Fuori la guerra dalla storia

Ci sta a cuore l'umanità
Siamo qui, ognuna e ognuno con i nostri volti, con le nostre storie personali e collettive.
Siamo qui, per dire ancora una volta che la vita umana ha un valore, ognuna e ognuno di noi una particola, una scintilla di umanità, e tutta intera l'umanità in ognuno e ognuna di noi.
Siamo qui, per dire ancora una volta che ci sta a cuore l'umanità, e ci sta a cuore ogni singola vita umana. E chi uccide un essere umano colpisce l'umanità intera, chi uccide chiunque altro uccide anche una parte di se stesso. E' per te che suona la campana. Siamo qui, con i nostri volti, con i nostri corpi, con i nostri cuori, con il nostro respiro e il nostro affanno, perché ci sentiamo umanità, perché siamo umanità. E vogliamo che l'umanità viva.

Contro la guerra, dalla parte delle vittime
Siamo qui per dire che la guerra è sempre omicidio di massa, è sempre uccisione di donne e di uomini.
Noi diciamo no alla guerra. Siamo qui per dire no al terrorismo, e alla guerra che è il terrorismo più grande. Siamo qui per dire no alle dittature, e alla guerra che è la dittatura più grande. Siamo qui per dire no alle uccisioni, e alla guerra che è cumulo di uccisioni.
Siamo qui per dire che la guerra è nemica dell'umanità e noi siamo umanità.
Siamo qui per dire che la guerra nell'epoca delle armi di sterminio di massa mette in pericolo la sopravvivenza dell' intera umanità, può distruggere l'umanità intera, e noi siamo umanità, noi non vogliamo essere distrutti, noi vogliamo che l'umanità viva, e nessun essere umano sia ucciso.
Siamo qui per dire che la guerra deve essere bandita dalla storia affinché possa esservi ancora una storia umana, affinché possa proseguire la vita degli uomini e delle donne. Siamo qui perché occorre scegliere tra la guerra e l'umanità, tra la catastrofe e l'umanità, tra il nulla e l'umanità; e noi siamo umanità, e solo la pace può salvare l'umanità dall'annientamento.
Siamo qui nel nome e nel ricordo delle vittime di Auschwitz e di Hiroshima, per dire mai più guerre, mai più persecuzioni.
Siamo qui nel nome e nel ricordo dei caduti di tutte le guerre, per dire mai più guerre, mai più persecuzioni. Siamo qui per dire che vogliamo che siano riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani; e di tutti i diritti il diritto fondamentale senza del quale nessun altro diritto si da è il diritto a vivere, a non essere uccisi.

Noi abbiamo ancora un sogno
Come Martin Luther King noi abbiamo ancora un sogno.
Il sogno che un giorno le figlie ed i figli dell'umanità possano vivere in pace e in armonia. Ed è oggi che occorre agire perché questo sogno, di pace e di liberazione, diventi realtà.
Il sogno che un giorno le spade saranno trasformate in aratri. Ed è oggi che occorre agire perché questo sogno, di disarmo e di solidarietà, diventi realtà.
Il sogno di Giacomo Leopardi, che l'intera umanità si unisca contro il male e la morte. Ed è oggi che occorre agire perché questo sogno, il sogno della dignità di tutti e di ognuno e della sorellanza e fratellanza umana, diventi realtà.

Sognatori pratici: fermare la guerra, costruire la pace
Perché noi siamo dei sognatori di un tipo speciale. Siamo sognatori pratici, non ci basta essere sognatori, vogliamo essere anche costruttori di sogni.
Siamo sognatori pratici, i nostri sogni vogliamo realizzarli.
Siamo sognatori pratici, che sognano con l'anima e col corpo, con i piedi e con le mani, che alla sequela di una visione di pace e di giustizia si mettono in cammino; che alla sua edificazione mettono mano, scegliendo la convivenza anziché l'uccidere, la dignità anziché l'umiliazione, la solidarietà anziché l'oppressione, la pace anziché la guerra. Noi sappiamo che la pace non verrà da sola, ma sarà il frutto dell' agire giusto, sarà l'opera della volontà buona di donne e di uomini. O non sarà.
Noi sappiamo che la pace non pioverà dal cielo, ma dovrà essere edificata dalla terra, con lo sforzo tenace e faticoso, ed insieme tenero e benigno, con lo sforzo sempre più cosciente e limpido delle donne e degli uomini di volontà buona. O non sarà. Noi sappiamo che ad ogni uccisione dobbiamo opporci, qui e adesso, con le nostre mani e con i nostri cuori. Noi sappiamo di dover fermare la guerra, qui e adesso, con i nostri cuori e con le nostre mani. Per dire questo oggi siamo qui.

Le leggi e le opere
Opporsi alla guerra è necessario, è necessario fermare la guerra.
Lo chiede e lo comanda l'articolo Il della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra: noi siamo qui fedeli a quella speranza e a quell' impegno scritto col sangue dei martiri della Resistenza. Noi siamo qui fedeli alla legge fondamentale del nostro paese, garanzia di libertà, presidio di democrazia. Noi siamo il popolo italiano, noi siamo l'Italia.
Lo chiede e lo comanda la Carta delle Nazioni Unite che fin dal suo preambolo chiama i popoli del mondo ad unirsi per impedire il flagello della guerra: noi siamo fedeli a quell'impegno e a quella speranza scritta col sangue dei martiri di tutte le lotte di liberazione, di tutte le Resistenze all 'inumano. Noi siamo qui fedeli alla legge dei popoli delle Nazioni Unite.
Noi siamo persone e popolo, popoli del mondo.
Lo chiede e lo comanda la legge scritta in tutte le grandi tradizioni religiose e filosofiche, la legge incisa nel vivo delle coscienze, la legge che dice "Tu non uccidere": noi siamo qui fedeli a quella voce, a quella pietra, a quella rosa che e' la civiltà umana in tutte le sue tradizioni grandi, ad unire la nostra voce a quella voce: "Tu non uccidere". Noi siamo le figlie ed i figli dell'intera umanità passata. Ci sta a cuore l'umanità passata.
Lo chiede e lo comanda l'appello a impedire la distruzione del mondo da parte delle armi che oggi possono annichilire l'intera civiltà umana e ridurre il pianeta a deserta rovina: noi siamo qui perché quell'appello abbiamo udito. Abbiamo a cuore la vita e la felicità dei figli nostri e delle nostre figlie. Ci sta a cuore l'internazionale futura umanità.
Lo chiede e lo comanda l'invocazione che il volto muto e straziato delle vittime degli orrori del secolo nostro ci rivolge, e ci chiama alla responsabilità: noi siamo qui all'ascolto di quel grido, noi siamo qui perché ci sentiamo responsabili, noi siamo qui perché una è la carne dell'umanità. Noi siamo qui perché siamo parte dell'umanità vivente, dell'umanità intera.
E vogliamo che l'umanità viva: in tutti ed in ciascuno.

Le opere e le leggi
Opporsi alla guerra è dunque necessario, è dunque necessario fermare la guerra. Ma è anche possibile?
Noi diciamo di sì.
Con l'azione diretta nonviolenta per bloccare materialmente, concretamente, effettualmente, la macchina bellica stragista. Nel nostro stesso paese mettendo in condizione di non nuocere gli apparati e gli strumenti della guerra.
Con la denuncia penale dei poteri golpisti, terroristi e stragisti che la guerra hanno promosso e favoreggiato, che la guerra stanno eseguendo ed appoggiando. Occorre che essi siano arrestati, processati e puniti per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, e per quanto concerne le pubbliche autorità italiane che alla guerra hanno dato e stanno dando effettuale sostegno anche per il reato di colpo di stato, di tradimento della Costituzione e attentato alla Costituzione cui pure avevano giurato fedeltà.
Con lo sciopero generale ad oltranza fino alla caduta del governo golpista e fuorilegge che sostiene la guerra terrorista e stragista, ed alla sua sostituzione con un governo che rispetti la legalità, la Costituzione, il diritto internazionale, la dignità e il diritto a vivere del popolo italiano e dell''umanità intera, un governo che obbedisca e adempia al dovere ad esso imposto dalla Costituzione di opporsi alla guerra.
Con scelte personali di giustizia e di condivisione, nella nostra stessa vita quotidiana, nei nostri consumi, nelle nostre relazioni, nel nostro sentire ed agire quotidiano. E' con le nostre mani, con i nostri gesti, che noi diciamo la parola pace.
Con il disarmo, coll'opposizione a tutti gli strumenti e gli apparati di morte.
E con la scelta della nonviolenza, che è l'unica risorsa che può fermare la guerra, che può salvare l'umanità.

No alla guerra, giù le armi
Nel nome e nel ricordo di Oscar Romero, di cui domani ricorre l'anniversario dell'uccisione, noi diciamo "no alla guerra, giù le armi". Nel nome e nel ricordo di Rachel Corrie, la giovinetta americana non violenta assassinata pochi giorni or sono, noi diciamo "no alla guerra, giù le armi".
Nel nome e nel ricordo di Rosa Luxemburg, che "poiché ai poveri diceva la verità / i ricchi l 'hanno mandata nell' aldilà", noi diciamo "no alla guerra, giù le armi".
Nel nome e nel ricordo di Etty Hillesum, che anche nel lager volle essere "cuore pensante" per l'umanità intera, noi diciamo "no alla guerra, giù le armi".
Nel nome e nel ricordo di Marianella Garcia, l'Antigone salvadoregna sorella di tutte le vittime soccorritrice di tutti gli oppressi assassinata vent'anni fa, noi diciamo "ne alla guerra, giù le armi".
Nel nome e nel ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, testimoni dell'orrore della guerra e dei profitti sanguinolenti di essa, noi diciamo "no alla guerra, giù le armi".
E nel ricordo di tutti gli uccisi, il cui numero è infinito e il cui stesso nome è stato cancellato dalla furia degli assassini, ma la cui voce è ancora viva e impetuosa se solo noi in silenzio ci disponessimo all'ascolto del palpito del nostro stesso cuore, noi diciamo "no alla guerra, giù le armi".

Qui
Siamo qui, ognuna e ognuno con i nostri volti, con le nostre storie, per dire ancora una volta che la vita umana ha un valore, per dire ancora una volta: fermiamo la guerra, cessino le uccisioni, fuori la guerra dalla storia. Vogliamo vivere.
Siamo esseri umani.



in Lotta come Amore: LcA maggio 2003, Maggio 2003

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