Signore, tu sai meglio di me che sto invecchiando
e che tra non molto sarò vecchia del tutto.
Guardami dalla fatale abitudine di credere
ch'io debba dire il mio parere su tutti gli argomenti, in qualsiasi circostanza.
Liberami dalla voglia di dare una sistemazione alle cose di tutti.
Fammi riflessiva, ma non musona,
pronta ad aiutare, senza impormi.
Sembra un vero peccato non usare la mia vasta saggezza,
ma tu sai, Signore, che alla fin fine qualche amico voglio pure conservarmelo.
Tieni libera la mia mente dal disperdersi in infiniti particolari;
fammi arrivare subito al concreto.
Chiudi le mie labbra sui miei guai e pene:
stanno aumentando e la voglia di parlarne
diventa prepotente con il passare degli anni.
Non oso chiederti grazia così grande
come quella di non godere del racconto dei guai altrui,
ma aiutami a sopportare gli sforzi con pazienza.
E non oso chiederti di accrescermi la memoria,
ma ti chiedo maggiore umiltà e minore sicurezza
quando la mia memoria sembra urtarsi con le memorie altrui.
Insegnami la sacrosanta lezione che qualche volta posso sbagliarmi anch'io.
Conservami ragionevolmente dolce:
non voglio essere una santa (è così difficile vivere insieme con alcune di loro!).
Però una persona vecchia e amara costituisce il coronamento dell'opera del diavolo.
Rendimi capace di scoprire il bene in luoghi inattesi e qualità in chi non te l'aspetti.
E concedimi, Signore, la grazia di riconoscerlo apertamente.
Amen.
(Preghiera di una monaca inglese del 1700)
in Lotta come Amore: LcA maggio 2003, Maggio 2003
Luigi Sonnenfeld
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