Deve esserci un altro cammino

Il nostro mondo si trova in un momento molto vulnerabile. La violenza indiscriminata, il commercio immorale delle armi, atti di terrorismo inimmaginabili nei tempi passati, e una ideologia estesa di guerra come mezzo per risolvere i conflitti: tutto questo sembra poter rovinare il fragile tappeto della nostra comunità globale. Un'ombra di unilateralismo va arrestando i piccoli passi, eppure significativi, verso la pace per mezzo del dialogo internazionale e le negoziazioni multilaterali. I progressi fatti negli anni recenti verso la riduzione della minaccia di una guerra nucleare sembrano disintegrarsi. Alcuni addirittura parlano di portare questo gioco di guerra verso lo spazio. Ogni giorno sentiamo di nuove frontiere di guerra e violenza e ci stiamo abituando alla frase "guerra contro il terrorismo".
Deve esserci un altro cammino.
Dall'11 settembre del 2001, molti di noi che viviamo negli Stati Uniti d'America si svegliano in mezzo alla notte con incubi pieni di abbondante fumo, edifici incendiati e grida di bambini innocenti. Dividiamo questi incubi con le famiglie senza tetto dell'Afghanistan, i bambini malati e affamati dell'Iraq, i mutilati del Ruanda, Burundi e Cambogia, i contadini di una Colombia ferita dalla guerra, gli scolari dell'Irlanda del Nord, i passeggeri degli autobus in Israele e i rifugiati nei campi di Palestina. E la lista continua. La guerra distrugge il cuore umano e desacralizza la terra sacra che è la nostra casa comune.
Deve esserci un altro cammino.
La situazione peggiora ogni giorno di più perché viviamo in questo mondo bombardato da parole di violenza. La guerra delle parole distrugge tanto quanto le bombe che cadono dal cielo. Ogni governo, ogni esercito, ogni organizzazione terrorista, ogni religione, si autoproclama padrona della verità. Alla radio, televisione, internet e nei periodici, si usano parole camuffate che servono solo per aumentare l'arroganza e "l'odio dissimulato".
Ci stiamo distruggendo gli uni gli altri per mezzo delle parole.
Deve esserci un altro cammino.
Tutte le tradizioni spirituali del mondo rispettano il cammino della nonviolenza e della pace, e i loro insegnamenti mostrano con costanza che il vero cammino è il cammino dell' amore.
Nelle scritture indù compare un verso che dice: "Ogni essere è una dimora di Dio degno di rispetto e di riverenza".
La tradizione giudeocristiana afferma una verità simile nella sua credenza che l'essere umano è stato creato a immagine e somiglianza di Dio.
Budda ha detto: "Conquistino la rabbia per mezzo dell' amore. Conquistino il male per mezzo del bene. L'odio mai termina per mezzo dell'odio in questo mondo, solo per l'amore. Questa è la legge fondamentale".
Deve esserci un altro cammino.
Nel sacro Corano leggiamo quanto segue: "Colui che rifiuta il male e opera in Dio, ha preso nelle sue mani, con una presa fedele, qualcosa che mai si rompe".
Gesù, un giudeo palestinese di Nazareth, disse nel suo Sermone della Montagna: "Amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano" .
Molti dei grandi maestri spirituali e profeti hanno insegnato che la guerra e la violenza non sono l'unico cammino per la soluzione dei conflitti tra gli esseri umani.
C'è un altro cammino: il cammino del rispetto mutuo, l'amore, il perdono, e la compassione. Sono il cammino verso la pace giusta e duratura.
Sì, c'è un altro cammino.
Noi che parteciperemo a un digiuno per la pace e la nonviolenza siamo cristiani cattolici e membri dell'Ordine dei Predicatori, o Domenicani. Per noi la preghiera e il digiuno sono tradizioni antiche alla ricerca di una chiarezza spirituale. Gesù Cristo ci insegnò che la preghiera e il digiuno ci portano nel cammino della nonviolenza e della pace. Il l0 settembre del 2002 intraprenderemo un digiuno, solamente di acqua, come una maniera di riconoscere la nostra propria necessità di conversione personale e comunitaria. Lo facciamo con la speranza che altre persone, tanto nel nostro paese come nel mondo intero, ci accompagnino anche per dire con il loro silenzio e la loro preghiera: Deve esserci un altro cammino.
Non pretendiamo avere le risposte per i conflitti politici e i problemi del mondo. Applaudiamo a tutti coloro che stanno lavorando rettamente e onestamente alla ricerca di soluzioni pacifiche.
La nostra azione in questo momento è sperare in Dio, tornare al profondo del nostro cuore, la nostra Zona Zero, dove tutti gli esseri abitano nel Dio che è Amore. Speriamo nel silenzio e nella preghiera contemplativa come gesto sanante e riconciliatore per il nostro mondo e in memoria di coloro che sono morti in questo ultimo anno come vittime del terrore e della guerra. Crediamo nel potere trasformante della nonviolenza, la preghiera e il digiuno. Scegliamo di vuotarci delle nostre inclinazioni violente, e sentire il dolore della fame come atto di solidarietà verso i milioni di essere umani nel nostro mondo che vivono la violenza della fame ogni giorno della loro vita. La guerra mai rimedierà la fame e la sofferenza del mondo.
La pace è l'unico cammino. Crediamo nel Dio della Pace. Crediamo anche che deve esserci un altro cammino, e che Dio ci insegnerà questo cammino se abbiamo la disponibilità spirituale e la purezza del cuore per ascoltare.
Il Dott. Martin Luther King disse: "La non violenza è un' arma potente e giusta che taglia senza ferire e nobilita colui che la porta. E' una spada che sana". Il nostro mondo necessita disperatamente di essere sanato, secondo le parole del Mahatma Gandhi,
"La non violenza è la forza più grande a disposizione dell'umanità. E' più potente di qualunque potente arma di distruzione".
Invitiamo i leader politici e religiosi a mettere da un lato una volta e per sempre le parole e le armi di guerra e intraprendere un cammino di non violenza che ci porti alla pace duratura.
Inoltre, come gruppo promotore del digiuno per la pace e la non violenza a partire dallo settembre nella città di New York, invitiamo anche altri ad accompagnarci.
Invitiamo le persone di qualunque tradizione e fede, o di nessuna tradizione e fede, individui e comunità, famiglie, chiese, tribù, sinagoghe, moschee, ashrams, e templi perché ci accompagnino in questo digiuno per la pace e la nonviolenza.
Insieme cerchiamo un altro cammino.
Li invitiamo ad essere solidali con questa proposta nella maniera che sia loro possibile:
- Digiunare, pregare per un giorno per settimana nella propria casa, luogo di lavoro o comunità religiosa;
- Organizzare una veglia di preghiera per la Pace;
- Accompagnarci nel digiuno per la pace e la non violenza per alcuni giorni in New York durante il mese di settembre;
- Organizzare incontri di preghiera e meditazione interreligiosa;
- Diffondere questa lettera inviandola ad amici così come a leader religiosi e politici;
- Promuovere la riconciliazione e la non violenza nella propria vita quotidiana.
Li invitiamo anche a unirsi ai partecipanti al digiuno nell' orazione ecumenica ogni giorno alle 7.00 del mattino, a mezzogiorno, e alle 6.00 della sera, e questo sia nel luogo del digiuno o dove si trovino. Per favore animino altri ad unirsi anche a questo progetto. Possono comunicare con noi per maggiori informazioni.
Gli indirizzi email si trovano a fondo pagina.
Li invitiamo ad accompagnarci attraverso la pagina web www. dominicanfastforpeace.org per dividere gli atti solidali con il digiuno per la pace e la non violenza. Li ringraziamo della partecipazione a questo pellegrinaggio spirituale per la pace . Non possiamo abbandonare la speranza di un mondo più giusto e pacifico solo perché alcuni hanno optato per il cammino della violenza e della guerra. Con le parole del monaco buddista vietnamita, Thich Naht Hanh, "Per prevenire la prossima guerra dobbiamo praticare la pace oggi." Iniziamo, pertanto, oggi .

Comitato Organizzatore: - info@dominicanfastforpeace.org
- Jane Abell OP (jabell@domhou.org)
- Jim Barnett OP (jbarnett@dominicans.org)
- Brian Pierce OP (bjpierce60@hotmail.com)



in Lotta come Amore: LcA novembre 2002, Novembre 2002

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