Segni dei tempi

immagine:  Segni dei tempi Per la prima volta, una dichiarazione di resistenza alla leva militare obbligatoria è stata fatta pubblicamente da quattro giovani ebrei israeliani, dei quali uno obietta per ragioni di coscienza e gli altri tre per motivi politici. Nella lettera collettiva scritta al ministro della Difesa, Moshè Dayan, essi dichiarano: «Noi non vogliamo far parte delle forze armate, perché dei giovani vi muoiono al servizio della politica internazionale, e non di valori più alti. Non siamo nati liberi per diventare degli oppressori, e l'oppressione non è causa per cui meriti morire. Noi ci rifiutiamo di collaborare all'oppressione di un popolo e non vogliamo infliggere ad altri le stesse sofferenze che hanno subito i nostri padri».
(dal n. 11 dei « Cachiers de la Réconciliation»)

COLLABORARE CON LA MORTE?
«Bisognerà sempre più considerare tutti i militari di carriera, gli scienziati e tutti gli altri responsabili che lavorano per la fabbricazione delle armi come delinquenti di diritto comune».
Questa fortissima dichiarazione del pastore Cruse ci fa sognare: se gli ingegneri, gli scienzia-ti, gli operai, addirittura i militari, rifiutassero di lavorare per la guerra ... In realtà, ce ne sono. Le loro testirnonianze meritano di essere raccolte.
Cominciamo con un ingegnere.
X . .. faceva un lavoro appassionante come ingegnere elettronico in una grande azienda.
«Noi costruivamo dei radar, ma per scopi civili, oppure per la difesa dalle incursioni aeree. Presto, tuttavia, siamo arrivati a produrre sistemi di guida per i razzi, per i Mirages che devono trasportare la bomba atomica. Mi scopro così responsabile in parte delle distruzioni in massa che potrebbero causare questi ordigni... Riflettendo, solo o con alcuni amici del movimento ingegneri cattolici, l'idea di collaborare al funzionamento di armi mostruose mi diventa intollerabile. Essa mi impedisce di dormire, letteralmente. Al limite, rischio di impazzire. D'accordo con mia moglie, decido di cambiare lavoro. Il mio impresario, che capisce i miei problemi, mi chiede di avere pazienza per un po'. Poi, nella stessa società, mi affida l'organizzazione di una nuova produzione. Questo settore di automazione per l'industria mi appare lontanissimo dalla bomba. Sono felice d'aver lasciato il settore militare.
Soltanto dopo 18 mesi ho capito tutta la complessità del sistema economico, in cui le diverse
attività industriali sono collegate, intrecciate le une alle altre. La metallurgia civile fornisce l'acciaio per l'artiglieria; l'Energia Elettrica Nazionale fa girare le fabbriche di armi; le raffinerie rifor-niscono di energia i Mirages - questi Mirages per i quali un centinaio di industrie hanno contribuito a costruire i vari pezzi. Fino ad arrivare al fornaio e al contadino che danno da mangiare ai militari... Tutti, più o meno, siamo compromessi nella preparazione della guerra..» .

(dal cap. 9 del libro di Jean Toulat «Les grévistes de la guerre»)



in Lotta come Amore: LcA marzo 1972, Marzo 1972

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