Semi di Resistenza

In questo numero la consueta rubrichetta intitolata "Semi di resistenza" esce dalle dimensioni di una paginetta per allargarsi nel giornale.
L'occasione è data da uno spunto di Enrico Peyretti che, in una breve lettera, amichevole e incoraggiante, ci invitava a prendere in considerazione l'azione di Paolo Macina nei confronti della Nestlé. Questo perché ci fosse informazione intorno alla possibilità che piccoli gesti possono avere nei confronti delle multinazionali.
Il "consumo critico" non è gesto relegabile nell'ambito di una testimonianza personale che nulla toglie o aggiunge alla realtà consolidata se non la manifestazione di un voler andare "contro" alla generale abdicazione nei confronti di uno spirito critico autentico che scivola nel mugugno fine a se stesso o, più spesso, nel silenzio più piatto.
Esso può divenire - se compiuto con intelligente e concreta convinzione - un fronte di resistenza a vere e proprie "ingiustizie di sistema ".
Una modalità - inoltre - per ritrovare un legame di solidarietà possibile e praticabile con quanti, nei paesi poveri, sono sfruttati da condizioni di lavoro ignobili per fornire linee alimentari al nostro mondo supernutrito.
Vi segnaliamo, in quest'ordine di idee, l'appello all' adesione alla Campagna di pressione popolare "le scarpe giuste" nei confronti dei colossi produttori Nike e Reebok, in solidarietà con i lavoratori asiatici - spesso bambini - costretti a ritmi e condizioni di lavoro inumani.

Egr. sig. Resp. Delle Pubbliche Relazioni dott. Saverio Ripa di Meana
Nestlé Italia S.p.a.
Via Richard, 5
20100 Milano
Segreteria italiana Baby Milk Action Via Macchi, 12
21100 Varese
Con la presente desidero informarVi che, aderendo lo scorso ottobre 1995 alla Campagna di boicottaggio internazionale "Baby Milk Action" promossa da diverse organizzazioni non governative per protestare contro il comportamento adottato da Nestlé nel Terzo Mondo ed in particolare per quanto riguarda la diffusione del latte in polvere:
A) Ho raggiunto, assieme alla mia famiglia (composta da quattro persone e un cane), il traguardo del primo milione di lire dirottato dall'acquisto di prodotti del gruppo Nest1é a prodotti analoghi di gruppi concorrenti, come dimostra la tabella che elenca i prodotti boicottati, il loro prezzo medio nei sei mesi di osservazione e la marca di prodotti acquistati in alternativa.
B) Il boicottaggio dei Vostri prodotti deriva esclusivamente dalla adesione alla Campagna per contrastare il commercio del latte in polvere nei Paesi in via di sviluppo in sfavore dell'allattamento al seno, comportamento che l'UNICEF e l'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno stimato essere responsabile della morte di un milione e mezzo di bambini all'anno.
Il boicottaggio non è quindi una critica alla qualità dei Vostri prodotti, ma alla qualità della Vostra etica.
C) La mia famiglia ed io siamo disposti a ritornare all'acquisto dei Vostri prodotti a partire dal giorno in cui la Nestlé tramite comunicato stampa, proclamerà ufficialmente l'abbandono della politica finora seguita al riguardo.
Distinti saluti.
Paolo Macina (Torino)



luglio '96
Caro Obiettivo Ambiente/Azione Nonviolenta,
a distanza di solo un mese ti scrivo nuovamente per segnalare che la Nestlé Italiana, nella persona del Direttore delle Relazioni Esterne Saverio Ripa di Meana (il fratello del più noto Vittorio), ha risposto alla mia lettera nella quale li informavo di aver già dirottato la spesa alimentare della mia famiglia, nel corso di sei mesi, per oltre un milione di lire in favore di analoghi prodotti della concorrenza.
La lettera, personale e non circolare, è corredata di una agile pubblicazione (rigorosamente in carta ricic1ata 100%), contenente diverse notizie interessanti che cercherò di riassumerti qui brevemente. Innanzitutto la pubblicazione è stata stampata nel novembre del 1995, il che testimonia la freschezza delle notizie che riporta, "... nella convinzione che il dialogo costruttivo sia sempre la soluzione da preferire alla contrapposizione distruttiva" (pag. l) ed allo scopo di ribattere puntualmente ad ogni critica che la campagna di boicottaggio solleva sul comportamento di Nestlé nei Paesi in via di sviluppo. In essa sono presenti alcune ingenuità che la dicono lunga su come il management voglia farsi bello a tutti i costi, come per esempio quando si afferma che "in molti paesi come Cina e India, Nestlé pratica una politica di prezzi premiante per i produttori, pagando importi superiori fino al 5-6% rispetto a quelli di mercato" (pag.4) ; cioè a dire che un contadino di New Delhi o un allevatore di Canton alla fine del mese possono beneficiare, anziché di un misero stipendio di 100.000 lire, di un ben lauto compenso di 105.000 lire.
Nonostante ci, esistono i presupposti per prendere sul serio le dichiarazioni in essa contenute. A pag.9 per esempio, si ammette chiaramente che, a fronte delle 455 violazioni denunciate dall'International Baby Food Action Network (IBFAN), tre richiedevano un'azione correttiva (che è avvenuta), mentre 133 risultavano troppo generiche per essere da loro individuate o troppo vecchie e quindi incontrollabili (mancanza loro, quindi).
E' comunque un riconoscimento della necessità di un intervento, che viene criticato soprattutto nei metodi scelti per attuarlo : "Se c'erano comportamenti scorretti, perché non denunciarli subito con precisione alle autorità locali e alla Nestlé stessa ?", si chiede lagnosamente alla fine del capitolo, come se un ornino di cioccolato fosse sempre disponibile ad ascoltare le nostre lamentele.
Ma le sorprese non finiscono qui. "Della superiorità dell'allattamento al seno Nestlé è convinta sostenitrice", si enuncia a pag.9, tanto da essere protagonista della stesura, nel luglio 1995 (notare la data, di un anno successiva all'inizio della campagna di boicottaggio) di un documento sulle politiche guida dell'ISDI (ONG riconosciuta da OMS e FAO, che raggruppa tutte le associazioni locali di produttori di alimenti speciali per la prima infanzia). In sostanza, Nestlé si è impegnata a sostenere attivamente l'educazione sui benefici dell'allattamento al seno ; non fare pubblicità ai propri prodotti negli ospedali ; non avere contatti con le madri ; non distribuire campioni gratuiti e materiale promozionale negli ospedali e nelle cliniche, se non controllate strettamente dal personale sanitario.
Viene inoltre riportata l'immagine della scatola di un prodotto sostitutivo del latte materno commercializzato da Nestlé nei Paesi in via di sviluppo (il Nestogen 1), che contiene tutte le specifiche richieste per una corretta commercializzazione: indicazione della superiorità dell' allattamento al seno ; istruzioni per una corretta preparazione ed avvertenza dei pericoli connessi ad una preparazione non corretta; utilizzo della lingua del paese in cui viene venduto ; nessuna immagine di bambini sulla confezione ; composizione degli ingredienti. Abbiamo quindi trasformato la più grande azienda alimentare del mondo in una congrega di filantropi, e scusate se è poco. Scherzi a parte, sembra proprio che le critiche abbiano colpito giusto. Ora, per far sì che la campagna risulti efficace e credibile, occorrerà immediatamente verificare l'attendibilità di queste informazioni (viene anche riportato l'indirizzo del garante e arbitro del trattato: prof. Frank Falkner, Intemational Child Healt, Università della California, consulente dell'OMS e pediatra), e qualora risultassero vere, sospendere la campagna dandone ampia comunicazione. Altrimenti, tutte queste affermazioni dovranno essere usate contro la Nestlé stessa tramite denuncia all'autorità giudiziaria italiana per pubblicazione di notizie false, esagerate e tendenziose (art. 656 del codice penale) e pubblicità ingannevole. I primi passi fondamentali di una campagna, quello del riconoscimento e quello successivo del dialogo, sono stati compiuti. Decisivi, per ottenere un risultato che forse non tutti si aspettavano così a breve termine, saranno i successivi.
Paolo Macina


in Lotta come Amore: LcA marzo 1997, Marzo 1997

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -