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Caro Luigi,
ho letto lo scritto di Paola Lucchesi, apparso su Lotta come Amore a pag.5 del numero di dicembre 2000, e la sua parte finale mi ha dato lo spunto per fare alcune riflessioni sulle radici della violenza e su come cercare di divenire nonviolenti.
Paola giustamente evidenzia le sue preoccupazioni di fronte alla violenza dilagante con particolare riferimento alla situazione serba. Poi precisa che si è propensi a giudicare, a condannare, a rimuovere, ma non a comprendere veramente il fenomeno della violenza. E quindi si chiede:
"Come faremo a liberarci della violenza senza capire dove viene, senza andare alle radici di questi comportamenti sconvolgenti?". Alla fine propone di ragionare un po' insieme su questo problema. E io accetto il suo invito.
Voglio anzitutto dire che i violenti sono vittime della loro mancanza di conoscenza morale e della loro chiusura spirituale. Sono come avvolti in un guscio di superficialità e di male, di cui non si rendono conto. Desidero anche premettere che da parte delle persone disposte al bene si pone in genere l'accento sul male sociale e raramente su quello interiore dell'uomo.
Io penso che bisogna cominciare a convincersi che il vero male è all'interno dell'uomo e ognuno di noi deve essere impegnato a cercare di reciderne le radici. Se l'uomo diventa morale, di conseguenza anche la società diviene morale. E allora quali sono queste radici della violenza insite nell'uomo che dobbiamo sforzarci di non far crescere e germogliare? La fenomenologia della violenza nello spirito umano è complessa. Voglio, come primo approccio al problema, soltanto elencare alcuni 'demoni' interiori che creano quel "pozzo nero dell' anima umana", di cui parla Paola.
L'uomo d'oggi (ma anche quello del passato) è vittima del desiderio di avidità, che si manifesta soprattutto nel profitto economico e nella mania di potere. Si è poi tentati dalla vanità, cioè dalla gloria terrena. Si cerca di essere ricchi, gloriosi e potenti a tutti i costi, anche strumentalizzando e sfruttando gli altri. Si è poi schiavi del consumismo, della gola, della lussuria, dell'ira, che sconvolgono l'interiorità dell'uomo.
Per essere nonviolenti è necessario un forte autocontrollo della violenza che è dentro di noi tentando di spegnere le sue tendenze deleterie.
I suddetti 'demoni' devono essere ridimensionati o sconfitti durante quella che io chiamo la battaglia interiore. E ciò è possibile imparando a rinunciare ai beni superflui per non essere vittime della sete di avere, ad aprirsi all'umiltà che ci fa comprendere il valore e il rispetto dell'altro, a non rincorrere il potere che spesso è fonte di strumentalizzazione autoritaria. Necessita controllare anche il palato, il sesso e l'irascibilità per ritrovare la pace del corpo e dello spirito. L'uomo deve cioè educarsi a non infrangere la legge dell' amore e del bene sia in se stesso che nei rapporti con la realtà che lo circonda. Tenere a bada la violenza interiore significa entrare nell'area della pace, della nonviolenza, della dignità umana.
Lo so che è difficile trasformarsi e trasformare gli altri interiormente. Di fronte all'oscurantismo morale, alle violenze, allo sfruttamento sociale,alle guerre, al razzismo, all'inquinamento ambientale ecc. non si può soltanto attendere la trasformazione interiore dell'uomo, ma bisogna contemporaneamente trovare mediazioni sociali di salvezza.
Gandhi certamente si riferiva a ciò quando diceva che la lotta per la verità gli aveva fatto comprendere la "bellezza del compromesso". Ma lo stesso Mahatma affermava:
"L'autopurificazione mi sta cento volte più a cuore della cosiddetta attività politica".
Ognuno di noi quindi deve impegnarsi ad essere meno peccatore e a non demoralizzarsi se la trasformazione interiore è lenta. La grandezza morale dell'uomo è nel suo sforzo di perfezione. Solo così trionferà la verità e l'amore. Solo così si può essere veri figli di Dio.
Caro Luigi, penso di averti un po' aperto il mio cuore. Spero che queste mie brevi riflessioni possano essere utili anche a quanti le leggeranno.
Fraterni saluti


Remo de Ciocchis


in Lotta come Amore: LcA ottobre 2001, Ottobre 2001

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