3 - La proposta cristiana

Tutto il Mistero di Dio nei rapporti con l'umanità. cosi come noi lo conosciamo nella rivelazione che ce ne fa la Sacra Scrittura, è fatica infinita di Dio a formare e tirarsi su un popolo che fosse segno e realtà di presenza di Dio a espandersi nell'umanità intera, dove il suo pensiero fosse manifestato in una concretezza storica, la sua volontà si realizzasse in una obbedienza di popolo e la sua voce risuonasse nella vita, nella storia, fatta voce di uomini di Dio, di folle sterminate, di popolo che Lui diceva di sognare «innumerevole come le stelle del cielo e la sabbia sul lido del mare».
E una Parola (e tanto più quella di Dio) non è vivente se non è pronunciata, incessantemente pronunciata. E a viva voce e a gran voce da riecheggiare nel mondo intero e a realtà di vita vissuta, di carne e di sangue, di storia.
Per la continuità di Gesù Cristo nel mondo, fra i tanti valori di Fede che possono realizzarla, è certo che questa Parola (Lui fatto carne) gridata nel mondo, ne è uno dei segni più chiari e potenti.
E questo gridare nel mondo la Parola che è Cristo, è la missione fondamentale della Chiesa, del Popolo di Dio.
Perché se è vero che è della sacra Gerarchia il magistero dell'insegnamento, è altrettanto vero che questo insegnamento è per dare (ed essere) la Parola a tutto il popolo cristiano, perché sia il Popolo di Dio la voce nel mondo.
Questa voce di popolo di Dio non è sostituibile da nessun'altra voce. Fino al punto che se non risuona fra gli uomini questa Parola di popolo di Dio, non si ascolta nel mondo la voce di Dio. Non è ripetuta la Parola che si è fatta carne, non vibra nelle vicende della storia, violenta e appassionata, carica d'infinito Amore e chiarissima tutta di luce, la Parola di Cristo.
Perché da dopo Gesù e il tempo apostolico, non è più tempo di profeti: uomini cercati da Dio e strappati a viva forza da Lui dal grigiore della loro gente, dallo smarrimento a gregge di pecore sbandate del loro popolo, e violentati a dire la Sua parola, ad annunciare i Suoi giudizi, a frustare per raddrizzare un camminare sbagliato, a rivelare il suo Amore, a chiamare a stringersi a popolo, a popolo di Dio.
Da dopo Gesù e il tempo apostolico, la profezia è alla Chiesa, profeta è il popolo di Dio.
E se qualcosa ci raduna e ci unisce e ci carica di una missione tremenda nei destini dell'umanità, è questa profezia. E' l'annuncio della Sua Parola. Il gridarla sui tetti, ai quattro venti. L'essere Parola di voce che grida e l'essere insieme Parola vissuta che si offre, che si scontra, che lotta, che ama perdutamente: Parola profetica che significa solo che Dio è qui, è con noi, è con tutti e che dice questo e questo, tutto quello che soltanto Dio può dire...
Sono tante le cose che si affollano nell'anima a meditare seriamente questa grandiosità di missione della Chiesa, popolo di Dio nel mondo.
E ci angoscia e sgomenta il silenzio, il non dir parola, nemmeno un balbettar qualcosa, da parte del popolo di Dio.
E un popolo senza parola, un popolo muto, o è un popolo vuoto di idee, di convinzioni, di verità, un popolo banale, analfabeta, infantile, assurdo, o è un popolo di schiavi, un popolo oppresso, mutilato perfino della parola: un popolo che non è un popolo.
Una realtà umana capace di riflettere il suo Mistero, un popolo profetico indicazione fedele della sua onnipotenza, segno scoperto, visibile della sua presenza nel mondo.
Crediamo fermamente che Gesù, nel suo essere vero Dio e vero Uomo, concretizza in modo diretto e immediato questa voce di Dio fra gli uomini. E' adorabile il pensare e il credere che «Lui è la Parola di Dio fatta carne e venuta ad abitare fra gli uomini».
Un popolo, il Popolo di Dio, al quale si parla continuamente, catechizzato in tutti i modi immaginabili e possibili, oggetto di un Magistero infallibile, scolarizzato, tenuto a balia come se fosse un bambino... ma che poi non crescerà mai, che non acquisterà mai l'uso della Parola, rimarrà sempre passivo e muto, ad ascoltare e tacere, ad alzare la mano a parlare, ma soltanto per chiedere spiegazioni, per implorare permessi, gridare pietà.
E il popolo tace. E' muto come uno che non sa e non riesce a dire una parola. O sa che non deve parlare, sa bene che la parola non appartiene al popolo e il popolo vi ha rinunciato.
Sono secoli e millenni che dura, rassegnato fino alla sparizione perfino del problema, il silenzio, il tacere, il non dir parola del popolo di Dio.
Specialmente quella realtà così essenziale importante di popolo di Dio che sono i poveri, i lavoratori del braccio, gli oppressi, i malati di fame e di sete di giustizia le masse sfruttate dal lavoro, dissanguate dalle guerre, strapazzate da tutti, dai ricchi, dai potenti, da quelli che sono padroni della parola, della scienza, della culture, della teologia, dei codici, ridotte al silenzio dal clero, dalla religione-devozione, dalla paura dell'inferno, dal miraggio del paradiso...
Trattandosi del Popolo di Dio, questa passività, questo silenzio, questo essere muto, senza parola, oltre ad essere realtà di vuoto pauroso, di nullità storica, indicazione di realtà di dominio e oppressione che rasenta la disumanità, la peggiore schiavitù, è anche qualcosa come di un sacrilegio, perché in definitiva è Dio che viene profanato opprimendo il suo popolo. E' come spengere la voce di Dio nel mondo. E' impedire la profezia nel cuore dell'umanità. E' ammutolire la Parola di Dio nelle storia. E' delitto contro l'umanità intera.
La proposta di Dio agli uomini è che un popolo sia la sua voce a gridare a tutta l'umanità le sua Parola.
E la Chiesa del pensiero e del sogno di Gesù Cristo è popolo che Dio in Cristo si è prescelto, raccolto e formato a forza di Spirito Santo, per essere nel mondo come lievito, come sale che dà sapore, pietra angolare della storia, luce del mondo: popolo continuità del suo essere Parola fatta carne ad abitare fra uomini e Buona Novella da annunciare «fino agli ultimi confini della terra».
La volontà di Dio è che questo suo popolo sia la sua Parola, sia la sua voce a risuonare nel mondo. Sia Parola vivente, Parola cioè che cammina per le strade, che abita fra la gente, che condivide la storia, che si lascia crocifiggere nella disperazione dell'umanità per risorgervi continuamente a Parola viva, sempre presente a chiamare gli uomini alla salvezza. sia la vivente Parola di Dio che si è fatta carne, Gesù Cristo, e che il popolo di Dio rende visibile attraverso se stesso e annuncio di voce attraverso la sua voce.
E' un'infinita, adorabile proposta, questa di Dio che dura da sempre, da quando Dio ha iniziato un rapporto di Amore con l'umanità.
E in questa proposta di Chiesa popolo di Dio, è forse il segno che scopre la misura infinita di questo suo Amore.
Ma è ancora una. proposta che aspetta di essere raccolta e vissuta. Un popolo che sia profeta ha ancora da nascere forse, nascere storicamente, perché nel sogno di Dio e nel tentativo di Cristo questo popolo. nelle possibilità di esistenza che dipendono dal suo Amore, questo popolo dovrebbe essere realtà concreta.
E in qualche modo, stranamente e misteriosamente, nonostante gli uomini e gli ostacoli e le respinte e le violenze fino alle più estreme e terribili con le quali si tenta di mettere a tacere questa voce di popolo (e spesso è più assai, per forza di cose, voce di popoli) .risuona dai quattro angoli della terra, come la tromba che chiama al giudizio, questa voce di Dio nella storia fatta popoli, a scuotere e a sconvolgere l'umanità per richiamarla a riprendere il cammino lungo un Esodo incessante dalla schiavitù verso la terra promessa del Regno di Dio.
E' il Mistero profetico della storia che, tacendo il popolo di Dio, come se per tutta un'immensa, tremenda problematica nemmeno esistesse, è fedele alla missione di gridare nel mondo la Parola di Dio.
Perché nessuna forza può mettere a tacere questa Parola di costruzione della storia, onnipotente come la Parola che fu pronunciata all'inizio dei tempi e che è l'universo, come la Parola che si è fatta carne, nella pienezza dei tempi, e che è Gesù Cristo.
Bisognerebbe che chi ha responsabilità nelle Chiesa per aiutare alla Parola il popolo di Dio o a fargliela morire in bocca e nel cuore, ricordasse quello che Gesù rinfacciava ai Farisei (sempre i soliti a tentar d'impedire che il popolo parli e annunci la sua profezia) quando volevano che la folla tacesse al suo ingresso in Gerusalemme (nella realtà viva della storia): "Vi dico che se questa gente tacesse grideranno le pietre" (Lc. 19, 40).
La Chiesa, Popolo di Dio, tace, non grida quello che dovrebbe essere gridato, inadempiendo alla sua missione di voce di Dio nel mondo: gridano però le pietre, le pietre del selciato della strada sulla quale l'umanità cammina.
Lo so bene che può essere discorso polemico, questo, e può suscitare problematiche pastorali impressionanti, ma potrebbe anche essere, al solito, un atto di Fede e un impegno concreto di lotta perché la cristianità, la Chiesa, sempre più sia popolo e Popolo di Dio.
(continua)


don Sirio


in Lotta come Amore: LcA maggio 1972, Maggio 1972

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -