"In conclusione. Ho tratto due insegnamenti dalla mia esperienza.
La prima, la più amara e la più impreveduta, è che l'oppressione,
a partire da un certo grado di intensità, non genera una tendenza
alla rivolta, bensì una tendenza quasi irresistibile alla più assoluta
sottomissione. L'ho constatato su me stessa [..].
Il secondo insegnamento è questo: che l'umanità si divide in due
categorie: le persone che contano qualcosa e le persone che non
contano nulla. Quando si appartiene alla seconda categoria si arriva
a trovare naturale di non contare nulla - il che non significa che non
si soffra [..].
Per gli sventurati, l'inferiorità sociale è tanto e infinitamente più
pesante a portare in quanto ovunque essa viene presentata come
qualcosa di assolutamente naturale".
Simone Weil, La condizione operaia, Milano 1980, 149. 137
citato in "Parola e lavoro", Roberto Fiorini, Pretioperai n° 99-100
Febbraio 2013 pag. 1
in Lotta come Amore: LcA giugno 2013, Giugno 2013
Luigi Sonnenfeld
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