Esultino le creature dei cieli e le creature della terra, perché il mistero dell' esistenza ha troin questa notte la sua chiarificazione. Gioisca la terra penetrata da tanta luce; avverta di l deposto tutte le sue oscurità.
La Chiesa sia lo spazio dove le attese di tutti i popoli trovano il loro compimento e si esprimono nel canto.
Perciò, fratelli carissimi, grati di una luce così chiara, insieme cantiamo la misericordia di Dio.
E' veramente cosa degna e giusta che con tutta la passione del cuore e dell'intelligenza rendiamo lode all'invisibile Dio Padre Onnipotente e al suo Figlio unigenito Gesù Cristo, che ci ha mostrati cieli e terra nuovi. Questa è la notte che ha liberato gli schiavi di ogni Egitto, la notte in cui ogni mar Rosso ritrae le sue acque per offrire un passaggio sicuro alla conquista della libertà.
Questa è la notte che riunisce tutti i credenti in Cristo, diffusi in ogni parte della terra e, liberandoli dalle loro pesantezze, li restituisce alla bellezza, alla grazia, alla santità.
Questa è la notte in cui Cristo, distrutta la prigionia della morte, sale vittorioso da tutti inferni dell'uomo. A nulla varrebbe nascere se la vita non avesse un senso e una pienezza divini. Questa è la notte in cui anche il peccato è grazia. Anche il male diventa un cammino positivo verso Dio.
O notte veramente beata che sola hai saputo conoscere il tempo e l'ora santa in cui Cristo resuscitò risalendo dall'abisso della perdizione e dell'abbandono. Questa è la notte che dà compimento all'eterno anelito dell'uomo e di cui fu scritto: "e la notte sarà chiara come il giorno" e ancora "la notte è la mia luce, nella gioia profonda del mio cuore".
Il miracolo di questa notte santa dissolve le tenebre, purifica il cuore, restituisce I'innocenza ai travolti dal male, dissipa gli odi, crea comunione, spezza le prepotenze di ogni potere.
Nella grazia di questa notte accogli, Padre, la nostra offerta simboleggiata da questo cero che fonde insieme la sacralità del ministero e l'opera laboriosa delle api.
O notte veramente beata in cui le cose terrene si uniscono a quelle celesti e le cose divine si congiungono a quelle umane.
Ti preghiamo, dunque, Padre affinché la luce di questo cero, acceso per dissipare la nostra caligine, non venga mai meno e salga a te gradita come stella tra le tue stelle.
La sua luce si unisca e si confonda con la stella del mattino, stella che non conosce tramonto: il Cristo tuo Figlio che, riemerso dagli inferi, splende sereno sul cammino degli uomini.
(libera traduzione dell'Exultet per la benedizione del cero pasquale la notte di Pasqua)
in Lotta come Amore: LcA agosto 1999, Agosto 1999
Luigi Sonnenfeld
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