Alla Santa Madre Chiesa - 2

Continuo a scriverti lettere, santa Madre Chiesa: mi piace parlare con te, a cuore a cuore e non trovo modo migliore con semplicità e chiarezza che scrivere povere e umili lettere, da inviarsi poi attraverso questo foglio stampato a tutti i miei amici che sento tanto Chiesa, qualcosa di questa santa Madre Chiesa, questo seno misterioso e verginale che continuamente concepisce e porta alla luce Gesù Cristo, in ogni angolo della terra, in ogni momento della storia.
E' bellissimo, santa Madre Chiesa, quando nella comunione due o più si incontrano col parlare e lo scrivere. E' il mistero di Dio a svelarsi, è Gesù Cristo che emerge a poco a poco a dominare e vincere tutto lo spazio d'amicizia che è andato realizzandosi e tutto diventa e è l'adorabile regno di Dio. Ma da te, santa
Madre Chiesa, non viene nulla che sia gioia del cuore, qualcosa di amicizia profonda, di comunione d'ideali, che riscaldi, che accenda, che entusiasmi alla Fede, al dono di sé, alla gioia del rischio... Vengono soltanto delle encicliche dottrinali, aride per tanta scienza teologica e pastorale, prammatiche ed esatte,
studiatissime, da sembrare soltanto parole. Lettere pastorali, documenti sinodali, riforme liturgiche, proposte organizzative, circolari per nuove iniziative che sanno tanto di progetti d'architetti faticati al tavolo da disegno. Rapporti amministrativi, cara santa Madre Chiesa, buoni soltanto a ridurmi al
livello del funzionario o se vuoi dell'attento amministratore del sacro e del prudente funambolo del profano. Sei tanto capace, santa Madre Chiesa, e non so quanto e se avverti di essere questo terribile pericolo, di ridurre le persone ad
essere senza cuore, inaridite, come prosciugate di dentro, automatizzate su schemi prefissati, quasi disumanizzate dal comune valore umano e ricostruite artificialmente: è difficile descrivere il clero, gli ecclesiastici, i preti, i vescovi, se non pensando a uomini che non sono uomini, ma esseri particolari, quasi una specie umana a sé, inconfondibili.
Santa Madre Chiesa, non so perdonarti a cuor leggero quei lunghi anni di seminario organizzati appositamente per demolirmi come uomo e fare di me un prete. E ringrazio sempre la dolce bontà di Dio che mi angosciava l'anima in quegli anni, di problemi terribili, così tanto che quasi nemmeno avvertivo quel mondo a landa raggelata e a deserto riarso. E dopo, a camminare tra la gente come un fantasma, come piovuto da un altro mondo, un emigrato che non conosce la lingua, le usanze, un venditore che tira
avanti possibilmente con nuove furbizie, una vecchia farmacia ricca di antichi ricettari, come quelle che si trovano nei monasteri,
Chissà, santa Madre Chiesa, perché hai sempre voluto che i preti affoghino nella solitudine? Perché la solitudine li divora, li risucchia piano piano. Vi sono nati e cresciuti, si è come incarnita nell'anima la solitudine. E tu stessa ve li condanni perché ce li immergi e ce li abbandoni: li porti nel deserto e li lasci a gridare,
a chiamare, diventi anche tu così lontana, da non accorgerti nemmeno più del loro stesso richiamo. E la solitudine disperante non è la verginità, santa Madre Chiesa, non è il problema di sensi che reclamano, di cuore che grida un nome, di sentimento che implora... è solitudine d'umanità, di valori umani, del non essere
uomo fra uomini, d'inutilità, di vuoto di ragion d'essere... di Fede, dirai tu santa Madre Chiesa, ma non lo dire, te ne prego, perché questo può essere soltanto il tuo tentativo di coprire e di alienare col solito, specioso ritornello, le tue responsabilità di madre: perdonami, ma te lo devo dire, di madre che concepisce i suoi figli, li mette alla luce e li abbandona sugli scalini di una porta di chiesa.
Il risveglio, il rendersi conto, è sempre un dramma, santa Madre Chiesa, un'angoscia che scende fino al midollo e sgomenta, disorienta, spesso fino a misure di sofferenza impossibili.
E se ne esce, santa Madre Chiesa, perché non è possibile non uscirne pena il manicomio, se ne esce nel modo più comune e disinvolto, diventando perfettamente degli ecclesiastici, dei preti sistemati ottimamente, tranquilli nel ministero sacerdotale, imborghesiti nella mentalità, il buon clero davanti a Dio e
davanti agli uomini e anche davanti a te, santa Madre Chiesa.
O se ne esce da questa solitudine, meglio ancora sembra di uscirne, lasciando cadere il proprio sacerdozio in un vuoto assoluto di valori: tutto svanisce, specialmente nella propria interiorità a poco a poco e poi nel concreto, in rapporto con la vita, col mondo nel quale non è possibile vivere senza una
motivazione di una qualche validità. E tu, santa Madre Chiesa, sei vista e sentita sempre più un'istituzione oppressiva: e diventa inevitabile la liberazione da un immiserimento di valori umani, fondamentali per una normalità di esistenza: e diventa urgente sostituirti oppure tentare di integrarti, raccogliendoli e vivendoli
questi valori. E succede ancora - ma ogni figlio che si allontana ha particolari motivazioni anche se è vero che il problema è unico - e succede ancora che all'atto pratico, all'analisi storica antica ma specialmente a quella attuale, ti manifesti, santa Madre Chiesa, come una pesante strumentalizzazione del religioso per potenziamenti temporalistici, economici e politici, per alleanze
incompatibili con la tua missione, per scelte di consensi e di appoggi all'opposto del Vangelo, e allora matura in tanti figli il dovere di combatterti a guerriglia serrata, come dei ribelli... anche se non sono, come sembrano, figli snaturati: credono soltanto che la disobbedienza sia l'unica fedeltà possibile alla Chiesa, popolo cristiano. E se ne esce ancora da questa solitudine camminando avanti lungo la strada di Dio e di Cristo che tu indichi con la Parola; sia pure nei tuoi modi, a volte un po' artificiosi, consuetudinari, tu, santa Madre Chiesa, sei la
luce di Dio a illuminare il mondo e alla tua luce è possibile conoscere il mistero di Dio rivelatosi in Gesù Cristo e scoprire il vero e totale valore dell'uomo, conoscere il senso della vita e della storia, e maturare una coscienza di rapporto con l'umanità - ogni uomo e tutti gli uomini - fino a diventare l'umanità la propria ragion d'essere. Mi ha sempre stupito fino a non sapermene capacitare, come sia possibile che tu, santa Madre Chiesa insegni e sei maestra di verità così rivoluzionaria da agitare il mondo fino al punto che dovresti essere sempre una forza da rovesciare l'umanità da così a così e nemmeno tu stessa ne rimani travolta e sconvolta, anzi tutt'altro. Manifesti e riveli Dio agli uomini, immetti con la violenza dello Spirito, con la potenza della
Parola e la grazia dei sacramenti, il mistero di tutto Gesù Cristo nell'umanità e tu non rimani abbacinata da tanta luce, quasi impazzita, portata via in una realtà di storia, adorabile rivelazione di Dio.
Perdona, santa Madre Chiesa, tutte le parole forse troppo segno di lunga sofferenza come cicatrici dolorose, ti prego di vedere in fondo al cuore e di cogliervi quell'immenso Amore che vi palpita per te e per tutto il tuo mistero nel mondo.

don Sirio


in Lotta come Amore: LcA dicembre 2020, Dicembre 2020

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