(articolo redazionale)

Ho "chiuso" questo numero poco prima della strage di Parigi. L'ho pensato a partire dalla "scoperta" di Armando Sestani del libretto di don Beppe Socci "Chiesa della pace o chiesa delle stellette", che raccoglie i segni della lunga lotta per separare la Chiesa dall'esercito e dalla benedizione delle armi. Allo scritto di Armando ho fatto precedere la biografia di don Beppe e, a seguire, troverete il racconto del martirio del giovane Massimiliano, patrono degli obiettori di coscienza al servizio militare. In ultima pagina potete leggere anche un lungo estratto da "L'avventura del povero cristiano" di Silone con la netta posizione di Celestino V che, alla pressante richiesta del suo consigliere militare di soddisfare la richiesta di benedire l'esercito in armi, risponde: "Col segno della croce e i nomi della Trinità, si può benedire il pane, la minestra, l'olio, l'acqua, il vino, a volte anche gli strumenti di lavoro, l'aratro, la zappa del contadino, la pialla del falegname e così di seguito, ma non le armi".
E, a proposito di armi, non solo nell'ambito dell'esercito, ma anche nella vita di tutti i giorni, vi invito a leggere "Un percorso dal dolore alla responsabilità" di Gabriella Neri come risposta al tragico lutto subìto quando le armi sono facilmente disponibili nelle mani di chi perde la testa.
Nelle mie note su don Beppe e i cappellani militari ho inserito il monologo del cappellano militare che si strappa le stellette dalla tonaca, scritto da don Sirio nel testo teatrale "Le ombre di Hiroshima" e interpretato da don Beppe sempre con intensa convinzione.
Maria Grazia Galimberti ha raccolto ne "La pace, respiro vitale" i fremiti e i fermenti che muovono il mare della nostra vita e ci riportano alla necessità per ciascuno di noi di nuovi inizi e di svolte decisive. La riproposizione del pensiero fatto carne di don Sirio sulla Pace in "Paso doble per la pace" (edizioni Servitium) con sue ampie notazioni, la conduce a riproporci in modo ancora più drammatico dopo i fatti di Parigi, la voce narrante de <Il cielo sopra Berlino> di Wenders: "Cosa c'è nella pace che non entusiasma e non si presta al racconto? Devo darmi per vinto, ora?" Interrogativo che chiede ad ognuno di noi la sua risposta. Oggi.


in Lotta come Amore: LcA dicembre 2015, Settembre 2015

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