A Pedro
S. Paulo, 29-3-1970
Caro Pedro, buona Pasqua a te alla tua comunità. Che sia davvero Pasqua, passaggio verso la libertà, lungo cammino da percorrere....
Non si tratta di vincere, ma solo di recuperare il terreno perduto da una Chiesa legata ai potenti, al denaro, agli onori. Per questo non aveva bisogno di lavorare per vivere e viveva nei palazzi. Adesso torna ai poveri, alle loro aspirazioni e alle loro lotte. Adesso lavora per vivere e per questo è imprigionata, calunniata, maltrattata. E' sempre successo così nella storia, e sempre succederà. Siamo una parte della Chiesa che vive nel carcere. Non ci lasciamo abbattere. Siamo felici e grati di essere qui, in questa situazione, facendo l'esperienza della insicurezza, della calunnia, delle torture, ma anche dell'unione, della solidarietà, della preghiera costante, dell'approfondimento della carità, di una vita che dipende unicamente dalla speranza ,di un appoggio totale da parte delle nostre famiglie e del settore più cosciente della Chiesa. Tutto questo è un tesoro costantemente rimaneggiato e vi troviamo l'essenziale, la meditazione della vita, dell'esistere per sempre, e la morte è cammino. Siamo ancora una volta in noviziato, per cominciare una nuova tappa. Mai come oggi mi sono sentito sacerdote, per l'olocausto, e religioso, per la testimonianza... Posso trasmetterti solo qualcosa di questa nostra speranza. E' impossibile dire tutto.
Un grande abbraccio anche agli altri.
Padre Betto
in Lotta come Amore: LcA maggio 1972, Maggio 1972
Luigi Sonnenfeld
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