Non ho contato tutti i biglietti, le piccole note, le lettere che in questi ultimi anni Grazia mi ha mandato. L'ultimo biglietto che mi ha scritto, non riesco a leggerlo perché la sua mano era ormai molto tremolante. C'è soltanto una parola scritta in modo chiaro. Tutto il resto non si legge più: questa parola è "sole"! Non so cosa avesse scritto prima di questo "sole", né dopo.
In ogni modo sono andato a cercare delle parole dell' Apocalisse che sono la risposta elaborata a quest'unica parola che è possibile leggere nel biglietto di Grazia: "sole".
Giovanni, l'autore dell'Apocalisse, è un visionario. Non è uno stupido: è uno che vede e vede oltre.
E' un contemplativo, un mistico: vede oltre la realtà delle cose, oltre il quotidiano. Molti dei capitoli dell'Apocalisse hanno lo stesso inizio: "Allora io vidi".
"Vidi poi un cielo nuovo e una terra nuova perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e nemmeno il mare c'era più. E vidi la città santa, la nuova Gerusalemme splendente discendere dal cielo pronta come una sposa adorna per il suo sposo".
Il "domani" luminoso, una città piena di luce, di "sole"! Non la città del domani, ma il "domani" mio e vostro, quel "domani" che la nostra amica sta già vivendo.
"E allora udii una voce che diceva: eccola la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà con loro ed essi saranno suo popolo ed Egli sarà Dio con loro, e tergerà ogni lacrima dai loro occhi.
E non ci sarà più la morte, né lutto né lamento né affanno perché tutte le cose di prima sono passate".
Questa visione così sconvolgente da quanto è luminosa e da quanto è lontana dalle categorie del nostro sperare sempre così denso di preoccupazioni per il domani.
"E mi mostrò ancora questo fiume d'acqua limpida come cristallo che scaturiva in questa Gerusalemme da Dio e dall'Agnello. E vidi che non c'era più maledizione in questa città. Il trono di Dio e dell'Agnello era in mezzo a lei e i suoi servi l'adoravano. E non ci sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole perché il Signore li illuminerà".
Grazia poteva vedere queste cose; aveva un cuore grande, capace di vedere oltre, di vedere la luce, il sole. Può darsi che lei abbia visto nella sua vita questa possibilità di "cadere" nella luce.
E se davvero la morte fosse questo?
Tante volte, qui, la domenica, ce lo siamo detto parlando della nostra finitudine, della relatività che ci accompagna giorno per giorno e che contiene al suo interno un grido: "Voglio la luce! Voglio la bellezza, la poesia!". Questa donna che pregava un po' alla maniera di Padre Turoldo con la poesia, sospirando - nonostante la sua condizione fisica - la montagna, la neve, lo scalare la vita. E anche all'ultimo, quando forse non voleva accettare che la vita gli sfuggisse di mano, io le ho fatto una visita portando le l'olio degli infermi, e lei mi ha detto: "Ma io non sono mica malata!": questa sua grande voglia di vivere!
C'è una seconda, brevissima lettura che vi faccio, dal vangelo di Giovanni:
"Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio (che gli ebrei chiamavano Golgota) dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra e Gesù nel mezzo. Stavano presso la croce di Gesù, sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala",
Una morte nella grande solitudine, ma la grande solitudine per Gesù era ben altra: "Padre, perché mi hai abbandonato?" - . "Gesù allora, vedendo sua madre e, lì accanto a lei, il discepolo che Egli amava (che sarebbe Giovanni) disse alla madre: 'Donna, ecco tuo figlio', e poi disse al discepolo: 'Ecco tua madre', e da quel momento il discepolo la prese con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, per adempiere la Scrittura disse: 'Ho sete'. Vi era là un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna e gliela portarono alla bocca; e, dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: 'Tutto è compiuto'. Chinò il capo e spirò".
Ho sempre pensato, leggendo questa descrizione così sobria e così drammatica nello stesso tempo, a cosa è successo nel momento della morte al Signore, a questo nostro fratello maggiore! Probabilmente, nella sua lucidità, si è voltato e ha guardato indietro alla sua storia. Che cosa aveva fatto per poter dire 'Tutto è compiuto'?
Nella mente di Gesù c'era sicuramente questa determinazione precisa: 'Il mio cibo è fare la volontà del Padre'. 'lo sono venuto per compiere un disegno, per vivere un'avventura che il Padre mi ha dato da vivere'.
Perché leggo queste parole per Grazia, prima di lasciarla? lo credo che questa donna - e lo può dire chi la conosce - non fosse in pace con Dio.
Mi spiego meglio: c'è della gente che dice di credere come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. Non è vero nulla! Noi viviamo delle contraddizioni, delle assurdità talmente rivoltanti per noi che qualche volta almeno non possiamo trattenerci dal dire: 'ma Dio dov'è?'. La fede di . questa donna, che aveva un bel carattere - era una fiesolana -, che era 'una testa dura', anche con Dio probabilmente, aveva da rinfacciare a Lui qualcosa. E nelle mie conversazioni con lei, è emerso questo contrasto, questa sua vena polemica anche con Dio. E chi è in polemica con Dio, vive la fede in una maniera drammatica. E questa può essere la cosa più bella che esista. Chi non dubita mai di nulla nei confronti di Dio, temo che debba guardarsi bene dentro perché quella potrebbe non essere fede. E lei si domandava il perché di certe cose: se lo chiedeva e forse si rispondeva anche, perché aveva questa grande voglia di conoscere e capire per fare la volontà di Dio.
Ricordo che una volta, il giorno delle Ceneri, ho fatto la cerimonia con le parole della tradizione: "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai". A lei proprio non è andata giù questa cosa e mi ha scritto subito, il giorno dopo, dicendomi "ma perché lei ha detto quelle tristissime parole? Ma non è vero che si diventa polvere. Si diventa luce!". Guardate un po': il giorno delle Ceneri è il giorno dell' annuncio della Luce!
Di nuovo sole e luce: l'annuncio della luce doveva proprio essere presente in questa donna.
Penso mi volesse bene davvero, Grazia. Forse mi perdonava tante cose.
Una volta mi ha detto: "sa perché io le voglio bene? Perché anche lei è un po' come me: non sta bene nei suoi panni!". Infatti, un po' stretti io mi ci sento. Ma penso anche a lei, alla sua tristezza quando non potè più arrampicarsi sulla roccia, né andare in montagna: essere confinata a muoversi con difficoltà.
Ci ha regalato tante cose, questa donna. Forse a me ha regalato il meglio di sé, ma il meglio di sé non era soltanto questa tenerezza che aveva per me nei suoi scritti, nelle sue poesie. Mi ha regalato anche qualche piccolo spiraglio del suo carattere duro e ha insegnato anche a me tante cose, dandomi più di quanto da me possa avere ricevuto. E se avesse continuato a vivere Grazia avrebbe continuato a rendere la vita un po' difficile a tutti noi. Credo che quello che non ha potuto dire a Dio nella sua esistenza terrena, glielo stia dicendo e chiedendo ora in cielo.
Ma ci vuole della gente così! Non persone che si raccolgono la testa fra le mani e non dicono niente perché non hanno nulla nell'anima, sono solo persone perbene. Ma gente che guarda Dio a viso aperto e chiede, domanda, invoca, si appassiona per una verità.
Vorrei che questa fosse una bellissima lezione che lei ci lascia.
Quando morì Luciano, suo marito, mi scrisse questa poesia che ora vi leggo:
"Signore, mi hai strappato lo sposo mio.
Noi avevamo stretto un patto fin dalla prima giovinezza: 'mon ami ainsi soit de nous ni vous sans mai ni moi sans vous' .
Ora devo rispettare anche il patto stretto con Te quando il Drago si insedio nel suo respiro insidioso a divorarlo.
A Te,fuoco incandescente, promisi un atto d'amore che ora avverto purissima follia" .
Dio come fuoco incandescente! Amare Dio sopra tutte le cose, con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutto se stesso, èfollia. E guai a dirlo con facilità! La santità è una follia. Amare Dio è anche soffrire di Lui e per Lui" . Rispetterò il patto. Amore, ecco mi arrendo, sarò il tuo splendore eterno. E Maria Grazia ha vissuto questa purissima follia.
"Ma la Luna, venuta stanotte tra i rami dell'antica quercia, qui nell'eremo solitario, mi ha riecheggiato la voce del profeta:Questa è la strada, la luce della luna sarà come la luce del sole.
Il Signore curerà la piaga e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse" .
Veramente questa donna è grande; sul serio. Non la faranno mai santa perché aveva un caratterino... Ma non ci importa che ci facciano santi.
Noi stiamo celebrando una liturgia funebre, ma che dico? Che funebre d'Egitto!
Noi stiamo ricordando una donna che aveva un' anima così forte e vibrante da poter parlare con Dio in questo modo: va bene rispetto il patto che ho fatto con Te, mi arrendo e sarò il tuo splendore eterno!
Noi oggi stiamo contemplando una bellezza attraverso una follia.
(dalla registrazione dell'omelia di don Pietro, Chiesa di Marignolle - Firenze)
in Lotta come Amore: LcA aprile 2001, Aprile 2001
Luigi Sonnenfeld
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