«Riaffermiamo energicamente che a differenza dei nostri accusatori non siamo né dinamitardi, né rapinatori, né cospiratori». Con questa dichiarazione Padre Philip Berrigan e gli altri imputati si sono dichiarati innocenti nel corso della prima udienza del processo di Harrisburg, ini-ziato lunedì 24 gennaio 1972. Sono stati tutti accusati, senza prove, dalla FBI di complotto per rapire Kissinger e per fare saltare in aria alcuni impianti governativi a Washington. Pubblichiamo alcuni stralci dal suo diario dal carcere per raccogliere i motivi della sua lotta e della sua testimonianza che già da tanto tempo lui come altri stanno portando avanti in America.
(da «Diario dal carcere» di Philip Berrigan, Palazzi Editore)
26 Luglio.
Ho letto con infinita riconoscenza, «Vino e Pane» di Silone. Lo scrittore italiano sviluppa il suo concetto di libertà attraverso il protagonista del romanzo, Pietro Spina, un rivoluzionario del suo paese.
Dice Spina: «La libertà non è una cosa che si possa ricevere in regalo. Si può vivere anche in un paese di dittatura ed essere libero, a una semplice condizione, basta lottare contro la dittatura. L'uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero. L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, serviti, non si è liberi; malgrado l'assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi. Questo è il male, non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. La libertà bisogna prendersela, ognuno la porzione che può».
Per qualcuno può essere sorprendente che io dica che la mia libertà, qui, è più completa e soddisfacente di tutte quelle da me sperimentate in precedenza. (Per inciso: la gente continua a nutrire un vivo interesse per me: in cambio insiste per essere ascoltata, rammentandomi che ascoltare è di solito più importante che parlare; rammentandomi, anche, che sono un prete). Ma la libertà dipende, mi pare, dal grado in cui si è posseduti dalla verità. Di fronte alla verità ci si sente come assediati: è bene sottomettersi alla sua conquista con la migliore disposizione possibile. E' questo il prezzo della libertà: «la verità vi renderà liberi». Cristo rese chiara e sviluppò questa proposizione nella quieta atmosfera dell'Ultima Cena - i discepoli avrebbero ricevuto la Verità accettando Lui, non solo in quanto immagine del Padre, ma anche in quanto immagine dell'uomo. Quando si sia accettato Cristo umilmente e senza riserve ci si deve ergere contro la menzogna individuale e quella sociale - la «verità mondana» - sia nel proprio intimo sia all'interno della società...
6 Agosto
Oggi è la festa della Trasfigurazione di Cristo; è anche il 23.o anniversario dell'attacco atomico a Hiroshima compiuto dalla nostra nazione. I due eventi, separati da oltre 1900 anni hanno ciascuno per proprio conto un terribile significato.
Alla presenza di Pietro, Giacomo e Giovanni, il Padre confermò che Cristo era il suo Figlio diletto, e comandò di ascoltarlo. Ecco: Hiroshima testimonia quanto noi abbiamo trascurato o rifiutato di ascoltare Cristo. La reazione del paese alla bomba di Hiroshima e all'onda d'urto di Nagasaki, tre giorni dopo, fu un generale sospiro di sollievo, basato sulla generale convinzione che così qualche vita e un po' di sangue americani fossero stati risparmiati..
Il 6 agosto 1945 io ero al sicuro in America: da poco ero rientrato dalla guerra in Europa e la mia Divisione non aveva ricevuto l'ordine di partecipare all'invasione del Giappone. Le esplosioni atomiche non mi turbarono, né mi fecero inorridire; solo un vago disappunto qualche giorno più tardi quando venne firmato l'armistizio. Come i miei compatrioti, ero convinto della bontà della causa americana, ero convinto di non aver sbagliato a voler partecipare alla lotta. La mia adolescenza criminale, in altre parole, coincideva esattamente con quella del mio Paese ...
Adesso sono un po' più maturo - nessun merito da parte mia, molto da parte di persone infinitamente migliori di me - maturo al punto che posso dire «no» a Hiroshima e a molta della politica americana, sia interna sia esterna, e vivere con e per il mio rifiuto in prigione e fuori ...
Una meditazione per contrasto: la trasfigurazione della divina Misericordia sul Monte e la trasfigurazione dell'umana arroganza e dell'umana crudeltà a Hiroshima. Dio pose la sua dimora nella carne umana di Cristo, il cui volto pertanto risplendeva, tanto a lungo quanto poté, della forza e della pietà divine. Mentre la sfera di fuoco di Hiroshima distrusse ogni cosa che aveva potuto rag-giungere e accecò la gente per molte miglia intorno. Accuratamente, essa venne timbrata «made in USA», una ben curiosa risposta di questo popolo presunto cristiano all'imperativo del Padre: «Ascoltate il mio figlio diletto».
9 Agosto
«Rivoluzione» è oggi la parola più temuta, ripugna al nostro vocabolario, perché per la massima parte di noi essa definisce, a primo aspetto, ogni sorta di oscuri e infidi assalti al privilegio e al potere. Anche i cristiani fanno di questo concetto, che pure dovrebbe essere loro comprensibile per effetto della loro consacrazione allo spirito del Vangelo, un motivo di ansietà e perplessità. In effetti, « rivoluzione» è un vocabolo eminentemente cristiano, che dovrebbe indirizzare ogni azione cristiana nell'ambito e per la vittoria del progresso umano. Talvolta la rivoluzione può essere non cristiana, ma un uomo non è mai un cristiano se non è anche un rivoluzionario.
Rivoluzione cristiana vuol dire devozione al Signore crocefisso e risorto, la testimonianza di questa devozione. Nel mondo, il cristiano ha da affrontare in sé le medesime forze che fanno del potere istituzionalizzato l'amico di pochi e il nemico di molti. Il «mondo», così come lo vede il Vangelo, è una forza maligna, sia individualmente, sia socialmente, è una psicosi alienante, un invito a sfruttare il fratello. Secondo questo punto di vista, la guerra, il razzismo e la miseria possono non ripugnarci per via del nostro desiderio di evitare la croce, che pure è, inevitabilmente, una parte importante della vita di ciascuno; ma in questo modo «si protegge la propria anima perdendola».
L'«uomo nuovo» che emerge lentamente dalla conversione al Cristo del Calvario combatte la propria alienazione opponendosi alle ingiustizie della alienazione organizzata, cioè in pratica il potere costituito. Per la sua lotta, egli è debitamente odiato: «il mondo vi odierà, perché non riconoscerà né :il Padre né me», e i suoi giorni si fanno cupi come quelli delle vittime che ha deciso di difendere, e magari anche di più.
E' a questo punto, quando un uomo sperimenta il proprio personale Calvario, ossia l'ostracismo, le delazioni, il carcere o una pallottola, che egli dà la sua anima perché la sua anima possa rinascere E' a questo punto che la morte e la Resurrezione di Cristo diventano una esperienza di fede viva e vitale. A questo punto, per quanto senza accorgersene, la società produce una nuova vita sul serio umana.
Rinascere. comunque, espone a un conflitto, morale da una parte, pratico dall'altra. Uno affronta questo conflitto ripromettendosi di essere un vincitore di diverso tipo, dopo essere stato una vittima di diverso tipo.
in Lotta come Amore: LcA marzo 1972, Marzo 1972
Luigi Sonnenfeld
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