Mentre scrivo sono ancora con il cuore dentro la mia vecchia tendina canadese in una piazzola del camping sotto l'Eremo delle Carceri. Non c'era quasi nessuno nell'ampio oliveto terrazzato in quel sabato di fine settembre. Assaporavo l'aria fresca di una notte incredibilmente stellata e la gioia di esser da solo senza sentirmi solo. Avevo cercato qualcuno che mi aiutasse a vincere la pigrizia del mettermi in viaggio, ora che uscire di casa per me è diventato più difficile per le troppe consegne da fare in confronto a quando Beppe si faceva carico delle mie assenze. Ma le persone con le quali avrei volentieri condiviso quei due giorni, per una ragione o per l'altra non sono state disponibili ed io mi sono rassegnato a partire da solo, come una volta, lasciandomi prendere interamente dalla "avventura". Non avevo potuto dire di no all'invito di Luciano Benini per un breve intervento durante la veglia preparatoria della Marcia Nonviolenta Perugia-Assisi 2000, ricordando Sirio e Beppe, presidenti - come lui attualmente, - della sezione italiana del MIR, Movimento Internazionale di Riconciliazione.
Nella sala del Centro Ecumenico S. Martino a Perugia, mi sono trovato davanti a volti che mi ricordavano il tempo delle lotte contro la centrale atomica di Caparbio e, più in generale una comune militanza antimilitarista e di ricerca di percorsi di pace. E mi sono commosso. Mi c'è voluto del tempo - mentre cercavo di resistere mettendo una parola sopra l'altra - a trovare un senso al mio discorso. Il forte filo logico di Sirio che, dalla conoscenza di Dio come il "non-assoluto" in sé, ma assolutamente motivato alla relazione di Amore, alla pace come incontro-confronto, energia di vita, realtà alimentata dal sogno che la differenza esprima l'infinito. E la passione di Beppe, l'umile intrecciare i fili non solo di paglia, sempre da protagonista, ma irradiando magia intorno a sé perché ciascuno, nell'umile filo della propria partecipazione, si sentisse, a sua volta, protagonista di un percorso. O come amava dire lui di una "buona navigazione". Sono uscito dalla sala a mezzanotte e, in mezz'ora ero dentro la tendina che mi attendeva fedelmente in un silenzio assoluto. Mi avevano invitato a partecipare alla marcia ritornando a Perugia per partire con loro. La stanchezza che mi pesa di questi tempi, mi suggeriva di fare un passo per volta: era qualche anno che non dormivo per terra; vediamo che succede in queste poche ore fino all'alba...!
La terra sa accogliere la fatica degli umani. Ho dormito. Un sonno solo, fino alla sveglia che mi ha dato il sole che illuminava prepotente una giornata splendidamente limpida. Ho smontato la tenda e mi sono rimesso in movimento, ma non verso Perugia. Il Subasio, sopra di me. In pochi minuti mi sono trovato sugli ampi e nudi pianori della cima. La voglia bambina di mettermi a correre sui prati, di allargare le braccia e volare in quell'immensità di cielo e di terra, di paesi diventati minuscoli sotto di me, della cerchia di montagne tutt'intorno come grande corona alla maestà di questo mondo. Mi sono ubriacato di giallo, d'azzurro, di verde, di acqua e di fuoco.
Non c'era anima viva tutt'intorno. A poco a poco sono riemerso in me stesso. Ho ripreso l'auto e mi sono fermato a Santa Maria degli Angeli. Di lì sono partito a piedi, verso... la Marcia. Un paio d'ore di buon passo e ho incontrato i marciatori che venivano da Perugia. Mi sono confuso tra di loro, ho ascoltato le brevi relazioni ad ogni tappa, ho scambiato parole, acqua, qualcosa da mangiare con amici vecchi e nuovi.
Un avvicinamento a Santa Maria degli Angeli più lento, ma ugualmente sostenuto accompagnato dal rendere sempre presenti gli obiettivi e lo stile della Marcia. Non è una marcia contro qualcuno, né tantomeno condotta in atteggiamento da primi della classe. E' semplicemente una marcia per riflettere, senza affidarsi a slogan, è un'occasione per incamminarsi seriamente sulla via della non violenza. Ai partecipanti viene chiesto soltanto l'impegno sui punti del Manifesto 2000 "per una cultura della pace e della nonviolenza" lanciato dai Premi Nobel per la Pace:
1. Rispettare ogni vita,
2. Rifiutare la violenza,
3. Condividere con gli altri,
4. Ascoltare per capire,
5. Preservare il pianeta,
6. Riscoprire la solidarietà.
Siamo arrivati in più di mille a Santa Maria degli Angeli e i partecipanti si sono seduti intorno al palco da cui ha concluso la Marcia Alex Zanotelli il cui discorso caldo e appassionato ho riproposto nella seconda parte di questo numero in una trascrizione dalla registrazione che certamente non rende giustizia al senso di vita e di gioia che animava la parola di Alex e la piazza in ascolto. In questo numero ho poi riportato un articolo di Arturo Paoli apparso su Rocca. Ho incontrato Arturo una sera, vicino Viareggio, e mi è parso giusto riportare un tema a lui caro: la lotta contro ogni spiritualismo. Ci si sciacqua molto la bocca con discorsi spirituali nella chiesa. Oggi forse più di ieri: ciò che è mezzo per dare verità di luce alla realtà, diventa fine a se stesso, togliendo ogni respiro alla dimensione concreta ed unica dell' esistenza. Ho poi dato spazio ad alcuni messaggi di lettori facilitati dalla posta elettronica e una pagina anche al percorso delle fotografie che appaiono su Lotta come Amore in una continua ricerca dell'altro. Quindi, una memoria, ancora fresca e sofferta: quella di Nicolino Barra, amico sincero e sempre rispettoso fin dai tempi della Comunità del Bicchio. La sua morte, dopo due anni di malattia. Dopo un ultimo abbraccio caloroso e interminabile abbraccio all'incontro dei pretioperai dello scorso anno a Viareggio. Lorenzo D'Amico ha curato un quaderno diviso in tre parti: la prima con lettere e pensieri di vari amici, la seconda con alcuni scritti di Nicolino, la terza con una sintesi del mensile "La Tenda" ed estratti dal testamento di Nicola... Un quaderno denso di ricordi e di vita. Difficile per Maria Grazia che lo ha avuto da un'amica, compiere una scelta. Una voce maschile e una femminile, ma sono rimasti fuori scritti davvero belli, come quelli di "Vincenzino" Apicella, Vescovo ausiliare di Roma e amico da tantissimi anni di Nicola. Infine, un raccontino, tanto così per sorridere insieme e aiutarci a non cercare di essere i primi, perché tanto inevitabilmente quando si alzeranno i veli della storia, questi saranno gli ultimi.
Luigi
in Lotta come Amore: LcA dicembre 2000, Dicembre 2000
Luigi Sonnenfeld
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