Alla Santa Madre Chiesa - 3

Continuo a parlarti con umiltà e semplicità di cuore, cara santa Madre Chiesa, e mi domando se realmente ti rendi conto di quella vitalità animata dallo Spirito di Dio nel tuo seno che tu tenti continuamente di far abortire perché non vuoi figli bastardi, e cioè figli che non ti sono stati concepiti nelle sagrestie, nelle
canoniche o negli episcopi; ma per le strade, fra le case popolari, nelle fabbriche, all'aperto nei campi... Vuoi conoscere il padre, nome e cognome, estrazione sociale, fede politica, situazione economica, ecc. e allora decidi se quello che viene suscitato nel tuo seno, santa Madre Chiesa, può essere frutto legittimo,
da accogliere con Amore, o fruttificazione spuria da respingere con tutto lo zelo possibile fino al disprezzo.
Mi si rimuginavano nel cuore queste cose insieme a molte altre e mi scavavano un'angoscia senza fine, qualche giorno fa in una baita di montagna. Un centinaio e più di giovani, arrampicatisi lassù, a parlare di Dio, di Gesù Cristo, con la Bibbia in mano. Ore e ore, senza riposo, ascoltando, discutendo in un profondo clima di Fede reso schietto e sincero da un'iniziativa raccolta nel
proprio cuore. Una quindicina di gruppi di base e cioè di giovani resi "marginali" dallo zelo di tanti parroci, dalla visuale bloccata di un vescovo.
Alcuni preti dall'anima aperta ed estremamente generosa a giocare tutto, nella scuola, a logorarsi in ambenti di lavoro disumani e scristianizzati perché tu, nella loro carne sopraffatta di fatica e nella loro anima soffocata di solitudine, possa
essere presente e insieme a te Gesù Cristo, là dove non c'è più nulla di Dio e forse nemmeno più nulla dell'uomo.
Mi veniva in mente un interrogativo che mi dura nell'anima da anni e anni e non mi si dissolve lasciandomi finalmente in pace: ma che vuoi, santa Madre Chiesa?
Cosa vuoi dai tuoi figli? Da chi crede in Gesù Cristo e cerca a costo di tutto, di accettarlo nella propria vita rischiando, sulla sua Parola, scelte decisive per la propria esistenza, e quella degli altri?
Ma cosa vuoi, più che aprirsi a tutta la problematica umana, offrirsi alle ansie più misteriose, raccogliere e vivere quel qualcosa di Cristo che lo fa essere adorabile punto d'incontro fra Dio e l'umanità, nel suo essere vero Uomo e vero Dio?
Come puoi tu, santa Madre Chiesa dimenticare e quindi non volere che si nasca in una stalla, si viva come gli uccelli dell'aria e i fiori dei campi, come una Parola gridata nel deserto, come gente destinata a morire, per la liberazione dei fratelli, su una croce?
A volte mi viene la sconcertante impressione che tu abbia paura, santa Madre Chiesa di questo Cristianesimo e che per prudente saggezza terrena tu cerchi di stare attenta alle sue punte estreme di provocazione e di scandalo, arrotondando di sapienza umana le asprezze insopportabili e inaccettabili della sua pazzia. E
per quanto puoi non permetti che nessuno dei tuoi figli si lasci portar via da questa violenza di Regno di Dio e stabilisci difese e protezioni, tradizioni e leggi, magistero e pastorale, a regolare ogni cosa, determinare persone e gruppi, comunità, chiese locali e Chiesa cattolica, impedendo la libertà dello Spirito di
Dio. Spesso ti ritrovi ad essere, santa Madre Chiesa un penoso tentativo di pianificazione dei rapporti fra Dio e l'umanità e tanti figli tuoi rimangono schiacciati, appiattiti, costretti ad una uniformità paurosa, avvilente per loro e per te, santa Madre Chiesa, che rimani scialba, insignificante, ai margini della
vita e della storia. E tanti altri, consapevoli soltanto di non potersi adattare a questa pianificazione istituzionalizzata, li spingi fuori di te stessa, li consideri ribelli, e non vuoi più saperne di loro e del fuoco che portano dentro e della voglia terribile che li divora, di renderti viva e vivente in mezzo agli uomini, ai loro problemi, alle loro lotte alla loro povertà e oppressione, nella ricerca di una
totale liberazione e di una vera salvezza.
Ne ho tanto sofferto di questa tua paura, anche delle ombre, cara santa Madre Chiesa, di questo tuo non voler mai rischiare nulla, per il semplice motivo che non posso non credere, dal più profondo, che la Fede è il rischio più grosso nel quale può e deve essere giocata la vita e che l'affidarsi a Gesù Cristo è ciò che di
più pazzo si possa fare in questo mondo nel quale la legge suprema è quella di approfittarsi del prossimo unicamente per i propri tornaconti e i propri privilegi.
E' troppo faticoso affrontare la realtà dell'esistenza del nostro tempo e sentirsi continuamente frenati da remore di scuole teologiche, da zavorre di schemi pastorali, da imbrigliamenti disciplinari, da tradizioni devozionali, da grettezze
di sacrestia e da istituzioni mummificate, ecc. e portare nel cuore, chiara e incontenibile la Fede che Gesù Cristo è liberazione e salvezza, potenza inesauribile di costruzione di vita, fuoco d'Amore da accendere il mondo. E sentire e avere accettato nel proprio destino, la voglia di gridare sui tetti ciò che si è ascoltato nel segreto del cuore, la necessità di spezzarsi come pane per darsi a mangiare, di cercare ad ogni costo e di rischiare qualsiasi pagamento di prezzo, pur di testimoniare che Dio fra gli uomini è liberazione, pace, giustizia, libertà perché è Amore, Padre di tutti e Gesù fraternità e comunione adorabile fra agli uomini.
Te lo chiediamo, con profondo Amore di figli, santa Madre Chiesa di fidarti anche di noi, pur non sentendoci perfettamente allineati secondo gli schemi stabiliti, anche se figli nati e cresciuti per la strada, venuti fuori dalla fabbrica, straniti dalla fatica e oppressi da tremendi problemi dei poveri, degli sfruttati, forse anche storditi da questo gridare di umanità a reclamare giustizia, a
pretendere il diritto di essere uomini e quindi figli di Dio.
Se siamo e ci senti e ci consideri un po' del tuo cuore, santa Madre Chiesa, ti daremo forse di essere più Madre di tutta questa povera umanità orfana, derelitta e bastarda, che nessuno guarda e ama altro che per prostituirla ai propri sporchi e maledetti interessi, succhiandole unicamente benessere, ricchezza, potenza, per lasciarla poi sempre di più nel fango e nella disperazione.
Nonostante tutto, anche se tu forse non lo credi, cara santa Madre Chiesa, continuiamo ad andare avanti con fiducia. Non perdiamo la Speranza di un chiarimento che dissipi ogni diffidenza e ogni paura, nel riconoscerci anche noi,
e tutti gli uomini, tuoi figli, con pieno diritto, nel nome di Gesù, di abitare nella casa dell'unico Padre e dell'unica Madre. Lo vedevo bene, era il desiderio di tutti quei giovani in quei due giorni della baita, di tutti i gruppi ecclesiali di base che io conosco, di tutti i preti in difficoltà con te, santa Madre Chiesa, che mi capita spesso di incontrare.
La celebrazione eucaristica di quella sera nello stanzone della baita e di ogni sera, nel quotidiano di ciascuno, più che Speranza è Amore, unità profonda nel riconoscere, allo spezzar del pane, il volto di Cristo.

don Sirio


in Lotta come Amore: LcA dicembre 2020, Dicembre 2020

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