi e delle sue esigenze. Ne consegue un giudizio, con tutte le conseguenze facilmente constatabili, che il Cristianesimo è una religione delle tante religioni, un complesso di valori religiosi rispondenti a richieste devozionali, sentimentalistiche, bigottistiche e beghinesche. E la Chiesa un apparato temporalistico, burocratico, sistematicizzato...
Le chiese di questa Chiesa sono una realtà indicativa indiscutibile: basta varcarne la soglia e cattedrale gotica o romanica o di qualsiasi paesucolo, manifesta apertamente il carattere devozionalistico del cristianesimo-religione. E' più che sufficiente partecipare alle liturgie, rinnovate quanto si vuole, per riportarne impressioni di impegno religioso spiritualizzato fino alla disincarnazione più nebbiosa ed evanescente.

La Fede oggi.
La realtà dell'esistenza umana, in questa nostra civiltà del benessere, borghese e autosufficiente, va sempre più organizzandosi e andiamo verso vere e proprie sistemazioni, a compiutezze o a speranze tali di valori, dalle quali rimane escluso sempre di più il problema di Dio e della Fede in Cristo e tanto più una possibilità di significato di una scelta seriamente religiosa.
Dove invece - ed è il tremendo problema dei giovani - la ricerca di una presenza più efficace nella vita matura responsabilizzazioni ed esige realtà di impegno e serietà di lotta, l'abbandono della Fede, il lasciar cadere le enormi possibilità che la scelta cristiana può offrire di autentico coinvolgersi nella vita o nella storia, è come una inevitabilità, assolutamente irrimediabile, quando i giovani oltrepassano i vent'anni o varcano la soglia che dal chiuso di una pro-spettiva a sistemazione borghese personale e familiare, li costringa all'aria aperta, a cercare per se stessi e per gli altri valori di liberazione, di giustizia, di autenticità umana.
La Chiesa è subito vista come un ostacolo e automaticamente la Fede cristiana (come del resto la Chiesa vuole) viene giudicata un tutt'uno col sistema ecclesiastico, fino all'impossibilità di distinzione fra Gesù Cristo e il papa, i vescovi,i preti, le parrocchie, le chiese, le liturgie, le processioni, le devozioni e tutto il popolo cristiano della domenica, i gruppetti di pensionati cattolici, i furbi profittatori della politica cristiana e dell'arrivismo economico e decorativo...
* *
Penso che nessuno possa rimproverare chi di tutta questa problematica (e l'approfondirla può essere senza fine) che investe tutta la visione cristiana della vita e decide di un rapporto fondamentale fra Cristianesimo ed esistenza umana, di cui la Chiesa porta la spaventosa responsabilità, ne vive l'angoscia nell'anima e se ne sente bruciare il cuore per un desiderio appassionato che la propria vita e tutta la realtà della Chiesa diventi e sia l'umanità attraverso la quale Cristo, con tutto quello che lui è e significa per la salvezza del mondo, viva dentro il vivere degli uomini, si carichi ancora di tutto il problema della vita umana, portandone la Croce, per morirvi inchiodato e risorgervi continuamente la Speranza, l'Amore, la libertà, la vera dignità umana, l'essere tutti figli di Dio.
E' da questa Fede per cui si crede che comunione vi deve essere fra Cristo e tutta la vita umana perché è da questa comunione che è nato il Mistero meraviglioso di Dio che si fa uomo perché l'uomo si faccia Dio, così pienamente compiutosi in Gesù Cristo e affidato, nella sua continuità storica, alla Chiesa. questo nuovo corpo (umanità storica) di Cristo, è da questa Fede che nasce l'impossibilità a starsene in pace, rassegnandosi passivamente all'andamento delle cose.
La Chiesa è questa porta di passaggio, di comunione, fra l'umanità e Dio: bisogna che rimanga aperta, spalancata, perché l'uomo, l'umanità, con tutto quello che l'umanità è, ma specialmente - e Gesù ne dà l'indicazione esatta - in tutto quello che l'umanità ha perduto dei suoi valori essenziali, possa incontrarsi col suo Dio e ritrovare in lui la salvezza, cioè il suo essere vero, il suo esistere autentico, come Dio l'ha pensata facendola nascere dal suo sogno infinito.
Crediamo che l'umanità sempre più stia esasperando questa ricerca della propria identità, fino a rischiare gli orrori più spaventosi.
Bussa ormai ad ogni porta, anche a quelle dove pare o si immagina che possa esservi accesa la sia pur minima speranza.
Anche alla porta della Chiesa. Non si può stare a discutere, ad esaminare, scuole teologiche alla mano, sfogliando il codice di diritto canonico, consultando le enciclopedie pastorali, spolverando osservanze liturgiche e tanto meno tenendo d'occhio diplomazie furbesche, equilibri temporalistici... e discutere ed esaminare se è conveniente, prudente, contemplato, secondo le consuetudini, ecc. aprire uno spiraglio oppure tenere sprangata la porta.
Oppure spalancare i battenti, toglierli anche di sui cardini ed essere semplicemente accoglienza, realtà di comunione, incontro continuo, incessante, del figlio con il Padre.


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1972, Ottobre 1972

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -