Elena Virginia Salvetti - "Amore mio"

Edizioni Cinquemarzo - Viareggio

Mi ricordo quando dodicenne mi fermai nel tempio, invece di riprendere il cammino di ritorno con la carovana: il desiderio di occuparmi delle cose del Padre mio mi sommergeva e mi sovrastava: domandavo, ascoltavo e i dottori del tempio a loro volta ascoltavano e domandavano e intorno a noi si raccoglieva gente, e tutti mi guardavano stupiti, ma io non mi rendevo conto, ero solo un ragazzino.
I miei genitori mi hanno ritrovato, ma solo dopo tre giorni di lunghe ricerche angosciate. Mia madre ancora pallida di preoccupazione, mi disse: "Figlio perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo"...
Lei era così pallida nel tempio, così spaventata al pensiero di avermi smarrito, ma si preoccupava prima dell'angoscia di mio padre Giuseppe e poi univa la sua a quella del suo sposo, nella infaticabile ricerca di me.
Mia madre mi ascoltava e mi guardava pensosa. Intanto l'esercizio dell'umiltà mi permetteva di crescere sapiente, di diventare uomo e mi donava la Grazia del Padre mio. Ho vissuto la mia infanzia e la mia giovinezza nella tenerezza di una famiglia serena.


in Lotta come Amore: LcA settembre 2015, Settembre 2015

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