Educare dai margini

Da qualche tempo ho ripreso in mano i vecchi numeri di "Lotta coma Amore", che conservo come un tesoro a cui ricorrere quando la strada si fa incerta e si rende necessario "rivisitare" i luoghi e i tempi che ci hanno portati a vivere l'oggi.
Gli scritti di Sirio (che non ho conosciuto personalmente, di Beppe che, mentre impagliava le sedie, mi concedeva il suo tempo con un ascolto partecipato, e di Luigi, che prosegue fedelmente nel tempo il cammino della Chiesetta, sono un prezioso riferimento per il mio servizio diaconale.
In essi trovo quelle indicazioni che sgorgano dal loro impegno evangelico calato nell'esperienza quotidiana: sono pagine che non si collocano nei "massimi sistemi" e non propongono sentenze già scritte; piuttosto cercano nella condivisione e nella accoglienza delle opinioni altrui, indicazioni per leggere il Vangelo nelle vicende della storia.
In particolare, guardando al percorso esistenziale di Beppe, mi sono ritrovato in due caratteristiche che forse ci accomunano: una è quella di offrirsi agli eventi, leggendo ciò che accade nella ferialità quella chiamata concreta al servizio, evitando di impegnarsi in progetti preconfezionati che a volte peccano di protagonismo e autosufficienza. La seconda è la scelta della marginalità come luogo educativo. Educare dai margini (dalle "periferie esistenziali" secondo l'espressione di Papa Francesco), è la modalità con la quale l'essere umano ritrova la sua dignità, secondo questa felice espressione del prof. Lizzola (Università di Bergamo).
<Chi incontra lo sconosciuto "senza qualità" e ne ha cura in nome dell'umanità vinta e sfigurata, diventa portatore, dà prova di dignità. Noi ci onoriamo riconoscendo un uomo, una donna in chi è sofferente e sfigurato nel corpo e nella psiche, senza ridurlo alla sua condizione, alla sua deficienza. O riconoscendo un uomo, una donna nel criminale, in chi ha fallito, senza inchiodarlo alla sua colpa, al suo delitto.>
Anche il racconto che ho pubblicato cercando di riassumere le esperienze di venti anni di servizio agli immigrati nella Caritas Diocesana di Firenze, pone domande più che dare risposte. Le storie, anche se non del tutto riconoscibili dai protagonisti del loro svolgersi, sono tutte vere e danno ragione di una realtà che sempre più ci coinvolge e ci chiama alla responsabilità, come cristiani e come cittadini. Restare indifferenti è sempre più difficile non perché ormai per le strade, sui mezzi pubblici, negli ospedali e negli uffici è sempre più frequente ascoltare lingue che non sono la nostra. E temo che, non essendoci sufficientemente attrezzati per questa realtà (peraltro da tempo segnalataci dai sociologi), ci si possa sentire "infastiditi" da questa vicinanza; e da qui a diventare razzisti, aderendo alle suggestioni di chi "soffia sul fuoco", il passo è breve.
Il "Campo dei girasoli" vorrebbe essere il mio modesto contributo ad una informazione "controcorrente", sollecitando il senso di giustizia e quella "pietas" che alberga più o meno nascosta in ciascuno di noi. Almeno per riflettere, prima di giudicare e, se possibile, guardare l'altro non come un estraneo, ma come un fratello o una sorella partecipi della comune umanità.




Franco Brogi


in Lotta come Amore: LcA settembre 2015, Settembre 2015

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -