In questi giorni si vive in Versilia un'aria di primavera e non solo per le giornate calde e luminose, ma per la presenza il 5 novembre di Alex Zanotelli in città, nella chiesa del Bicchio piena fino all'inverosimile. Dopo l'incontro sono andata da lui a presentarmi e a regalargli una copia degli ultimi 2 libri di don Sirio: Alex mi ha abbracciato caramente e si è detto lieto di poterli leggere.
Conoscerlo porta una insopprimibile voglia di cambiamento, qualcosa di immediato, di concreto da fare come segno di messaggio ricevuto. La settimana seguente, a pochi chilometri da Viareggio c'è stato un interessante convegno dedicato alla 'Transizione' sui temi della crisi climatica, la sostenibilità del sistema, il modo di promuovere la resilienza, le economie locali, la finanza etica. A seguire affollati workshop ai quali ho visto partecipare alcune persone che erano ad ascoltare Alex qualche giorno prima. Il prossimo weekend, sempre a Viareggio ci sarà un due giorni sul tema immigrazione e accoglienza, sembra quasi che qualcosa si sia messo in moto dopo le parole di
Zanotelli, anche se l'organizzazione è nata dopo la marcia di settembre delle donne e degli uomini scalzi.
Uno dei libri che ho dato a Alex è "Paso doble per la pace" uscito per Servitium nel 2007: una piccola raccolta di scritti di Sirio sul tema della pace. Una pace sognata e inseguita, senza soste, appassionatamente. Rileggerlo ora, in un mondo sempre più sfregiato dai conflitti, fa una strana impressione: è una chimera, continuerà a fuggire, non si farà mai prendere questa voglia di pace? Chi sono stati questi sognatori che si sono spesi per inseguirla, Capitini, Danilo Dolci, don Milani, padre Balducci, Turoldo? Dove hanno attinto la forza per sostenere le loro certezze? "Ogni individuo porta dentro di sé un suono che solo lui può dispiegare in un canto, una parola che attende di esprimersi in poesia. Se uno non componesse questo canto, questa poesia, avrebbe fallito il suo compito nella vita." Ora che sono approdati all'altro lato della vita possono vedere il disegno di cui facevano parte, ora sanno che non erano frammenti disgregati, ma parti di un tutto.
In questi giorni, a darci coraggio sulla via di una fedeltà a prova di tutto, arriva la notizia del trionfo della indomita Suu Kyi in Birmania, il 70% degli elettori la hanno votata! la forza di un popolo in cammino che è riuscito a riprendersi in mano la vita.
I nuovi inizi, la svolta decisiva Sirio la visse nel lontano '56, a 36 anni, quando lasciò la parrocchia per andare a lavorare come operaio in un cantiere del porto. Da quel momento si sono succedute numerose scelte soprattutto negli anni '70 e '80 quando la situazione politica ed economica internazionale sollecitarono prese di posizione forti sui temi della pace, l'antimilitarismo, il disarmo, l'antinucleare: la sua figura solida, i suoi capelli bianchi al vento sono stati un punto di riferimento visibile in tutte le grandi manifestazioni del tempo. Le lotte intraprese, lo spendersi generoso zampillavano dalla visione di Dio che sempre più cresceva in lui.
Apre così uno dei suoi scritti: "Che io - povero prete dal martello in mano da ormai venticinque anni e con le forze logorate dal camminare gomito a gomito con la gente sulla strada della vita - mi permetta di fare della teologia della pace, è perlomeno presuntuoso. Ma certa presunzione può essere un peccato perdonabile quando è senza pretese."
"E' utopia questa pace, la pace? O peggio ancora, è vuoto, aspirazione illusoria? Può essere. Ma allora perché ne provo un così profondo, misterioso, infinito desiderio? Perché - e è quasi in continuazione - me ne prende una voglia terribile come aria da respirare e pane da mangiare?
Mi viene spesso da cercarla la pace girando gli occhi intorno come per scoprirne la concretezza, mi viene voglia di toccare, di palpare con le mani per sentirne la materialità. E' interrogazione assillante, un domandarne qualcosa a chi possa darmene notizia, un'indicazione preziosa.
La cerco nelle profondità del cielo, negli abissi dei mari, nelle vicende della storia, nel travaglio della vita quotidiana, nel Mistero della tua anima, nella trepidazione del tuo corpo, nello splendore o nell'incupirsi dei tuoi occhi, nella speranza, nella disperazione ..".
In questo articolo e ancor più nei successivi, emerge la visione che lo sosteneva, Sirio era convinto che "amare la pace può ancora convincere se riusciamo a scoprire, purificare, amare i valori essenziali, quelli che stanno avanti, prima delle distorsioni e degli intorbidamenti operati dalla storia, dalle religioni, dalla civiltà .."
"Allora risulterà che è un tutt'uno con l'umano come il sangue che circola nelle vene. La pace vuol dire vivere. La guerra (ogni scontro, conflittualità) vuol dire uccidere. Il comandamento è chiarissimo: ama la pace perché la pace è te stesso. Cioè la vita, la dignità umana, l'uguaglianza, la libertà .. Tutto quello che è uomo e donna."
Sul grande tema dell'impegno attivo per la pace, lui individuava nella nascita di una coscienza capace di vedere le ingiustizie che dividono i popoli del mondo, l'unica possibilità concreta di ottenerla.
"Occorre amare la pace dello stesso Amore del comandamento che chiede Amore a Dio: un'apertura perfetta, assoluta, senza fine. Al di là di ogni considerazione, ragionamento, distinzione, oltre gli opportunismi ideologici o pastorali .. perché unicamente così può essere l'Amore a Dio. E così deve essere l'Amore alla pace. Perché Dio è pace. E pace è Dio. "Come puoi dire di amare Dio che non vedi se non ami la pace che è in te stesso e la gente con la quale vivi"?
Forse è venuto il tempo in cui la pace deve essere oggetto di adorazione, esattamente come Dio. Perché di Lui è rivelazione, manifestazione, presenza.
E' inconcepibile una conoscenza del Mistero del suo Essere, un'umile intuizione della sua Unità e Trinità e quindi un'adorabile abbandono alla sua ineffabile identità, se non nella quiete interiore, nella preziosità più dilatata, nella visione più trasparente e cioè nella pace.
Quella pace che è dono di Dio, grazia illuminante dello Spirito, serenità perfetta di anima e carne e sangue nella propria interiorità, intorno a sé e nel rapporto di comunione con ogni essere umano e l'universo intero".
Furono queste parole a suggerirmi il titolo del volume: si tratta di una danza di origina spagnola caratterizzata da sfida, coraggio e eros che sembrano descrivere, più che altre immagini, l'appassionato paso doble che Don Sirio ha danzato tutta la vita con il suo Dio, l'oggetto del desiderio che lo ha sempre animato tanto da fargli scoprire col passare del tempo che l'uomo è la Sua icona, niente altro che questo.
"E' via mistica estremamente facile la visione, la sensazione di Dio, del suo Essere infinito quando si cammina sulla via della pace, abbandonandosi a una spaziosità che continuamente si dilata: spariscono ostacoli, difficoltà, ogni e qualsiasi problema che chiuda, che ripieghi su se stesso, che blocchi. E si possono oltrepassare i limiti, andare al di là di ogni orizzonte, avanti sempre, oltre le nubi, l'azzurro, le stelle .. Il cuore umano sente il richiamo di misteriose, stupende nostalgie che solo lo Spirito può placare con il suo inesauribile dono d'infinito .. Ad una sola condizione: la pace. Questa libertà, questo respiro interiore, questo richiamo dell'assoluto, questo sogno adorabile. ".
Il suo sembra lo slancio semplice dell'innamorato che non sopporta vincoli a un espandersi simile al bisogno fisico, attirato dalla nostalgia di Dio, il grande oceano che tutto contiene e che tutto alimenta. Il tema del mare è spesso presente nei suoi scritti, d'altronde ha abitato lunghissimi decenni in una casetta sul limitare della darsena Toscana a Viareggio e tutta la sua vita è stata, come quella di alcuni pesci, una risalita alla sorgente.
Poco oltre incalza "Sorprende e sconcerta costatare che la pace non abbia ottenuto e ancora non ottenga la centralità della Fede. E quindi non abbia guidato e ancora non guidi il concretizzarsi storico, il comportamento morale, giuridico, individuale, collettivo, di popoli.
Nemmeno oggi in cui è decisiva per la sopravvivenza dell'umanità essa figura come argomento di ricerca teologica, religiosa, mistica, contemplativa, pastorale. Né come chiarimento esegetico e provocazione del messaggio di Cristo; o come progetto di comunità ecclesiali fondate sulla Fede e viventi dei valori della Pace. Forse è oggetto di preghiera liturgica, ma più per convenienza che per convinzione.
Sogno la pace come spiritualità, via mistica, visione contemplativa per le comunità religiose e monastiche, per la Chiesa, continuità storica di Cristo risorto. Perché la pace è respiro vitale di chi ha scelto Dio come ragion d'essere della propria vita e della propria storia."
Pare di udire la voce dell'anziano cantore, voce narrante de <Il cielo sopra Berlino> di Wenders: "I miei eroi non sono più i guerrieri o re, ma i fatti di pace. Ancora nessuno è riuscito a cantare un epos di pace: cosa c'è nella pace che non entusiasma e non si presta al racconto? Devo darmi per vinto, ora? Se mi do per vinto l'umanità perderà il suo cantore e quando avrà perso il suo cantore, avrà perso l'infanzia".
Maria Grazia Galimberti
in Lotta come Amore: LcA dicembre 2015, Settembre 2015
Luigi Sonnenfeld
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