Gente del Vangelo

2 - Nicodemo

Si è molto parlato di quest'uomo e del suo colloquio con Gesù che rivela realtà meravigliose. Sono state dette e scritte cose molto belle.
Ritrovando la sua figura nel Vangelo l'ho sentita tanto vicina per tutta una difficoltà ad accogliere questo inevitabile dover rinascere di nuovo, esistere in questo mondo per tutt'altro principio di vita che la carne e il sangue.
Posso io, e più che farne un discorso personale preferisco dire, può questo mondo uscire di nuovo dal le mani di Dio per una seconda creazione?
La fatica e la sofferenza per un po' di giustizia, d pace, d'amore così duramente frustrata da tanta umanità chiusa nel proprio egoismo, nella cecità della violenza e della disperazione. Non c'è forse in noi una maledizione di sterilità che impedisce il compiersi del miracolo della vita?
A volte la tentazione di sentirsi perduti è forte al punto di accettare la situazione contando solo sul l'istinto di conservazione. A volte la fede illumina una strada di normalità di piccoli e poveri gesti d'amore di rispetto, che portano il calore di un affetto che aiuta a sperare.
Ma, a ben vedere, mi sembra che la difficoltà di Nicodemo non sia tanto quella di una nascita nuova quanto che essa venga veramente dall'alto, in modo assolutamente nuovo, storia di Dio che va incontro agli uomini. Perché non è da quella parte che i nostri occhi si volgono in attesa di conoscere la verità.
C'è un mondo da salvare e la strada della salvezza non passa certo per Lui, nell'impazienza della riuscita, quando la sua parola invita all'attesa; nella dimensione politica che spiega tutto, quando il suo pensiero va diritto al cuore dell'uomo.
E' certo, ed è Giovanni a darcene cenno, che Nicodemo preferisce, insieme ad altri dei capi, seguire la chiarezza degli uomini piuttosto che volger lo sguardo alla luce folgorante di Dio. Benché combattuto nelle animo, non si smentisce, lui capace di coraggio solo nelle tenebre, quando il buio ti fascia e ti avvolge a impedire che lo sguardo si perda oltre l'orizzonte.
Così, in questo mondo, c'è tanta gente che cammina a testa bassa, timorosa di perdere contatto con il suolo, delusa da tanto vano ondeggiare a mezz'aria di Pietà che asciuga le lacrime, di Religione che dispensa certificati di merito, di Morale che divide tutto il buono e cattivo a uso e consumo del furbo. C'è tanta gente che, come Nicodemo, ha perso ogni fiducia, una ricerca religiosa quando l'ha sentita tanto legata a un discorso di potere. Eppure non riesce a cavarsi dallo stesso impaccio, timorosa di naufragio, incapace di affidarsi, di rinunciare alla propria piccola fetta di potere, alla propria sicurezza. Sarà la ricerca di una perfezione liturgica secondo le teorie più avanzate, di comunità senza prete con riti continuamente ritoccati nell'ansia di «autenticità », sarà il gettarsi in un discorso politico pieno di fiducia nella capacità risolutiva di nuove strutture, discorso evidentemente di ben altra levatura, a carico di speranze di conservazione vera. Ma resta in fondo l'orgoglio dell'intellettuale cullato dai preti che non vuole arrendersi di fronte alla propria solitudine e alla propria fragilità e al momento di impiegare se stesso, solo se conserva un po' d'amor proprio, china la testa e arrossisce. Uomini e donne capaci di discutere per ore sui problemi vitali dell'umanità, improvvisamente muti o appena sciocchi nel rispondere a proposte che richiedono un minimo di rischio per un concreto impegno personale: "Come può un uomo rinascere quand'è vecchio? Può forse rientrare nel seno della madre per rinascere?".
C'è tutta la stanchezza di chi si è bruciato in mille esperienze alla ricerca della verità e non riesce più a credere, ad avere un cuore che semplicemente si offre a sognare di nuovo. .
E' proprio tutta la maledizione contenuta nella ricerca di sapienza fatta dagli uomini seguendo vie e modi tutti terrestri. Per loro unica è la strada verso la luce: "se non diventerete come fanciulli. ..".
Forse un modo di amarli è proprio offrir loro questa possibilità, con dolcezza e rispetto se è possibile, ma anche con rude violenza se occorre. Sono in fondo dei ricchi, anche se aggrappati a tesori che spesso han perso valore, e come tali il solo amore è farli passare per la cruna dell'ago anche se questo può risultare scomodo fino alla sofferenza.
Ed è amore dar loro l'occasione di toccare con mano la loro paura e la vergogna. Con un impegno cristiano sempre più preciso e serio fino a coinvolgerli a decisioni concrete. Con una serenità di dono e di offerta che dia loro fiducia fino ad abituarsi ad uscire alla luce del giorno, a perdersi tra la follia, ad accogliere senza difendersene ciò che non viene dai loro studi, dai loro sforzi.
Impegno cristiano sempre meno per la salvezza della propria anima e sempre più perché ci sia luce e in abbondanza per tutti i fratelli.




Luigi


in Lotta come Amore: LcA aprile 1972, Aprile 1972

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