Gente del Vangelo

4 - La samaritana

La donna incontrata in Samarìa è fra le prime che trovano in Gesù una risposta alla loro vita, insieme a Maria, a Elisabetta, alle donne che lo seguono da lontano e da vicino e che formano dall'inizio del suo camminare incessante per la Palestina, una folla che si muove intorno a Lui. Le sue parole trovano immediata rispondenza fra il popolo e fra le donne - là dove esiste un cuore e un'anima che nessuno ancora ha compreso - sembrano scostare il velo che ricopre la realtà, tanto da donarci una visione diversa della vita, un'immagine della creazione quale Dio l'ha pensata. In quel momento l'esistenza umana "vive" quasi miracolosamente, sembra non più umiliata dalla morte che continuamente la frantuma e dal peccato che la snatura. Sono indicate, appena accennate, vie diverse che portano a ritrovare la strada che lega il presente con l'eterno, il limitato con l'infinito, il vivere con l'Essere. La donna, questa custode della vita che non si rassegna che la vita abbia un termine, guarda attonita questo Figlio dell'Uomo che semina nella esistenza tesori tali da renderla preziosa, non secondo gli uomini ma secondo il pensiero di Dio dato all'inizio dei tempi e poi perduto nella storia umana. Un pensiero di purezza intatta, di amore che non finisce, di capacità di accoglienza e generazione, di rispetto al creato e alle creature, di una vita che vive accanto alla vita di Dio.
Quel giorno mentre parla, la samaritana trova in lui la risposta al suo sogno di sempre, che l'aveva portata a cercare l'amore, un passo dietro l'altro, un uomo e poi un altro nella sete di trovare un perché all'esistenza, un motivo di vita, la possibilità di dire in pienezza: ti amo, e perciò sono.
In Gesù intravede qualcosa che non morirà: le parla di un'acqua viva. E subito il dialogo si accende ritmato dalle domande della donna, povere domande, dubbi semplici e ripetuti di chi non ha cercato con i profondi pensieri di Nicodemo, ma entrando nell'esistenza sospinta da questa sete che non può estinguersi. Più tardi Gesù dirà al popolo: beati gli affamati e gli assetati di giustizia, cioè di un rapporto diverso, di una possibilità di comunione fra gli uomini.
La donna spera che la morte, la grande nemica, che interrompendo la vita ne rivela l'intima contraddizione tanto da acuire il bisogno incalzante di un perché - sia vinta. E' sconfitto anche lo spazio: Dio sarà adorato dovunque in spirito e verità. Ha del miracolo il rapporto liberatore che Gesù ha con le donne, dipanandole, ridonandole a se stesse, raggiungendole sempre ai crocevia della loro esistenza: è il primo dei nati da donna che non morirà; quando incontra una donna incinta la creatura portata le sussulterà nel seno; parIa come pochi hanno saputo fare dei dolori del parto che la donna accetta solo poiché portano la vita; capisce il senso profondo che muove la samaritana, Maddalena, l'adultera; lo svela loro che forse non lo conoscevano, ma lo riconoscono alla prima occhiata guardando Lui: cercavano la vita che non finisce. Questo figlio del popolo sa capire la lotta per l'esistenza nella donna che spazza la casa per ritrovare la moneta perduta (esistenza benedetta e resa capace di diventare Regno di Dio); la pena della vecchia malata da lunghi anni, e infine la ribellione della madre di fronte al figlio che muore.
Accanto al pozzo, stanca per il troppo sole, la samaritana domanda: «Signore sei tu che cercavamo?» Questa speranza accesa qua e là, donata a chi aveva da sempre sofferto, sbandato come pecora senza pastore, a questi cuori di donne e di popolo, e perciò di umanità nella sua realtà più viva il figlio di Dio la compie lottando alla radice dell'esistenza contro il male e la morte.
Si consegna volontariamente alla morte, la nemica dell'uomo. E a una donna, non rassegnata di vedere proprio lui morire, si mostrerà risorto a indicare possibilità insperate di esistenza: "non tenermi così... ma va e di loro"; dono nuovo consegnato perché sia sparso nel mondo, rapporto liberato: l'acqua viva potrà scaturire dal petto di chiunque ama.


Maria Grazia


in Lotta come Amore: LcA giugno 1972, Giugno 1972

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