Caro Luigi, ti mando questa lettera e queste fotocopie desunte da "Bollettino cattolico della diocesi di Montauban, dove abito, a 40 km. a nord di Tolosa: Penso che il percorso di vita e la "figura" del prete-operaio Louis Escudié de Vailhac, deceduto un mese fa, meritano di essere conosciuti.
I tre discorsi-testimonianze acclusi sono stati pronunciati il giorno del funerale, in presenza del vescovo diocesano. Il primo dal preteoperaio Jean Saltarel (oriundo veneto!). Di pretioperai in diocesi ne rimangono solo 2, sui 6 che lavoravano: gli altri sono in pensione. E Louis Escudié era il più vecchio).
Il secondo dal responsabile del sindacato operaio (CGT: Confederation genéral du Travail) in cui militava Louis.
E il terzo dal responsabile del gruppo ACO: Azione cattolica operaia, di cui Louis era l'accompagnatore spirituale.
Il percorso di questo prete, la sua forma di "ministero", hanno profondamente segnato me, mia moglie ed altri nostri amici.
Nato in una famiglia aristocratica, uomo colto e raffinato, autentico musicista, Louis fu - tra altri ministeri di grande responsabilità - Vicario Generale del Vescovo di Montauban fino al 1970. La decisione di trent'anni fa di farsi operaio imbianchino in una ditta edile, suscitò grande stupore... e molte critiche! Ben pochi capirono la portata di quella scelta, imitata però da altri 5 o 6 preti più giovani della stessa diocesi.
Tale scelta, ne sono convinto, è all'origine del ravvicinamento nella diocesi tra la classe operaia e la Chiesa di allora, e del cambiamento di immagine della Chiesa per i più lontani.
Le pagine del Bollettino meritano di essere lette e meditate. Quello, però, che mi fa "meditare" di più, è il silenzio del vescovo di Montauban, alla morte di questo suo sacerdote della diocesi.
Odette e Domenico Zago
167, chemin de Fronton
82170 Canals (France)
Louis ha voluto spingere la logica del Vangelo fino in fondo ed è per questo - unicamente per questo -, che ha compiuto questa scelta. Lui stesso così la spiegava al momento del suo pensionamento nel 1983: "Per me, il solo passo decisivo di tutto il ministero di prete è stato l'entrare al lavoro" . E' in quanto il Vangelo era al centro della sua vita che Louis ha fatto questo passo; decisivo al punto tale che la vita concreta degli uomini è divenuta per lui il solo luogo in cui Dio si manifesta e mostra il suo volto. Il volto dell'escluso, dell'oppresso, dell'umiliato, di colui che è senza diritti.
Fedeltà alla classe operaia e fedeltà alla Chiesa. Una fedeltà che ci spinge a dire alla Chiesa stessa come l'esistenza di condivisione di Louis ci interroga, ci mette in questione, ci fa andare avanti: "Queste ricchezze - diceva, mi spiace non averle potute offrire alla Chiesa" .
A questa Chiesa che lui chiama "madre mia" e cui si rivolge così:
"Chiesa, madre mia, io ti devo tutta la mia fede e la mia vita e il mio sacerdozio e ciò che esso significa. Tu mi hai dato soprattutto il Vangelo di Gesù Cristo a nome del quale oso farti una richiesta. Questo perché soffro delle tue insufficienze, di ciò che so essere anche le mie insufficienze. Ma anche perché, neppure per un istante, ho immaginato di poter essere separato da te: vorrei che i miei compagni di lavoro, i miei amici, lo sapessero, qualsiasi siano le in comprensioni e le difficoltà, che questa Chiesa non ha mai voluto separarci da se.
(Omelia di J. Saltarel al funerale)
Una sera, tornando da una assemblea di lavoratori del cantiere dell'autostrada in sciopero, Louis mi ha detto: "vedi, Gerard, una assemblea come questa esprime lo Spirito di Dio". E io gli ho risposto: "Ma no, Louis, è la coscienza di classe!". Sicuramente eravamo d'accordo.
(Intervento di Gerard Gomila al funerale)
Louis Escudié
25/09/1918 - 14/12/2000
in Lotta come Amore: LcA aprile 2001, Aprile 2001
Luigi Sonnenfeld
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