Lettere di amici

Redazione di
"LOTTA come AMORE"
Da qualche decennio ricevo il vostro periodico credo pervenutomi su segnalazione di qualche amico comune a tutt'oggi ancora sconosciuto. Da due anni ho cambiato indirizzo ma il periodico mi è sempre pervenuto perché sono rimasto nella zona di competenza dello stesso portalettere. Questi ha corretto l'indirizzo all'ultimo numero, piccolo avvertimento che ha smosso la mia naturale pigrizia, ho preso un foglio e ... Insieme alla pensione sono arrivati i nipotini che ci impegnano parecchio. Nel bisogno, insieme alla moglie, dedichiamo qualche mese agli altri in forma di volontariato lontani da casa. Non è mai venuto meno quel pizzico di interesse per la vita politica e sociale che mi fa sentire partecipe del tempo presente. Spazio per "altro" non riesco a trovare, questo restringersi dei miei campi mi fa chiedere di sospendere l'invio del vostro periodico.
Vi scrivo in segno di amicizia. Accompagna il motivo dello stacco un micro contributo spese. Soprattutto desidero esprimervi gratitudine della compagnia che il periodico mi ha fatto in questi decenni; ho potuto così seguire un aspetto della vita ecclesiale altrimenti ignorato. Grazie.
Mi è gradita l'occasione per ringraziarvi nuovamente e porgere auguri di buon proseguimento dell'iniziativa, con cordiali saluti.
Leonardo
15 settembre 1999
Negli ultimi anni ricevo ogni tanto lettere di amici che comunicano il "restringersi dei campi" per l'età che avanza. Questa di Leonardo porta con sé la dignità di chi sa di affrontare un tratto non facile nella vita e vuole concentrare le energie. Da altre lettere traspare la malinconica constatazione delle difficoltà che sopraggiungono, della autonomia che diminuisce, degli spazi di disponibilità e libertà che si allontanano. Come un arrendersi ali 'inevitabile deterioramento della qualità della propria vita.
Sono, a volte, tentato di "ignorare" la richiesta. In fondo lo spirito di Lotta come Amore è quello di una lettera inviata dalla Chiesetta senza nulla chiedere. E anche il ricevere il giornalino può limitarsi ad uno sguardo e ad un pensiero per "quella gente che continua testardamente a voler scrivere di sé". Uno sguardo e poi la provvisoria sepoltura tra tante altre carte, fino al cestino finale. Ma intanto si sa che si è vivi, anche se le distanze sembrano incolmabili; almeno un cenno con la mano dalla lontananza di sponde opposte. Almeno si rompe questo silenzio, questa indifferenza, questa omologazione che ci tinge tutti di uno stesso colore, che ci rende abitanti interscambiabili e apparentemente immortali di uno stesso pianeta.
Alla fine, però, annullo il nominativo.
Un tasto del computer e il filo sottile si interrompe. E' giusto credo - a meno che non si tratti di uno smarrimento del momento -, dare una mano a chi si prepara ad affrontare l'ultimo percorso prima di sboccare nell'oceano senza confini della vita.
Il silenzio, il rarefarsi dei segni, dei gesti possono non essere letti solo nella chiave della rassegnazione, ma della concentrazione di chi si prepara ad una lotta di cui ognuno di noi è insieme il terreno su cui la lotta avviene e il lottatore. Per passare da vita a vita.
Luigi




in Lotta come Amore: LcA luglio 2000, Luglio 2000

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