Con i fratelli in ricerca dei fratelli

Quando Gesù va a farsi battezzare da Giovanni, è lo Spirito che lo guida. Immerso nell'acqua, confuso con la folla dei peccatori, vive un'esperienza inedita. Poiché Gesù accetta di donarsi totalmente ai suoi fratelli identificandosi con i peccatori, il Padre lo riconosce come suo Figlio. Gesù si vede così collegato con il Padre in modo unico, come nessun altro al mondo. E' investito dal Padre come profeta e sacerdote di un "nuovo patto". Riceve la missione di annunciare a tutti, con le parole e con il suo modo di comportarsi, la forza di questa nuova comunione che, nella sua persona, salderà insieme Dio e gli uomini.
Gesù non vive da solo questa missione poiché appartiene a un "mondo comunitario", sceglie i Dodici perché vivano con lui e condividano la sua missione.
Accompagnato dai Dodici e da qualche donna (Le. 8,1-3), mosso dallo Spirito, Gesù percorre le strade alla ricerca dei fratelli, particolarmente dei più abbandonati. Proclama dovunque che, attraverso la sua persona, è Dio stesso che si fa vicino ad ogni donna e ad ogni uomo: fratello di tutti e specialmente dei poveri e degli esclusi di ogni tipo. Afferma di essere inviato a realizzare gli ultimi tempi annunciati dai profeti. A tutti lancia l'appello alla conversione, tutti devono aprirsi alla realtà nuova della vicinanza di Dio, entrare nella festa di nozze. Più di ogni altro profeta, si pone decisamente dalla parte degli emarginati della società del suo tempo; mangia alla mensa dei peccatori pubblici, fatto però che non gli impedisce d'accettare gli inviti dei farisei. In casa di uno di questi, si lascia toccare da una prostituta. Un'altra volta prende per mano un lebbroso, l'escluso per eccellenza nel mondo di allora. Non dà peso alle barriere e ai tabù posti dagli "uomini d'ordine", che cercano di eliminarlo. Non per questo cessa di smascherare le loro ipocrisie. Il tempio, luogo in cui il popolo di Dio si radunava per rendere il culto a Yahwé e per ritrovarsi come popolo di fratelli e sorelle dell'Alleanza, era diventato un centro commerciale; da spazio di comunione fraterna era diventato un luogo di esclusione. Gesù compie allora un gesto di grande portata religiosa, cacciando i venditori dal tempio. Di fronte allo scandalo provocato dal suo gesto, Gesù parla del "nuovo tempio", che è la sua stessa persona: attraverso il sacrificio del suo corpo e del suo sangue versato per tutti, con la risurrezione diventa il sacerdote della Nuova Alleanza. Gesù inaugura un nuovo sacerdozio a servizio di tutti gli uomini, senza alcuna esclusione. Predica un ordine nuovo, quello dell'amore. Offre la sua vita per manifestare agli uomini il perdono del Padre, per riconciliarli tra loro e condurli verso Dio, suo e nostro Padre. Ai tempi di Gesù, erano in attesa del messia. La pietà popolare lo vedeva come un liberatore politico, che avrebbe ricacciato i romani e fatto d'Israele una nazione potente e dominatrice. Gesù esclude un messianismo di questo tipo. Quando Pietro cerca di sviarlo dalla sua linea messianica, lo rimprovera aspramente. Quando, dopo la moltiplicazione dei pani, lo vogliono prelevare per farlo re, fugge sui monti. Rifiuta costantemente ogni violenza (Mt.5,39-45).
Il nuovo cammino di "convivenza politica" che Gesù ha aperto è quello dell'umile servizio. Chi vuole essere grande, deve farsi servo degli altri, secondo il suo esempio (Me. 10,42-45).
Un giorno, mosso da compassione per la folla che numerosa l'aveva seguito e non aveva di che nutrirsi, trova il modo di aiutarla, chiedendo l'apporto dei suoi discepoli: a partire dai cinque pani e i due pesci - quanto i discepoli erano riusciti a racimolare -suscita un movimento di condivisione, tanto che tutti si cibano a sazietà. Questo nuovo stile di convivenza, che Gesù inizia e vive con i suoi discepoli, non piace però a tutti. E' come un grano di sabbia in un piatto di riso. Per la classe sacerdotale del tempo, per tutti i potenti, questo stile di vita diventa una minaccia al loro potere. Una società giusta e fraterna era nella linea dell'Alleanza, ma quello stile dava fastidio, disturbava. E progettano di farlo tacere, prima che sia troppo tardi.
Sulla croce Gesù vive in pienezza la profezia della nuova convivenza: accetta d'andare fino in fondo nella sua identificazione con gli esclusi, i peccatori, d'essere un crocifisso fra i tanti crocifissi della storia umana. Sulla croce, Gesù adempie radicalmente il sacerdozio della nuova convivenza: consegna la sua vita per recare il perdono di Dio a tutti, anche a quanti sembrano senza cuore, i suoi uccisori: "Padre, perdona loro, non sanno quello che fanno". Quando Gesù "rende lo spirito" avviene la diffusione della forza del suo amore, che si estende a tutti gli uomini; si verifica la vittoria dell'amore sull'odio, la vittoria della colomba sul serpente, si compie la Pasqua; ha inizio la Chiesa, di cui Maria e Giovanni, ai piedi della croce, sono i primi rappresentanti. Gesù è ormai presente per sempre in mezzo ai suoi discepoli. Il Risorto è la Parola di Dio strappata al sepolcro e recata al mondo dagli amici di Gesù. Uniti a lui attraverso il legame dello Spirito, formano una comunità di fratelli e sorelle, chiamata a continuare nel proprio tempo la sua missione d'iniziatore della "nuova convivenza", a partire dall'alleanza prioritaria con il mondo degli esclusi e dei "persi", con i quali si è identificato. Carissimi, attraverso il suo Spirito, Gesù ci fa dono d'essere suoi fratelli e sorelle e ci unisce in un solo Corpo. Ci manda a vivere e ad annunciare la "nuova convivenza" nella nostra Africa assetata di comunione fraterna, ma attualmente in preda a guerre fratricide. Sappiamo che Cristo è dalla parte dei deboli, dei vinti. E' con noi ogni volta che lottiamo per un mondo diverso con le armi dell'amore, perché solo l'Amore avrà l'ultima parola. Che lo Spirito ci faccia artefici di questa "nuova convivenza" là dove viviamo, al cuore stesso del disprezzo, dell'intolleranza, dell'odio. Alla nostra Chiesa di Bondo il Signore ha fatto dono della Fraternità: ci affida una missione. Una società alternativa è alla nostra portata.




Philippe Nikiere Kena
Vescovo di Bondo (Rep. di Centrafrica)

Lettera ai cristiani per farli riflettere sulla novità cristiana nell'Africa attuale.



in Lotta come Amore: LcA Dicembre 2007, Dicembre 2007

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