(introduzione)

Cari lettori,
questo primo numero del 2011 è un tentativo per vedere la praticabilità di tutto il percorso di
stampa, confezionamento e spedizione del giornalino. Se dovessi concludere che dobbiamo
affidarci a una ditta specializzata per le operazioni di spedizione, credo che sarebbe meglio
concludere questa avventura iniziata da don Sirio Politi nel 1960 e portata avanti, pur nei
cambiamenti che la vita ha proposto, fin qui.
Abbiamo compiuto, in fondo, credo onorevolmente, 50 anni.
Il secondo numero - scritto e stampato, se questo vi sarà spedito - sarà inviato solo all'indirizzo
degli amici viareggini e sarà di 4 pagine, giusto per conservare l'invio per abbonamento postale che
prevede due invii l'anno almeno.
Dall'anno prossimo, se rutto procede, farò almeno due invìi l'anno e cercherò di dare ad ogni
numero un contenuto monografico più rispondente allo spirito di comunicazione e di offerta di un
cammino sempre più innervato con lo spirito del vivere questo nostro tempo.
In previsione della continuità, vi chiediamo la vostra collaborazione in ordine a questi punti:
1. Se non desiderate più ricevere il giornalino, rimandatelo indietro, dateci la certezza di potervi
togliere dall'indirizzario. Tenete conto che potete sempre leggerci sul sito www.lottacomeamore.it
e la consultazione di Lotta come Amore è diretta e gratuita senza bisogno dì accessi e password.
2. Se invece ci sono vostri amici che desiderano riceverla in formato cartaceo, che ci mandino
l'indirizzo. La spedizione, come la stampa del resto, è a nostro carico: non c'è abbonamento.
3 .Coloro che - in amicizia e condivisione - desiderano darci una mano economicamente lo possono
fare attraverso i l c.c.p. N°10220556 intestato ad A.R.C.A. - Viareggio (causale: Lotta come
Amore), che è l'associazione cui fa capo il giornalino per gli aspetti legali e amministrativi.
Ringraziandovi per la pazienza, la fiducia e l'amicìzia con cui seguite il percorso di vita della
Chiesetta del Porto, vi abbraccio.
Luigi
Agli inizi di settembre ho partecipato all'iniziativa della Caritas diocesana in occasione della Festa
del Creato 2011, dal titolo "Educare all'accoglienza in una terra ospitale (camminate, spettacoli, arte
e dibattiti per praticare l'incontro)".
Era stato deciso di partire proprio dalla Chiesetta del Porto come uno dei luoghi che possono
raccomtare una storia di accoglienza e di incontro.
Così ai "camminanti" ho raccontato a brevi tratti come è nata e cresciuta la Chiesetta, ma soprattutto
le persone che vi hanno abitato, a cominciare da don Sirio che la Chiesetta ha tirato su dalle pareti
sbrecciate della vecchia Stazione Sanitaria Marittima e v i ha abitato in solitudine e fatica di lavoro
per diversi anni.
Il mio discorrere ha imboccato la strada di una chiave che mi è apparsa subito chiara: l'esperienza di
accogliere e incontrare gli altri ci porta a scoprire che essa nasce dalla esperienza di essere accolti.
Accolti nel Mistero di Dio, come si esprime don Sirio, accolti nel grande fiume dell'umanità, come
si esprime don Beppe. E le due dimensioni si guardano, si incontrano e si intrecciano come in una
danza della vita tutta.
Don Sirio Politi, don Beppe Socci. Chi li ha conosciuti l i ha anche amati, se non altro nel rispetto e
nella stima della loro testimonianza di vita.
Così in questo tentativo di ripartenza di Lotta come Amore che per tanto tempo ne ha ospitato gli
scritti, ho creduto di far cosa buona inserendo le loro biografie composte da Maria Grazia
Galimberti che per molti anni ne ha condiviso la vita.
Ho fatto precedere le biografie da due scritti, rispettivamente per don Sirio il racconto che apre la
raccolta di suoi scritti "Uno di noi", edito nel 1967 da Gribaudi di Torino. E per don Beppe l'articolo
scritto per Lotta come Amore, pubblicato nel n. 1 del 1995.
Ne "La lunga strada", don Sirio racconta l'inizio del "viaggio'' costitutivo della sua vita adulta, quel
suo accettare di diventare prete in tempo di una guerra (fu ordinato nel 1943) della quale, confessa,
"Io non ne sapevo quasi nulla". E continua: '"Per questo forse tutto avviene nella solitudine e nel
silenzio: non occorre che qualcuno sappia o ascolti, c'è chi accoglie, c'è un senso profondo nel
quale ogni cosa vive, un cuore che batte ogni palpito, un'anima che respira l'infinito. In quel
giorno, e non lo sapevo, sono entrato
in questo Mistero. Si è aperta una porta e ho varcato la soglia".
Ne "La condizione umana", don Beppe scrive: ''Non voglio davvero riecheggiare un celebre titolo
dì un glorioso romanzo francese, ma non riesco a trovare un'espressione più efficace per tentare di
comunicare questa impressione forte, intensa, che si allarga dentro di me e mi coinvolge sia dal
punto di vista puramente 'umano' sia nei suoi risvolti di carattere 'religioso': perché è dentro questa
'condizione umana' che avverto così misteriosa, così carica di contraddizioni, così provocatoria e
nello stesso tempo affascinante,
che mi sento spinto a cercare quello che la Bibbia descrive con parole molto speciali come 'il volto
di Dio'".
L'aprirsi di una porta... il sentirsi spinto... e quindi il 'varcare la soglia', 'il cercare'. Accettare
l'incontro con una realtà 'altra' con cui fondersi fino a 'perdere' se stessi.
Mi è parso qui la radice di un Amore e di una accoglienza che ha segnato profondamente la vita di
questi due uomini di Dio.

Luigi


in Lotta come Amore: LcA ottobre 2011, Ottobre 2011

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