In memoria di frei Giorgio Callegari

Omelia per la messa di suffragio "setimo dia" della morte.
Chiesa Sagrada Famiglia - Sào Paulo 02/01/2004

Cari confratelli, amici e collaboratori di Frei Giorgio, ci troviamo riuniti in questa chiesa dove frei Giorgio ha celebrato tante volte il Sacrificio Eucaristico per la nostra Comunità parrocchiale. Ci troviamo 'riuniti', ma in realtà la nostra non è una semplice 'riunione'. Noi ci sentiamo tutti 'uniti' da un forte sentimento che è di dolore per la perdita del nostro caro frei Giorgio, ma è allo stesso tempo un sentimento di speranza e perfino di allegria! E' la stessa speranza e allegria, frutto della fede, per la quale i primi cristiano definivano la morte di una persona amata, di un fratello di fede, come il "dies natalis": il giorno della nascita! Di fatto noi ci troviamo qui per esprimere il nostro affetto, la nostra amicizia a frei Giorgio, che ha celebrato da una settimana il suo "dies natalis", la sua nascita per una nuova vita, il suo ritorno, la sua immersione definitiva nell'abbraccio amoroso del padre, là nel Paradiso!
Il "dies natalis" di frei Giorgio è arrivato all'improvviso, rapido e silenzioso. Appena terminata la celebrazione del Natale, dopo otto mesi di sofferenza e di lotta contro il male crudele che ha paralizzato la sua vita laboriosa di profeta della giustizia e della solidarietà e di instancabile lottatore per la costruzione di un mondo più giusto e solidale, egli ci ha lasciato all'improvviso, per cominciare il suo Natale nella gloria del Padre.
Possiamo affermare che, nonostante la sofferenza della malattia, l'ultimo Natale di frei Giorgio è stato molto bello. Un Natale pieno di amicizia, di allegria, di tenerezza. Lo ha celebrato insieme con la sua Comunità religiosa e parrocchiale, partecipando in questa chiesa per la prima volta dopo molti mesi, della messa della Vigilia, ricevendo nel convento molte visite di persone amiche che sono venute a fargli gli auguri di Natale e lo hanno avvolto in un grande abbraccio di affette e di solidarietà. Sì, possiamo dire che frei Giorgio ha lasciato questa vita in un grande abbraccio di amore e che da questo abbraccio di tanti che gli hanno voluto bene è passato all' abbraccio amoroso del Padre! lo sono certo che quando, là in Paradiso, ha cominciato a ricevere questo abbraccio del Padre deve aver pensato tra di sé: io questo amore già lo conosco, questo abbraccio già l'ho provato...!
Quella di frei Giorgio è stata una esistenza agitata e inquieta! Nel cimitero un nostro anziano confratello, che è stato varie volte superiore di frei Giorgio, ha detto queste parole: frei Giorgio, nella tua vita ti ci hai importunato molto! Hai importunato i tuoi confratelli, i superiori dell'Ordine, le autorità della Chiesa, hai importunato le autorità civili, i responsabili di questa società, di questo' ordine costituito' che continua a produrre esclusione, oppressione, povertà e morte per il nostro popolo, per i popoli della terra. E' che tu non hai mai accettato questo 'ordine costituito' e non hai mai desistito dalla lotta per la costruzione di un mondo più giusto, più umano. Non hai mai smesso di sperare e di annunciare profeticamente che, come sempre dicevi, "un mondo differente è possibile"!
Non hai mai lasciato di sognare e di annunciare profeticamente, con la tua stessa vita, una Chiesa meno 'allineata' con questo 'ordine costituito', una Chiesa più fedele a Cristo, Verbo di Dio incarnato, che è venuto a 'piantare la sua tenda' tra di noi, si è fatto nostro fratello, è venuto a condividere le nostre miserie, la nostra sofferenza, i nostri sogni, le nostre allegrie!
Per questa celebrazione di 'setimo dia' abbiamo scelto il Vangelo della moltiplicazione dei pani, nella versione di Giovanni (Gv. 6, 1-15). Forse questo episodio così bello della vita di Gesù ci può aiutare ad esprimere il messaggio che la esistenza laboriosa del nostro fratello Giorgio ci ha lasciato come eredità preziosa. Voglio ricordare qui una interpretazione di questo episodio del Vangelo, che Giorgio amava e sosteneva con convinzione.
Egli diceva: Giovanni racconta che ad ascoltare la predicazione di Gesù c'erano cinquemila uomini. Quindi le donne presenti devono essere state almeno il doppio, perché, di solito, se in chiesa ci sono dieci uomini, ci sono normalmente venti e più donne... E queste donne che ascoltavano Gesù saranno state spose e madri di famiglia. Molte avranno portato con sé i bambini, per non lasciarli soli in casa. Io quindi mi domando: sarà possibile che nessuna di queste mamme di famiglia, nessuno di questi genitori, si sia preoccupato di portare con sé da casa qualcosa da mangiare, un poco di pane, di formaggio o qualche pesce fritto...? Non posso crederci! E allora cosa è successo?
Quando qualcuno dei discepoli di Gesù ha interrogato la folla ad alta voce: "qualcuno ha con sé qualcosa da mangiare?", la reazione è stata immediata: ahi, ahi, bisogna spartire il nostro cibo con gli estranei. Istintivamente la grande maggioranza dei presenti (tutti...) avrà nascosto il proprio sacchettino sotto il mantello. Solo una mamma non ha fatto in tempo ad impedire che il suo bambino mostrasse con le manine alzate quello che avevano portato da casa: alcune pagnotte di pane e pesce fritto. E Gesù ha preso quel cibo offerto dal bambino, lo ha benedetto ed ha cominciato a distribuirlo e... ce n'era sempre! Stava succedendo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci: un miracolo, in fondo, abbastanza facile, per Dio che tutto può! Ma a questo punto, continuava l'interpretazione di Giorgio, è successo un altro miracolo, un miracolo molto più difficile, un miracolo che anche Dio, che tutto può, fa fatica a far succedere in questo mondo! Alla vista del gesto generoso del bambino e del pane e dei pesci che si stavano moltiplicando, molti altri pani e pesci cominciarono ad uscire dal... nascondiglio sotto le vesti e ad essere distribuiti intorno. Ed è stata l'abbondanza per tutti, un' allegria indimenticabile!
E di pane ne è avanzato molto e se ne sono riempiti dodici cesti! Per rinforzare il valore della sua interpretazione, Giorgio si domandava: da dove saranno venuti fuori quei dodici cesti? Sarà che Gesù li ha creati dal nulla? Bah!
Frei Giorgio non era uno studioso della Bibbia, non era un esegeta nel senso accademico del termine.
Ma lui di Vangelo se ne intendeva abbastanza, perché sul Vangelo ha costruito tutto il suo itinerario di religioso e di sacerdote. E lo spirito del Vangelo ha permeato profondamente tutta la sua opera, la sua missione profetica! Di fatto la sua vita è stata un miracolo continuo di 'moltiplicazione dei pani e dei pesci' . Credo che questo bambino inquieto e generoso che con le manine alzate offre il poco che aveva perché fosse distribuito rappresenta molto bene il senso della esistenza di frei Giorgio. Questo bambino con le manine (manone!) aperte per offrire è di fatto il frei Giorgio che abbiamo conosciuto e amato! Che questo 'bambino' della condivisione, della solidarietà, della compassione, della inquietudine e della lotta contro i fili spinati del 'disordine costituito', questo 'menino' della speranza invincibile, della utopia del Regno, possa continuare a vivere in ognuno di noi, confratelli e amici e collaboratori; noi che siamo gli eredi di questo grande figlio di Domenico di Gusman e di Francesco di Assisi, di questo figlio di Venezia, dell'Italia e del Brasile, di questo cittadino del mondo. Che il cuore 'menino' di frei Giorgio continui a battere nel cuore di ognuno di noi, che la sua inquietudine continui nella nostra inquietudine, nella nostra lotta! Perché un mondo differente, più umano e più giusto, è possibile sì, frei Giorgio!

Frei Mariano Foralosso OP




in Lotta come Amore: LcA aprile 2004, Aprile 2004

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